CAPITOLO UNDICI

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Ho appena sentito Pansy andare via. Quanto ha frignato... davvero troppo per i miei gusti. 'Dracuccio, ti prego rimettiti... Dracuccio, quanto mi manchi, non puoi immaginare quanto io abbia bisogno di te..." . Ho solo la febbre alta, non sono a rischio di morte.
"Draco, sono Hermione." Mi dice sussurrando mentre si affaccia dalla porta. "Pansy è andata via piangendo. Che le hai fatto?" continua. Posa le sue labbra sulla mia fronte per capire se sono caldo. Come faccio a farmi sfuggire questa occasione?
"Ehi! Il mio cure è di un'altra persona... hai ragione... sono irresistibile anche da malato, ma è inutile che ci provi." Le dico con un sorrisetto malizioso. Mi da un'occhiata folgorante.
"Sarà difficile abituarmi alle tue pessime battute. Hai davvero poco ego, eh?"
"Ma dai... ho bisogno di qualcosa di sarcastico dopo aver sentito Pansy piangere come... tu, che sei una sapientona, mi sai aprire gli orizzonti delle creature magiche che frignano?"
"Ti piace proprio, eh, punzecchiarmi?!
Pensa che se tu fossi stato Ron ti avrei già piantato in asso lasciandoti secco. E poi non ti avrei parlato per mezza giornata"
"Si, ma per fortuna io non sono lui...". A quanto pare sembra che io abbia la febbre alta. Oltre ad avere un freddo bestiale, sono scoperto, con la camicia sbottonata e la fronte, i polsi, il petto e le caviglie gelidi e bagnati. Si prende davvero cura di me. O vuole davvero bene ad Harry, oppure... oppure non so... "Perché?"
"Cosa?"
"Perché ti preoccupi per uno che ti sopporta poco?"
"Hai fatto passi avanti. Dall'odiarmi a sopportarmi poco! Tanto di cappello, Malfoy!"
"Se devo sorridere alla battutina, dillo senza preoccupazioni. Sono serio"
"Perché tu sei importante per Harry. E poi se ti impegni sei sopportabile. Voi due vi somigliate molto. Solo che tu sei un Harry Potter nervoso e arrabbiato anche quando sei tranquillo. E poi... bhè... ho capito che bisogna dare una seconda chance a tutti, anche a chi non la merita. Io ho deciso darla a te..." La guardo... e le faccio un sorriso malizioso "la chance, Malfoy... sei un idiota" si siede, mi guarda e sorride.
"Che hai ora?" le chiedo.
"Niente... è che mi sento diversa. È come se mi fossi liberata da un peso che mi portavo dietro."
"Tu hai bisogno di amici, Granger..." le dico mettendomi seduto con le gambe incrociate. Ho ancora freddo e sono a petto nudo.
"Li ho"
"No, non ne hai. La rossa non può ascoltarti... pensa a stare con Thomas negli spogliatoi, Harry ha problemi per colpa mia e Weasly... pf... figurati se puoi andargli a dire 'ehi, Ronald, sai il ragazzo che mi piace è identico a te e si chiama come te?'" La imito facendo la vocina. Mi guarda.
"Hai ragione, va bene? Ti piace così?"... lo so che non vuole darmene, però so anche che ne ho, e molta anche.
"È inutile che fai l'ironica. Lo so, pensi che io abbia ragione."
"Ti prendo una camicia pulita. La febbre ti si è abbassata da quando ti sei svegliato. Credo che entro domani te ne torni al dormitorio."
"Peccato... mi sarebbe piaciuto darti ancora fastidio..." le dico sorridendo... sono del tutto privo di cattiveria. Mi sta aiutando e non ha chiesto nulla in cambio.
"Lo so..."
"Harry? Come sta? È strano adesso parlare di lui, con te poi!"
"Sta. Per non pensare a nulla studia e bhe... insegna... hai capito." Le faccio cenno di sì con la testa.
"Ti dico una cosa che devi ricordare perché non accadrà più. Ah, e guai a te se lo dici a qualcuno."
"Parola di strega! A nessuno, Malfoy!"
"Grazie. Sei stata un'amica. Nessuno è venuto. Sicuramente Zabini perché gli sono svenuto davanti e Pansy... ma per lei si aprono i piagnistei... quello che voglio dire è che..."
"Malfoy, per me è tardi e tu hai un'intera giornata... perché non me lo scrivi? Lo leggerò stanotte durante il turno. Tu riposati." Mi dà uno schiaffo affettuoso sulla coscia.
"Quando posso darti di nuovo fastidio, Granger? "
"Domani mattina dopo il mio turno. Scrivi Malfoy!". Comincio a pensare di prenderla sul serio: glielo voglio scrivere. Me ne pentirò. Sono convinto al cento per cento. Così mi alzo e frugo tra le cose di Madama Chips. Quelle che ha lasciato sulla sedia. C'è un foglio di carta,  ma non una penna. E adesso dove la trovo? Così la cerco negli effetti personali dei malati che dormono. Ce ne sono quattro. Tutti di primo anno e immagino sanguemarcio... non li conosco come purosangue. Mi avvicino al letto di un bambino biondo. Un biondo più scuro del mio. Ha delle macchie in faccia. Si presentano come bolle che hanno intenzione di esplodere e far uscire liquido disgustoso. Vedo vicino al suo letto un biglietto con scritto "Alexander Verwhite"... cognome da babbani come immaginavo. Sotto al letto c'è un sacchetto semi aperto. Comincio a frugare tra la sua roba. Uno spazzolino,  un cucciaio... e questo? È un tubetto strano... dentifricio? Bhoo... un pettine, e una saponetta. Nessuna ombra di penna e calamaio. Passo al letto accanto. Un ragazzino riccio, moro e grifondoro... lo noterei a un miglio di distanza. Se avesse degli occhiali posati sul comodino affianco, una cicatrice a forma di fulmine sulla fronte  potrei dire che è un piccolo Potter. Chissà di che colore ha gli occhi. Guardo sotto al letto, non ha borse o sacchetti.  Cerco meglio. Qualcuno dovrà pur avere una penna e un calamaio... accidenti a loro... niente neanche sotto questo letto. Cambio. È quello di un bambino di primo anno. A guardarlo fa tenerezza. È rosso in viso. Gli tocco la fronte. Ha la febbre molto alta. La mia è febbre da stress, ma lui sembra uscito da un forno. Prendo la sua bacchetta... perché mai l'ha lasciata in vista? 'Non si lascia mai una bacchetta in giro, dove tutti la posso vedere... se qualcuno ti vuole male, sarebbero guai seri se prendesse mai la tua bacchetta'. La punto verso una bacinella vuota. "Aguamenti!". Prendo un panno e gli bagno la fronte. Poi lo scopro un po'. La Granger ogni tanto fa qualcosa di utile... "Ma mamma io ho paura di quel ragazzo. Malfoy, mamma, si chiama Malfoy" starà solo delirando. Non posso averlo terrorizzato...  me ne ricorderei... d'accordo, magari no, non me ne ricorderei ma mi ricordo di lui allo smistamento delle case. È del primo anno e in questo sono stato impegnato a non sembrare una cagna in calore del pene di Potter. E di tutto ciò che riguarda il... il... il suo corpo sexy. Basta pensare a Harry... andrà a finire male.
"Draco... ciao." E adesso chi è?  'Ho detto basta pensare a Harry, Draco! Non puoi sentire anche la sua voce'
"Va tutto bene? Voglio dire, come stai? Fisicamente intendo" mi volto e vado verso il mio disturbatore.
"Ha-Ha-Harry? Che fai? Vattene, non puoi stare qui. Se la tua amichetta ti trova qui ucciderà entrambi..."
"Lo so, però bhe, ecco... mi mancavi... si sente la tua assenza in classe, nei corridoi, nei litigi per chi deve usare il campo per gli allenamenti. Si arrendono troppo presto i tuoi compagni. E poi mi manchi e basta. La mattina per aggiustarti la cravatta, le gare per evitare di fare tardi a lezione di Pozioni il giovedì. Per non parlare delle volte in cui notavo i tuoi sguardi omicidi nei confronti di Seamus." Ha il viso basso, non mi guarda mai quando piange. 'Dannazione Harry, non sai quanto vorrei sentire il tuo profumo adesso. Abbiamo entrambi bisogno di un abbraccio.' 
"Harry... io... io non so dire dove sento la tua mancanza. Però la sento in maniera incredibile. È ovunque. Qui dentro c'è quel bambino riccio e moro. Ed è un grifondoro. Ho pensato costantemente a te quando l'ho visto. Mi rimprovero spesso quando ti penso. Dobbiamo smetterla. Dobbiamo finirla con questa storia. Io non posso sopportare che tu muoia per colpa di un folle. E se questo mentecatto arriva a te... bhè sarà solo colpa mia e io non posso permetterlo. Se non muori almeno ti posso vedere felice con altri." Parlo ma gli do' le spalle. Sto per scoppiare a piangere e io non posso farlo davanti a lui. Crolleremmo come due frutti marci da un albero.
"MA NON HAI CAPITO CHE È CON TE CHE VOGLIO ESSERE FELICE? FANCULO VOLDEMORT, FANCULO I MANGIAMORTE, FANCULO QUELLO CHE HO VISTO AL CIMITERO. FANCULO I BABBANI, I MEZZOSANGUE E I PUROSANGUE." 'Ti prego, Harry, non strillare. Ricomincia il mal di testa'  penso. "Fanculo me. Io ho bisogno di te per non morire" mi sento mancare le forze nelle gambe. Mi manca anche nelle braccia e ho un freddo incredibile. Vedo di nuovo sfocato... "Ha-harry aiutami... ti prego" spreco le ultime forze cercando di restare in equilibrio. Si fionda alle mie spalle un secondo prima che io possa cadere. Mi prende in braccio e mi porta sul mio letto.
"Sei uno stupido... non mangi, stai male e tutto questo per cosa? Sei molto leggero." Mi dice. Lo guardo negli occhi. Devo avere la febbre alta. Mi sento la testa un fuoco d'artificio, la faccia incendiata e sto tremando come una foglia.
"Harry, ascolta. Non ti dirò quello che vuoi sentirti dire, non ti dirò che ti amo, che hai ragione o che non ne hai per niente. Il problema è che io sto così per via di una serie di fattori. Non è solo per colpa nostra, per fortuna. Lo sai, se è vero che tu hai gli occhi di tua madre, bhè doveva essere davvero bella."
"Chiamo Hermione. Stai delirando. Parecchio direi... e... e sarò anche attento in classe se lei è in grado di abbassare la febbre, per prendere appunti al posto suo." Mi guarda e credo aspetti che io gli dica di no. Ma è vero, sento che da un momento a l'altro la febbre possa cuocere i miei neuroni. "Corri, Potter, corri. Ti prego." Va via. Lo vedo allontanarsi correndo. Sento la mia mano sudata. Non mi ero reso conto che ci tenevamo per mano. 

Giuro che non ti abbandonerò piùWhere stories live. Discover now