l'altra parte

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Da questo momento l'autrice pubblica delle storie "su richiesta" ovvero delle altre persone le danno l'incipit per iniziare e poi lei sviluppa la storia. Questa è angst e historical AU.piangio malec...
Buona disperazione.

Ho avuto una visione dell'altra parte, Laurens dirige i cori dei soldati nell'altra parte. Mio figlio è dall'altra parte, è con mia madre nell'altra parte.

Washington sta guardando dall'altra parte.

Insegnami a dire ADDIO.

Alzati. Alzati.Alzati.

Eliza...

Mio amore prendi tempo. Ti vedrò dall'altra parte.

Alziamo il nostro bicchiere per la libertà...

(Traduzione di una parte dei pensieri di Hamilton in The world was wide enough)

Tutto è veloce. Alexander sente ovattato il suono dello sparo mentre alza in alto la pistola, verso il cielo. Poi, tutto quello che può vedere è un'accecante luce bianca, che lo soffoca, schiacciandolo. Ma lui non la combatte, è troppo stanco per combattere. Così lascia che lei lo sconfigga.

La forma di un uomo lo sovvrasta.

"Uh?" Mormorò flebilmente Alexander. Era morto? Chi era quell'uomo?

L'uomo si avvicina sempre di più. Alexander non si fa prendere dal panico, ma lo guarda mentre la figura misteriosa continua ad avvicinarsi, inerme.

"Alexander" dice la voce."vedo che il tuo tempo è concluso"

Gli occhi di Alexander si spalancarono mentre la voce parlava. Non credeva di poter risentire la voce di quell'uomo. L'uomo per cui aveva penato. La voce dell'uomo che aveva desiderato sentire più vicino ogni giorno inutilmente.

"John?" Mormora Alexander, incredulo. John cammina ancora poco, sembra che galleggi sul nulla. Si siede poi sulle ginocchia, incontrando a metà strada gli occhi di Hamilton, che era sdraiato. Si persero nei loro occhi, una cosa che non capitava da molti, troppi anni. John passa una mano sul collo di Alexander, dolcemente, per poi passare a toccare teneramente il suo volto.

"Oh, come mi sei mancato Alexander" dice John, mentre lo stringe in un abbraccio fortissimo. Lo abbraccia come se Hamilton se ne potesse andare di nuovo.

Alexander rimase spiazzato per un po', ma poco dopo abbraccia anche lui l'altro uomo, appoggiando la testa sulla spalla dell'altro. Intreccia le dita nei morbidi capelli di John. Gli è mancato il tocco di John. Gli è mancata la voce di John, i suoi occhi, il suo sorriso. Gli è mancato John.

John sente delle calde lacrime bagnarlo sulla spalla. Spinse leggermente Alexander, sempre abbracciandolo. "Perché piangi mio amore?"

Alexander tira su con il naso. "Mi manca" dice singhiozzando ancora.

"Chi ti manca?" Dice John abbracciandolo ancora.

"Eliza" rispose semplicemente Alexander, la voce pesante e triste.

John non dice niente in risposta e gli bacia amorevolmente la fronte. Alexander arrossì, ma sorrise. Il suo John lo stava abbracciando di nuovo. Sentiva sia tristezza che felicità dentro di sé.

"Dove sono John?" Chiede Alexander, alzandosi, tenendo stretta la mano di John.

"L'altra parte". Rispose John portandolo via. Ad Hamilton piace la sensazione di poter tenere la mano di John in pubblico (o come l'altra parte viene considerata).

John lo porta in una casa. La casa degli Hamilton.

"Cos... John questa è casa mia!" Gli dice Alex. Di rimando l'altro gli sorrise.

"Lo so stupido"

Ad Alexander piacevano gli insulti di John. Gli faceva capire che niente era cambiato fra loro, sempre migliori amici, sempre innamorati.

La casa sembrava la stessa. In ogni piccolo dettaglio. Una dolce musica di pianoforte si sentiva da quel luogo.

Alexander riconosce la musica. Gli occhi pieni di lacrime e curiosità. Può essere.... aveva incontrato John, perché no?

Alexander corre verso il punto da cui proviene la musica, con John che lo segue.

"Un, deux, trois, quatre, cinq, six, sept, huit, neuf" cantò un giovane Philip di 9 anni, seduto sulla seggiola del pianoforte, con le gambe che dondolavano perché ancora troppo corte per raggiungere il terreno.

"Phillip?" Dice Alex, più lacrime si affollavano nei suoi occhi. Il suo bambino, quello di cui ha sentito di più la mancanza, era seduto davanti a lui.

"Papà?" Disse Phillip, guardandolo. Immediatamente scese giù dalla sedia e poi si lanciò nelle braccia aperte di Alexander. " sei qui!!!!"

"Sono qui." Ripeté Alexander stringendosi Phillip. Le parole non riuscivano a descrivere la sua felicità. Non solo aveva rivisto John, ma anche suo figlio. "Mi dispiace, figliolo, mi dispiace"

Il piccolo Philip continua ad abbracciarlo." È tutto a posto, padre. Sono dispiaciuto anche io."

Alexander era sorpreso dal cambiamento d'età, ma non lo mostrò. Aveva capito che dall'altra parte si poteva cambiare come si voleva.

Forse era per quello che si sentiva così giovane da quando aveva visto John. Era più giovane.

John lo aspettava fuori. "Come è stato?" Gli chiese.

"Mi è mancato, John," Replicò Alexander "molto. Tu mi sei mancato molto. Dio, John sei qui... ti amo"

Un sorriso apparve sul volto di John. Si baciarono dolcemente. Era un bacio che sapeva di disperazione e felicità. Era un bacio che era intenso, come se da un momento all'altro uno dei due scomparisse. Era un bacio che cancellava tutti gli anni passati lontani.

"Ti amo anche io Alexander. E ora saremo per sempre insieme, te lo prometto."

50 anni dopo (I lived another fifty years...)

"Alexander?" Dice la voce morbida e delicata.

"Mia cara Eliza. Vedo che il tuo tempo è concluso."

LAMS ONE SHOTS Hamilton (italian translation)Where stories live. Discover now