Capitolo 82

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《Shane, voglio che tu sia sincero con me. 》Sussurrai, avevo la voce spezzata da quella emozione negativa che sentivo dentro di me. Era come se avessi un vuoto nel mio petto, un buco.

《Dimmi. 》 Rispose lui, con una voce che faceva trapelare il suo desiderio di volermi tranquillizzare.

《Hai avuto una relazione con Abigail? 》Domandai con un filo di voce. 《Perché se fosse così capirei anche il suo atteggiamento, ma devo sapere se c'è stato o c'è qualcosa fra voi due. 》Conclusi, la mia agitazione continuava a salire.

Shane si avvicinò lentamente a me e afferrò il mio viso con entrambe le sue grandi mani, costringendomi a guardarlo negli occhi. 《Io e Abigail ci conosciamo da molto piccoli, lei ha avuto sempre un debole per me, ma non era e mai sarà ricambiato. 》Mi rassicurò in modo del tutto sincero. Pensavo a quante altre domande gli avrei voluto fare, ma decisi di mandare al diavolo tutto e di lasciarmi coinvolgere da quel bacio appassionato che ci legò in un secondo. Subito quel bacio si fece più intenso, Shane con un braccio avvolse il mio esile corpo e con un gesto delicato, lo sollevò da terra, adagiandomi in seguito sul letto.

《Shane. 》Fermai subito le sue mani, che iniziavano a vagare lungo il mio corpo. 《Non me la sento. 》Confessai, mentre lui mi guardava preoccupato.

Stranamente da quello che mi aspettavo, annuì, alzandosi dal mio corpo e iniziando a spogliarsi.

《Shane ho detto che non mi sento pronta e ti spogli? 》Un senso di ironia mi disegnò le labbra in un leggero sorriso.

Dopo essere rimasto in boxer Shane sorrise, si infilò nel letto e avvolse il mio corpo in un cado abbraccio.

《Ninfa, è giusto che tu sia agitata in un momento come questo. Non intendo metterti pressione, lo so che sei ancora illibata. E intendo aspettare finché non sarai pronta, anche se ciò potrebbe significare aspettare fin dopo il matrimonio. Iniziò ad accarezzare dolcemente il mio viso. 》Apprezzai molto quel suo gesto, era vero che la sua intenzione di essere dolce era sfociata in un commento sarcastico, ma mi aveva fatto piacere constatare che si era impegnato così tanto a rispettarmi. Annuii contenta e mi rifugiai nelle sue calde braccia.

《Ti va di parlare un po'? 》Chiese, comprendendo che era impossibile addormentarmi a causa dell'agitazione che mi procurava il suo corpo.

《Dimmi cosa vuoi sapere. 》Affermai poggiando una mano sul suo petto e iniziando a compiere movimenti circolari con il dito.

《Non ti ho mai sentito parlare della tua famiglia. 》Mi incitò, sapevo dove voleva andare a parere. Mio padre era il soggetto che intendeva con il termine famiglia.

Mi alzai mettendomi seduta. 《Non mi piace parlare di questo argomento. 》 Confessai, con una voce rauca causata probabilmente dalla sorpresa. 《Ma so che prima o poi dovremo affrontarlo. Soppesai ciò che dovevo raccontare. 《Ti prego, cerca di avere pazienza, se mi senti piangere non ti allarmare, è un dolore che è impossibile consolare. 》La mia voce iniziò a tremare, come il mio corpo del resto. Shane però decise di sedersi accanto a me e dopo aver appoggiato una mano sulla mia schiena, annuì, incitandomi a proseguire.

Da quel suo piccolo gesto un susseguirsi di emozioni mi fecero palpitare, era il momento di dare inizio al racconto. 《È successo tutto l'anno scorso, poco prima di Natale. 》Feci un respiro profondo non avevo mai raccontato quella storia. I miei compagni avevano organizzato una festa. 

《Il ragazzo che a quel tempo mi piaceva mi aveva invitata e io non ho saputo dirgli di no. 》Spiegai iniziandomi ad agitare. 《Tornata a casa, ne parlai con i miei. Non volevano che andassi. Mio padre mi aveva imposto di rimanere a casa. 》Ripensai a quei momenti e iniziai a tremare. 

《Litigammo tanto, mi ricordo ancora che prima di sbattere la porta gli urlai... 》Le lacrime iniziarono a percorrere il mio viso. 《Gli urlai contro, dicendogli che sarebbe stato meglio se lui non fosse stato mio padre. 》Ormai le lacrime divennero singhiozzi, ma io volevo proseguire il mio racconto. 

《Scappai di casa. Non potevo dare buca al ragazzo che mi piaceva, no? 》Lasciai alle parole il tempo di espandersi in tutta la stanza. 

《Che sono stata stupida. 》 Improvvisamente sentii il vuoto dentro di me. Cercai inesorabilmente di aggrapparmi a quel calore emanato dal contatto con Shane, forse solo grazie a lui riuscii a continuare il discorso. 

《Quella sera feci di tutto pur di fargliela ripagare ai miei genitori. Mi ubriacai, fumai e mi comportai da vera puttana. 》Non riuscivo più a calmare le mie emozioni. 《Charlotte cercò in tutti i modi di farmi rinsanire, ma nulla. Era impossibile. 》Giocai con le mie mani. 

《Le ore passavano e la festa continuava. Io non avevo intenzione di tornare, quando Charlotte prese una delle decisioni più dure della sua vita. 》Sospirai, era difficile proseguire nel racconto. 《Chiamò mio padre. Si era fatto davvero tardi. 》Iniziai a parlare a vanvera. 《Lo informò che ero con lei, che sarei tornata il giorno dopo, ma a mio padre non bastò sapere che ero con lei. Gli avrò causato troppe sofferenze quella notte scappando di casa, non informando nessuno, e ridotta in quel modo. 》

I singhiozzi si fecero più forti, non riuscivo più a calmarmi. 《Abbandonai la festa quando Charlotte mi comunicò quale scusa inventò per tranquillizzare mio padre. Erano le 5:08 quando ricevetti la telefonata da mia madre. 》Il mio cuore iniziò a batte più forte, la mia mente non seguiva una logica. 《Mio padre era stato vittima di un'incidente stradale e non era stato possibile far nulla. 》Mi liberai in un pianto isterico, mentre Shane mi accoglieva tra le sue calde braccia.

《Non partecipai nemmeno al funerale, non riuscivo a capacitarmi che era successo tutto questo solo per colpa mia. 》Cercai di rifugiarmi nel calore di Shane, ma questo non riusciva a tranquillizzarmi.

《No. 》Disse stringendomi più forte. 《Non devi farti carico di colpe che non sono tue. 》Iniziò a coccolarmi. Nei minuti successivi un gran silenzio regnò sovrano. Shane sapeva che parlare era inutile, non esistevano frasi capaci di calmarmi. Decise di proteggermi con le sue forti braccia, finché lentamente, grazie al suo cullare non fui trasportata in un sonno profondo. 

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