Capitolo 76

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"NON È IL MOMENTO DI FERMARSI."

Oggi 4 agosto, all'" Accademy of club", i ragazzi, iscritti al campo estivo, sono autorizzati a trascorrere la giornata in modo autonomo.

Ogni giovane, ogni gruppo, ogni club ha trascorso al meglio il proprio tempo libero.

Ed è proprio in questo contesto che si riflette su come la vita sia bella.

Spesso i ragazzi di oggi vengono classificati come dei buoni a nulla, degli inetti. "Questa generazione di oggi".

Non vedono quello che i giovani vedono, non vedono quello che noi vediamo. "Ragazzi senza futuro, ragazzi senza un domani, senza lavoro e senza un obbiettivo."

Eppure, non osservano attentamente.
La luce negli occhi di ognuno di noi, il piccolo sogno che conserviamo nel nostro cassetto.

Favole, dicono, le nostre sono solo favole che non diventeranno mai realtà, eppure Mark Zuckerberg è stato uno dei cinque fondatori, forse fra tutti il più conosciuto, di Facebook.

Aveva solo 20 anni. Una giovane età vista in prospettiva, ma una mente geniale.

Il mondo è pieno di persone stupefacenti, che sono state capaci di fare quello in cui altri hanno fallito. Senza arrendersi e senza lasciarsi sopraffare dalle continue sconfitte.

I sogni muovono il mondo. I sogni sono alla base di scoperte e allora perché impedirci di sognare facendo in nostri errori?

Sbagliamo, come tutti del resto, i ragazzi non possono conoscere il mondo che è sempre in continua evoluzione. L'importante è provarci, non arrendersi e fare di quel che ci piace la nostra realtà. Tutto è possibile e non è il momento di fermarsi."

L'ultima frase continuava a risuonare nelle mie orecchi, non potevo far altro che voltarmi a sinistra, cercando lo sguardo rassicurante di Shane.

Improvvisamente vidi comparire tutto il resto del club acconto a quel ragazzo alto dagli occhi neri, che con un sorriso accoglieva il mio sguardo stupefatto.

《Non ho scritto io quelle parole, non è possibile. 》Sussurrai e per un attimo pensai che non sarebbero riusciti ad ascoltare ciò che avevo detto.

《Dobbiamo festeggiare!! 》Disse Steven, poi fece un cenno al fratello che in un attimo corse verso la sua scrivania per prendere uno spumante di bassa qualità con dei bicchieri di plastica.

《Oggi è 5 agosto e Dafne è finalmente riuscita a pubblicare il suo primo articolo. 》 Disse Stewart dopo aver versato a tutti un goccio di quella che si potrebbe definire bevanda, mentre Shane avvolgeva una mano intorno alla mia vita.

《A Dafne. 》Gridarono tutti, tranne ovviamente Abigail, che nemmeno si degnò di partecipare ai festeggiamenti.

《Complimenti. 》Sussurrò al mio orecchio Shane, procurandomi un susseguirsi di brividi lungo tutta la colonna vertebrale. Mi voltai verso di lui, ricambiando il sorriso con uno impacciato e timido.

I ragazzi fecero finta di niente, tranne i gemelli, loro decisero di andarci giù pensante con le continue risate che nascondevano un po' di malizia.

Shane schiarendo la voce decise di richiamare l'attenzione. 《Prendete posto, è il momento di assegnare i compiti della settimana. 》Tra i vari mormorii presi posto nella mia postazione e iniziai ad ascoltare attentamente.

《Bene. 》Iniziò a fare avanti e indietro con un plico di fogli appena presi dalla sua scrivania. 《Gemelli, il club di musica sta organizzando un concerto, mi serve sapere qualcosa della scaletta. 》Stewart e Steven annuirono prendendo il loro "fascicolo" e dirigendosi subito fuori la porta.

《John, Manuel, è previsto un torneo di pallavolo oggi pomeriggio. 》Disse semplicemente il "capo" e Manuel trascinato controvoglia dal suo compagno di club, uscirono dalla stanza.

《Mitch, tu ed io ci occuperemo della mostra del club di scultura. Inizia a preparare il materiale, io ti raggiungo. 》Mitch senza battere ciglio, obbedì.

《E voi due... 》Disse rivolto a me e Abigail quasi con un senso di rammarico. 《Cercate di collaborare in questo lavoro. 》Abigail si alzò di scatto.

《Io con lei non voglio lavorare. 》Disse, sbattendo le mani sul suo piano di lavoro, facendo sobbalzare la stessa tastiera. Senza rivolgermi lo sguardo, si concentrò su Shane. 《Voglio lavorare con te. 》Disse in modo schietto.

Un senso di gelosia mi fece quasi morire dentro, com'era possibile cambiare così repentinamente umore? Due minuti prima festeggiavamo, un secondo dopo ero nera della rabbia e adesso... morivo dalla gelosia.

《Perfetto, lavorerò con Mitch. 》Decisi di risolvere in fretta il problema. Mi alzai velocemente, strappai di mano il foglio che Shane doveva consegnarci e dopo aver avvinghiato il polso di Mitch, che si era fermato per gustarsi la scena, uscii. Non permisi a Shane di ribattere ma era meglio così.

《Daf, mi fai male. 》Quasi si lagnò Mitch dopo almeno due minuti di camminata/corsa.

《Scusami. 》Sussurrai, ancora livida a pensare a quanto avrei volentieri sbattuto Abigail ad un muro.

《Bene, di che cosa ci occupiamo? 》Domandò Mitch prendendomi di mano il foglio, dopo aver notato che non era un buon momento per lasciarmi da sola a pensare.

《Non ho nemmeno controllato. 》Confessai, ero troppo presa da quel momento.

《Il club di teatro sta organizzando uno spettacolo, ci serve una qualche intervista entro due settimane. 》Sancì in modo risolutivo. 《Ormai siamo a fine agosto e spesso loro presentano il proprio spettacolo l'ultimo giorno. 》

Pensai che era proprio il teatro uno dei club su cui ero indecisa, per poi scegliere di collaborare per il giornalino e dedicarmi ad un solo elemento.

《Bello, mi piace. 》Cercai di ricaricarmi senza pensare ad altro se non al nostro compito.

《Dovremmo andare a vedere com'è la situazione, non credi? 》Domandai, anche se era ovvia la risposta.

《No. 》Mi sorprese Mitch.

《Come no? 》Domandai, stupefatta.

《Fai quello che vuoi Daf, io vado a rilassarmi sotto il sole cocente, ci si vede. 》In un attimo si dileguò.

《Sul serio mi lasci sola? 》Urlai ma non ottenni risposta. Va bene, pensai tra me e me, farò tutto da sola.

Il problema principale era trovare il teatro. Il mio senso dell'orientamento faceva davvero pena e in quel momento non mi aiutò molto. Girai in lungo e in largo, niente. Mi appoggiai ad un muretto, avevo "perquisito" tutto l'edificio ma niente, non riuscivo a trovare la sede di questo club, avrei dovuto chiedere a Shane di darmi una mano. Ripensai a quel gesto di Abigail e l'unica cosa da fare in quel momento era pentirmi di averla lasciata da sola con lui, sarebbe stata capace di tutto e io ero troppo insicura per fronteggiare una delle tante che voleva Shane. Ma lei non era una delle tante, era la sua migliore amica un tempo e questo mi faceva tremare.

《Ehi tu, ragazza dai capelli blu. 》Mi sentii chiamare da qualcuno in modo poco consono al mio stato d'animo.

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