Capitolo Nono.

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La mattina dopo Anne ripensò con piacere alla promessa fatta a Mrs. Smith, giacché ciò implicava essere lontana da casa quando Mr. Elliot molto probabilmente sarebbe venuto in visita, ed evitare Mr. Elliot era per lei di vitale importanza.

Nei suoi confronti era animata da grande benevolenza. Nonostante i guai che le sue attenzioni avevano provocato, gli doveva gratitudine e rispetto, forse compassione. Non poteva fare a meno di ricordare le straordinarie circostanze del loro incontro, il diritto che in qualche modo egli aveva di interessarsi a lei, sia per la situazione in sé, sia per i suoi sentimenti, sia per quella inclinazione che provava da tempo. Tutto era straordinario. Lusinghiero, ma doloroso. C'era molto da rimpiangere. Come avrebbe potuto sentirsi se non vi fosse stato un Capitano Wentworth, non valeva la pena chiederselo; perché c'era un Capitano Wentworth, quale che fosse la conclusione, buona o cattiva, di quella situazione d'incertezza, il suo amore per lui sarebbe stato eterno. La loro unione, ne era certa, non potava allontanarla dagli altri uomini più della loro definitiva separazione.

Fantasie d'amor straziante e d'eterna fedeltà più dolci e innocenti di quelle in cui Anne indugiava, mentre da Camden Place si recava ai Marlborough Buildings, mai erano passate per le strade di Bath. Il suo cammino bastava a diffondere ovunque profumo e un senso di purezza.

Era sicura che sarebbe stata accolta con calore; e la sua amica quella mattina sembrò particolarmente grata della sua visita, credeva non sarebbe venuta anche se avevano appuntamento.

Volle subito sapere del concerto, e i ricordi che Anne aveva della serata erano sufficientemente lieti da animarle il volto e darle gioia nel parlarne. Tutto quello che poté dire, lo disse con entusiasmo, ma era sempre poco per una che al concerto c'era stata, e non soddisfaceva affatto un'investigatrice come Mrs. Smith, che, grazie alle pochissime informazioni di una lavandaia e una cameriera, aveva già saputo molte più cose sul successo generale e sui risultati della serata di quante Anne fosse in grado di raccontarle e adesso le chiedeva, invano, particolari sugli invitati. Mrs. Smith, almeno di nome, conosceva tutte le persone di qualche importanza o notorietà che si trovavano a Bath.

<<C'erano le piccole Durand, suppongo>>, disse, <<con le bocche aperte per catturare la musica; come passerotti implumi che aspettano il cibo>>.

<<Sì. Non le ho viste, ma ho sentito dire da Mr. Elliot che erano in sala>>.

<<Le Ibbotsons c'erano? E le due nuove beltà, con quell'ufficiale irlandese, alto, che si dice faccia la corte a una di loro>>.

<<Non so... non penso che ci fossero>>.

<<La vecchia Lady Mary Maclean? Non c'è bisogno che glielo chieda. Non manca mai, lo so; e deve averla vista. Dev'essere stata nella sua cerchia, perché, visto che è andata con Lady Dalrymple, sedeva nei posti riservati all'alta società, intorno all'orchestra, naturalmente>>.

<<No, era quello che temevo. Sarebbe stato molto spiacevole sotto tutti i punti di vista. Ma per fortuna Lady Dalrymple sceglie sempre posti un po' più lontani, e i nostri erano in un punto perfetto... per ascoltare, voglio dire. Non posso dire per vedere, perché mi rendo conto di aver visto molto poco>>.

<<Oh! Ha visto abbastanza per divertirsi. Lo capisco. Si prova una specie di soddisfazione particolare, che è possibile riconoscere anche stando in mezzo alla folla, ed è questa che lei ha avuto. Eravate un gruppo numeroso, e non c'era bisogno d'altro>>.

<<Ma avrei dovuto guardarmi attorno un po' di più>>, disse Anne, consapevole, mentre parlava, che non aveva fatto altro; solo che il suo obiettivo era limitato.

Persuasione_Jane AustenWhere stories live. Discover now