Capitolo Quinto.

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Mentre Sir Walter ed Elizabeth continuavano con assiduità la loro scalata al successo a Laura Place, Anne rinnovava un'amicizia di natura completamente diversa.

Era andata a trovare la sua vecchia insegnante, e da lei aveva saputo che a Bath si trovava una sua compagna di collegio, la quale, per la gentilezza del passato e per le sue attuali sofferenze, meritava la sua attenzione. Miss Hamilton, ora Mrs. Smith le aveva dimostrato la sua gentilezza in uno di quei periodi della sua esistenza in cui di quelle attenzioni aveva avuto estrema necessità. Anne era rientrata in collegio profondamente infelice, piangendo la perdita di una madre che aveva amato teneramente, afflitta per l'allontanamento da casa, e soffrendo come può soffrire a quell'età una ragazzina di quattordici anni dalla grande sensibilità e incline alla mestizia; e Miss Hamilton, più grande di lei di tre anni, costretta a rimanere in collegio ancora un anno per la mancanza di parenti stretti e di una propria dimora, l'aveva aiutata con una generosità tale da mitigare considerevolmente la sua infelicità, e Anne l'aveva sempre ricordata con estrema riconoscenza.

Miss Hamilton aveva lasciato il collegio, si era sposata non molto tempo dopo, si diceva, con un uomo molto ricco, e questo era tutto ciò che Anne aveva saputo di lui, fino a che il racconto della loro insegnante le aveva rivelato una situazione indubbiamente assai diversa.

Era vedova e povera. Il marito era stato uno scialacquatore, e alla sua morte, circa due anni prima, aveva lasciato i suoi interessi in una situazione terribilmente confusa. La sua amica aveva dovuto affrontare difficoltà d'ogni genere, e in aggiunta a queste angustie, era stata afflitta da una seria febbre reumatica che alla fine si era accanita contro le sue gambe e l'aveva lasciata paralitica. Era venuta a Bath per quest'ultimo motivo, e adesso viveva in una camera d'affitto vicino alle terme, in maniera molto modesta, non potendosi permettere neppure il conforto di una domestica e, naturalmente quasi esclusa dalla società.

La loro comune amica si diceva certa che una visita di Miss Elliot avrebbe dato conforto a Mrs. Smith; Anne non perse tempo e si recò da lei.. a casa non disse nulla di ciò che aveva sentito o intendeva fare. La cosa non avrebbe suscitato alcun interesse. Si limitò a consultare Lady Russell, e comprese pienamente i suoi sentimenti, e fu felicissima di accompagnarla il più vicino possibile all'alloggio di Mrs. Smith, nei Westgate Buildings, nel punto che Anne aveva scelto.

Seguì dunque la visita; la loro amicizia fu ristabilita, l'interesse reciproco fu più che riacceso. I primi dieci minuti furono carichi d'emozione e imbarazzo. Erano trascorsi dodici anni dacché si erano separate, e ciascuna pareva all'altra una persona alquanto diversa da quella immaginata. Dodici anni avevano cambiato Anne che, da ragazza in fiore,, era divenuta un'elegante donna di ventisette, dotata di ogni bellezza, ma non della freschezza del passato, e dai modi naturalmente perfetti e sempre gentili; quegli stessi dodici anni avevano trasformato la florida Miss Hamilton dagli incantevoli tratti, piena di vita, salute e consapevolezza della propria superiorità, in una povera vedova inferma e derelitta, che riceveva come un favore la visita della sua protetta di un tempo; ma tutto ciò che creava disagio fu presto dimenticato, lasciando il posto al piacevole incanto del ricordo delle antiche amicizie e dei giorni andati.

Anne trovò in Mrs. Smith il buon senso e i modi gradevoli che aveva sperato ancora possedesse, nonché una disposizione alla conversazione e all'allegria che superava ogni sua attesa. Né le dissipatezze del passato – ed era stata una donna di mondo – né le ristrettezze del presente, né la malattia né il dolore, sembravano aver chiuso il suo cuore o rovinato il suo animo gioioso.

Nel corso di una seconda visita le parlò a cuore aperto, e ciò accrebbe lo stupore di Anne. Riusciva a malapena trovare una situazione più triste di quella di Mrs. Smith. Aveva amato molto suo marito, ed era morto. Era stata abituata a vivere negli agi, e tutto era finito. Non aveva figli grazie ai quali poteva di nuovo sentirsi felice e legata alla vita, non aveva parenti che potessero assisterla nella sistemazione dei suoi affari ingarbugliati, non aveva neppure la salute che avrebbe reso sopportabile ogni altra cosa. Il suo alloggio consisteva in un salotto misero e rumoroso, dietro al quale si trovava una camera da letto buia, e non poteva muoversi da una stanza all'altra senza l'aiuto che l'unica domestica poteva darle; e poi, non usciva mai di casa se non per essere trasportata alle terme. Eppure, nonostante tutto questo, Anne aveva ragione di credere che nella sua giornata fossero pochi i momenti di languore e depressione, e che le ore di occupazione e svago fossero, invece, molte. Come poteva essere? Osservò, ponderò, rifletté, e alla fine giunse alla conclusione che non si trattava solo di forza d'animo e di rassegnazione. Uno spirito sottomesso poteva essere paziente, un intelletto forte avrebbe fornito determinazione, ma in questo caso v'era qualcosa di più: un'elasticità mentale, una disposizione a non lasciarsi andare, una capacità di passare rapidamente dal pessimismo all'ottimismo e di trovare interessi che le facevano dimenticare la sua situazione. Era soltanto un dono di natura. Era il dono più prezioso del Cielo; e per Anne l'amica rappresentava uno di quei casi in cui, per misericordiosa concessione, quel dono pare destinato a riparare a ogni altra mancanza.

Persuasione_Jane AustenWhere stories live. Discover now