Capitolo Terzo.

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Sir Walter aveva affittato una casa molto bella a Camden Place, una posizione molto elegante e dignitosa, come si addiceva a un uomo del suo rango; e sia lui che Elizabeth vi si erano stabiliti con piena soddisfazione.

Anne vi entrò con cuore palpitante, immaginando una reclusione di molti mesi, e dicendo a se stessa "Oh! Quando ti lascerò un'altra volta?". Invece, l'inaspettata cordialità con cui fu ricevuta le fece bene. Suo padre e sua sorella erano lieti di vederla, così potevano mostrarle la casa e i mobili, e l'accolsero con gentilezza. Poi, quando sedettero per il pranzo, il fatto che lei fosse il quarto commensale fu giudicato un vantaggio.

Mrs. Clay era molto cordiale e sorridente, ma le sue cortesie e i suoi sorrisi erano di circostanza. Anne aveva sempre saputo che al suo arrivo avrebbe finto correttezza e proprietà; era la compiacenza degli altri a essere del tutto inaspettata. Evidentemente avevano il morale alto, e presto dovette ascoltare il motivo. Non erano disposti ad ascoltare lei. Dopo aver atteso di sentirsi raccontare che i vicini li rimpiangevano molto, cosa che Anne non poté fare, ebbero solo qualche vaga domanda da porle prima di monopolizzare tutta la conversazione. Uppercross non suscitava alcun interesse, Kellynch pochissimo, Bath era tutto.

Ebbero il piacere di assicurarle che Bath aveva risposto alle loro attese più di quanto si fossero immaginati. La loro casa era indubbiamente la più bella di Camden Place; i loro salotti presentavano decisamente moltissimi vantaggi rispetto a tutti quelli che avevano visto o dei quali avevano sentito parlare, e la superiorità consisteva sia nello stile degli arredi che nel gusto del mobilio. Tutti ardevano dal desiderio di fare la loro conoscenza. Tutti volevano venire in visita. Si erano sottratti a tantissime presentazioni, e tuttavia continuavano a ricevere biglietti da persone delle quali non sapevano niente.

Che miniera di divertimenti! Poteva meravigliarsi Anne se il padre e la sorella erano felici? Poteva anche non meravigliarsi, ma sospirare doveva notando come suo padre non trovasse questo cambiamento degradante; non rimpiangesse affatto la dignità e i doveri del suo ruolo di proprietario terriero residente stabilmente sui suoi possedimenti; che trovasse così tante cose di cui farsi vanto nella meschinità di una cittadina; e doveva sospirare, e sorridere e meravigliarsi anche quando Elizabeth spalancò le porte e passò con esultanza da un salotto all'altro, gloriandosi della loro ampiezza e del fatto che quella donna, un tempo padrona di Kellynch Hall, trovasse motivo d'orgoglio tra due pareti lontane forse trenta piedi l'una dall'altra.

Ma non erano queste le cose che li rendevano felici. Avevano anche Mr. Elliot. Anne sentì parlare moltissimo di Mr. Elliot. Non solo era stato perdonato: ne erano incantati. Si trovava a Bath da circa due settimane; era passato da Bath a novembre, in viaggio per Londra, quando la notizia che Sir Wlater vi si era stabilito, naturalmente, lo aveva raggiunto, anche se si trovava in città da sole ventiquattr'ore, ma non aveva potuto approfittarne: ma adesso si trovava a Bath da due settimane, e il suo primo pensiero, appena arrivato, era stato di lasciare il suo biglietto a Camden Place, a cui avevano fatto seguito diversi tentativi di incontrarli; quando, poi, si erano incontrati, aveva dimostrato una tale franchezza di comportamento, una tale rapidità nel porgere le sue scuse per i fatti passati, una tale sollecitudine perché fosse considerato di nuovo un parente, che le buone relazioni di un tempo erano state completamente ristabilite.

Non riuscivano a trovargli un difetto. Aveva spiegato tutti i motivi dell'irrispettosa condotta del passato. Tutto era nato da un fraintendimento. Non aveva mai inteso mantenere le distanze; temeva, invece, il contrario, non comprendendone le ragioni; aveva taciuto per delicatezza. Quando avevano accennato al fatto che aveva parlato in maniera irrispettosa e sconsiderata della famiglia e delle glorie della famiglia, aveva provato grande indignazione. Lui, che si era sempre vantato d'essere un Elliot, e i cui sentimenti riguardo a questa sua parentela erano così austeri, troppo austeri per il tono poco feudale dell'epoca presente! Era allibito, davvero! Ma il suo carattere e la sua generale condotta avrebbero confutato quest'accusa. Sir Walter poteva chiedere referenze su di lui a chiunque lo conoscesse; e, certamente, le pene che si era dato in questa occasione, la prima opportunità di riconciliazione con la famiglia per esservi di nuovo ammesso come erede presuntivo, dimostravano chiaramente quale fosse la sua opinione sull'argomento.

Persuasione_Jane AustenWhere stories live. Discover now