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Mangiava il suo gelato alla fragola in un modo così buffo che Jake non poté evitare di sorridere. Aveva questa espressione da bambina innocente, l'opposto di Maggie.
«Sei così bella stasera..» disse Jake porgendole il gelato al limone che le aveva offerto, era poco che si frequentavano, ma lui era già attratto da lei, e chiunque l'avrebbe capito. Aveva gli occhi che gli brillavano di passione e di amore. Sorrise soltanto, non accennò ne a un arrossamento, ne abbassò la testa, era consapevole di esserlo.
Conversarono parecchio in quella gelateria, e sorprese entrambi. Bella non pensava che una persona come lui potesse avere così tanti argomenti di cui parlare, ma lei gli raccontò tutto, di suo padre che era sempre via per lavoro, di sua madre che si prendeva cura di lei da quando era piccola, di suo fratello al college, e di quanto si fosse sentita sola in tutti questi anni. Lui non racconto molto della sua vita, solo che viveva con sua nonna e con sua sorella, tutto qua.
«Tu sei la ragazza nuova? Quella che somiglia a Maggie, vero?» Bella aggrottò le sopracciglia mentre Jake strinse i pugni. Era un argomento così delicato Maggie, dal primo giorno in cui se ne era andata, e il ragazzo di fronte a lui lo sapeva bene.
«Io--»
«Si chiama Bella. Ha un fottuto nome. Ti consiglio di usarlo.» disse Jake. I pugni erano stretti, e le sue unghie puntavano sul palmo della mano che facevano evidenziare le vene bluastre. Bella lo notò subito, quel tono arrogante e quell'espressione furiosa, era proprio come Lauren l'aveva descritta, sembrava come un'altra persona. Appoggiò le sue mani sopra le sue per paura di una sua reazione violenta mente guardò il ragazzo indietreggiare di qualche passo.
«Beh, Bella..un consiglio? Stai alla larga dai tipi come lui, sa fare solo del male, come l'ha fatto a mia sorella lo farà anche a te.» la ragazza dai capelli rossi sentì le mani di Jake sotto le sue scivolargli via così velocemente che quando realizzò la cosa Jake era già sopra il ragazzo. Le vene del collo erano più pronunciate, aveva una sguardo totalmente infuriato e tirava pugni contro il ragazzo senza nome. Bella gridava, mentre aveva indietreggiato di qualche passo, cercava qualcuno, magari maschio e forte, che separasse i due, ma il gelataio era sparito nel nulla e non c'era nessun altro nelle vicinanze. «Smettetela!» provò a fermarli continuando ad urlare contro ad entrambi, anche se l'innominato non aveva grandi colpe, se ne stava sdraiato per terra a prendere colpi su colpi mentre il moro ribolliva di rabbia. Perché l'aveva fatto arrabbiare se neanche sapeva difendersi? Si domandò la ragazza nel panico.
«JAKE BASTA!» quando capì che non la stava minimamente ascoltando si fece coraggio e gli prese con forza il braccio destro tirandolo via. Quando si voltò Jake gli ringhio contro come un animale, poi però si rese conto della faccia spaventata della rossa, si passò una mano fra i capelli sospirando mentre si alzò pulendosi le mani leggermente sporche di sangue nei jeans neri.
«Bella, andiamo, ti riporto a casa.» la ragazza sgranò gli occhi prendendogli un polso, proprio come lui aveva fatto la sera prima con lei.
«Sei impazzito? Non puoi lasciarlo qua? Sta sanguinando!» il moro capovolse la situazione trascinandola via da quel corpo conciato veramente male.
«Devi stargli alla larga, Bella. Lo dico per te. È pericoloso e..cattivo.» Bella si ricordò magicamente le parole di ieri sera di Lauren. Effettivamente non faceva altro che pensare a quelle parole. Forse aveva ragione, oggi Jake gli aveva dato prova di non avere pietà per nessuno, neanche per un ragazzo mezzo insanguinato e dolorante. Non doveva avere niente a che fare con lui, di questo ne era sicura.
Era impaurita, continuava a fissare quelle mani sbucciate mentre stringeva con troppa forza il volante. Avrebbe potuto dire altre mille cose, o semplicemente stare zitta, ma se ne uscì con l'unica domanda che la tartassava da quando l'innominato le aveva parlato.
«Cosa hai fatto a quella ragazza, sua sorella?» Bella capì subito che non era stata una grande idea rientrare in quella conversazione, lo capì quando incontrò i suoi occhi più neri e vuoti del solito.
«Niente. Non sono cose che ti riguardano.» disse soltanto Jake frustato dalla domanda. Non poteva solo stare zitta e aspettare che la riportassi a casa? Si domandava.
«Invece si che mi riguarda, Jake. Io sono una ragazza, e ho appena preso un gelato con te! Devo saperlo se sei un pazzo omicida!» gridò sul punto di una crisi di nervi. Era così spaventata, tantissimi pensieri cattivi e paurosi le passarono per la testa, ma la risata del ragazzo la fece in qualche modo sentire un po' meglio, un po' sciocca, ma un po' meglio.
«Un pazzo omicida? Davvero?» disse lui.
«Sto parlando seriamente!» si difese la ragazza stringendosi nelle spalle.
«Non ho mai ucciso nessuno, Bella, puoi stare tranquilla ora?» disse passandosi nuovamente una mano fra i capelli. Bella capì che compieva quel gesto quando era nervoso, così come lei quando si mangiucchiava le unghie, proprio come stava facendo adesso.
«E allora perché sono qua?» gli chiese Bella. Non riusciva ancora a capire perché tutti la considerassero una versione moderna di Maggie, neanche fossero Elena e Katherine, gli avrebbe chiesto una foto prima o poi, solo per vedere se erano davvero così simili come diceva la gente. E poi, altra cosa importante, si domandava perché, a quanto avesse sentito in giro, non parlava con nessuno a parte qualche vecchio amico che gli era rimasto, tipo Dean, e invece con lei si comportava come se volesse conoscerla, come se volesse capirla.
Oh povera Bella, non aveva nemmeno idea dei progetti che Jake aveva per lei, di quanto fossero brutti e meschini, se solo lo avesse saputo per tempo, magari adesso sarebbe tutto diverso.
«Ho altri progetti per te, Thorne.» furono le sue ultime parole prima di lasciarla a casa.
Era frustato dalle mille domande della rossa, aveva bisogna di svagarsi, aveva bisogno di bere, e aveva bisogno di Dean. Lui, anche se non l'avrebbe mai ammasso, era l'unico che in qualche modo lo capiva, perché era l'unico che non l'aveva mai giudicato, che non si era inventato la metà della storia, lui era l'unico a sapere tutta la verità, lui era il suo migliore amico, e quella nomina se l'era sudata, perché lui non si fidava facilmente delle persone, anzi, non si fidava per niente delle persone, ma Dean lo conosceva da una vita, ci teneva a lui come un fratello, l'aveva aiutato nei momenti bui, quelli difficili, quelli dove non sentì più aria, dove fatichi a respirare, quelli dove Jake curava con l'alcol.

COMMENTI
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Continuo a 4 stelline e 4 commenti😍💪🏽
Buona giornata ✨❣️

ANTICIPAZIONE CAPITOLO 6

«Io non lo frequento!» sbottò facendosi un po' di coraggio. «Non so nemmeno se siamo amici, lo conosco da un giorno, ma fra tutti mi è sembrato il meno stronzo di tutti..almeno lui si degna di rivolgermi la parola.»

Just a toy  (#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora