Capitolo 27 - Amici e rivali

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Leonardo

È ormai passata una settimana da quando la mia ex si è presentata nel mio ufficio chiedendo il mio aiuto. Come prevedibile, il bastardo con cui Veronica ha avuto una relazione l'ha cercata insistentemente dopo che lei lo ha lasciato per telefono, intimandogli di starle lontano.

Da quel momento l'atteggiamento da psicopatico di Julius è degenerato fino a giungere all'episodio che mi ha costretto a prendere la decisione di ospitare Veronica a casa mia. Quel matto infatti, due giorni fa, si è presentato rabbioso alla porta dell'appartamento di Veronica, e quando lei si è rifiutata di aprirgli, lui ha iniziato a gridare e a picchiare con violenza contro la porta di casa per più di mezz'ora, finché un vicino di Veronica è intervenuto chiamando i carabinieri.

Julius è naturalmente scappato prima che arrivassero le autorità.

Non permetterò a quell'individuo di avvicinarsi nuovamente a mio figlio.

Sono le undici del mattino e sto attendendo Alex fuori dal bar che si trova poco distante dal mio studio. Alessandro questa mattina ha accompagnato Veronica in Procura per depositare la querela da me predisposta.

Mi accendo una sigaretta per ingannare l'attesa e per tenere a bada la tensione. Tutta questa situazione imprevista mi rende nervoso. Per un maniaco del controllo come me, le variabili imprevedibili costituiscono un'inaccettabile e destabilizzante evenienza.

Come se non bastasse tra me e Angelica si è alzato nuovamente un muro invalicabile.

Il nostro rapporto non è tornato formale come prima, tuttavia i pochi contatti e le conversazioni con lei si limitano alle sole questioni lavorative e a qualche frase di circostanza.

Abbasso lo sguardo sul posacenere poggiato su uno dei tavoli collocati all'esterno del bar per spegnere la sigaretta ormai consumata, e quando lo rialzo scorgo Alex che sta tornando dal Tribunale con Veronica.

Non appena mi raggiungono, Veronica mi butta le braccia al collo.

Rimango immobile sul posto e mi irrigidisco, sia perché gli slanci della mia ex compagna nei mie confronti mi suscitano un forte disagio, sia perché mi accorgo che Alessandro mi sta fissando con gli occhi che sono diventati due fessure. La disapprovazione del mio amico verso l'atteggiamento di Veronica è evidente.

<<Leo, mi porteresti a casa? Mi sento a pezzi>> mi domanda Veronica, mentre ha ancora le braccia intorno al mio collo.

<<Non posso. Devo ricevere dei clienti. Ti chiamo un taxi>> rispondo asciutto. Non ho alcuna voglia di accompagnare a casa Veronica. Da quando è tornata a vivere a casa mia, si comporta come se fossimo tornati una coppia. Non voglio alimentare in lei l'erroneo convincimento che tra di noi ci sia un riavvicinamento e neppure desidero che atteggiamenti ambigui possano creare false aspettative in Marco. Lui più di tutti ha sofferto quando Veronica ed io ci siamo lasciati, e ora che ha finalmente trovato un suo equilibrio, desidero fare in modo che lo possa mantenere.

Ad ogni modo la risposta che do a Veronica sortisce l'evidente effetto di indisporla. Lei infatti si scosta da me con il volto scuro ed entra nel bar per sedersi ad un tavolo e ordinare qualcosa. Io invece, dopo aver chiamato un taxi per Veronica, mi fermo a parlare con Alessandro fuori dal bar.

<<Lo sai che stai alimentando in lei delle speranze, vero?>> mi fa notare il mio più caro amico con impressa sul volto una chiara espressione di disappunto verso le mie ultime scelte.

<<Cos'altro dovrei fare, Alex? Quel matto si è presentato davanti alla porta di casa di Veronica per minacciarla. E in casa con lei c'era mio figlio! Il minimo che possa fare è ospitarla da me. Per lo meno avrò la possibilità di tenere mio figlio sotto controllo e non starò in stato di perenne ansia nel timore che uno psicopatico possa fare del male a Marco!>> rispondo ad Alessandro, usando un tono che risulta scocciato, ma che in verità è dettato esclusivamente dalla rabbia che provo in questo momento verso un uomo che neppure conosco, ma a causa del quale le dinamiche della mia vita sono state improvvisamente stravolte.

Se confessi, ti sposo!Where stories live. Discover now