Capitolo 5 - Mollare tutto

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Angy

Sono passati quattro giorni dal mio primo giorno di lavoro e mi sono spaccata la testa sul fascicolo Bianchi. Però ne è valsa la pena. Sono soddisfatta del mio lavoro. Dopo aver ristudiato praticamente buona parte dell'esame di edilizia e aver dedicato ore alla lettura delle planimetrie in scala, mi è tutto più chiaro.

Il mio entusiasmo però dura veramente poco: ho riferito le mie considerazioni all'avvocato Adamante, ma lui non ha mostrato il minimo interessamento. Non mi aspettavo certo i complimenti da uno come lui, ma mi attendevo per lo meno una reazione che mi facesse capire che il lavoro da me svolto è corretto. E invece nulla.

Esco dall'ufficio del mio capo decisamente sconfortata. Sono passati solo quattro giorni dall'inizio della pratica, e già comincio a pensare di mollare tutto. L'unica cosa che mi ferma, è la mancanza di alternative lavorative.

<<Che faccino! Va tutto bene, Angy?>> mi chiede Chiara, avendomi visto entrare nello studio dell'avvocato Adamante entusiasta e uscire poco dopo con le spalle curve e lo sguardo al pavimento.

<<Pensavo di aver fatto un buon lavoro, ma l'avvocato non ha mostrato alcun gradimento>>.

<<Ha forse detto che non andava bene il lavoro che hai fatto?>> chiede Chiara.

<<No, non ha detto proprio nulla>> rispondo con voce monocorde.

<<Allora penso di poterti dire che hai fatto un buon lavoro>> conclude Chiara.

<<Non capisco>> guardo Chiara con occhi attoniti.

<<Ormai penso che tu abbia capito un pochino il carattere dell'avvocato. Se il lavoro non fosse andato bene, penso che non si sarebbe formalizzato a condire con qualche insulto la sua opinione sul tuo operato>> mi chiarisce la segretaria, sorridendo divertita.

<<Forse hai ragione>> dico accennando un sorriso. Poi mi rinchiudo nuovamente nella mia stanza, un po' più sollevata, grazie a Chiara.

Leonardo

Sento bussare alla porta della mia stanza.

<<Avanti!>> dico con tono di voce infastidito. Non che sia infastidito davvero, sono solo in ansia per tutte le scadenze che devo evadere e che giacciono qui sulla scrivania da giorni.

Dalla porta vedo comparire Chiara con il caffè che le ho chiesto.

<<Ecco il suo caffè, avvocato>> dice Chiara, poggiando il vassoio sulla mia scrivania.

<<Grazie>> rispondo asciutto, affrettandomi a concentrarmi di nuovo sulle carte che ho davanti da qualche ora.

<<Mi scusi avvocato, posso farle una domanda?>> mi chiede Chiara, con un tono di voce dal quale emerge un po' di timore reverenziale.

Alzo nuovamente lo sguardo dai fogli che ho davanti e lo rivolgo alla mia segretaria.

<<Mi dica>> dico asciutto. <<Basta che non mi chieda un aumento>> proseguo con le labbra che si aprono in un sorriso sghembo.

<<No, niente richieste di aumento>> replica Chiara ridendo. La mia segretaria è una delle poche persone che sul lavoro riesce a capire quando sto scherzando.

<<Mi chiedevo: cosa ne pensa della dottoressa Ferrari?>> mi domanda Chiara.

<<Penso che come tutti i neolaureati non abbia la minima idea di cosa sia la professione di avvocato>> rispondo, rendendomi conto del tono infastidito che ho usato.

<<Per questo è così severo con lei?>> chiede ancora la mia segretaria, per poi proseguire. <<Voglio dire, so che lei è sempre molto formale nei rapporti di lavoro, ma con la dottoressa è particolarmente severo>>.

<<Se la dottoressa Ferrari vuole fare questa professione deve imparare a ingoiare insulti. Se non è in grado di sopportare le offese, non sarà neppure in grado di sopportare l'ambiguità di questa professione>> rispondo sincero.

<<Quindi è così severo per il bene della ragazza?>> chiede ancora Chiara.

<<Perché tutte queste domande?>> rispondo con un'altra domanda, come mi ha insegnato mio padre. L'avvocato Adamante senior mi diceva sempre, quando mi stavo approcciando alla professione: "quando ti trovi in difficoltà per una domanda a cui non vuoi o non puoi rispondere, cambia argomento in modo da confondere l'interlocutore". Con gli anni ho imparato che non c'è modo migliore di farlo che rispondendo con un'altra domanda. Ovviamente questo vale nei rapporti di lavoro come nei rapporti personali.

<<Perché la dottoressa Ferrari è molto demotivata. Prima è uscita dal suo studio pensando di aver fatto un pessimo lavoro. Credo invece che la dottoressa sia molto studiosa>> risponde Chiara alla mia domanda.

Forse sono stato davvero troppo duro con la dottoressa Ferrari. Il lavoro che ha svolto in effetti è ottimo, soprattutto considerando che ha iniziato a fare pratica da soli quattro giorni. La mia praticante ha dimostrato efficienza, determinazione e anche una certa capacità di comprendere il caso sottopostole.

<<Il lavoro svolto dalla dottoressa è buono>> aggiungo, sapendo che la mia segretaria andrà sicuramente a riferirlo alla mia praticante. In fondo voglio che la dottoressa conosca il mio vero parere.

<<Lo sapevo!>> dice Chiara con un certo entusiasmo <<Non è solo molto bella, è anche brava!>>.

Cerco di nascondere il sorriso che mi si è involontariamente aperto sul volto, e che - sono sicuro - non è sfuggito alla mia attenta segretaria, accendendomi una sigaretta con aria annoiata.

Poi mi schiarisco la voce e chiudo la conversazione: <<Ora devo tornare al mio lavoro. Grazie del caffè>>.

Chiara mi rivolge un sorriso sornione ed esce dalla mia stanza. Possibile che abbia capito che quella ragazza è per me tanto attraente da mettermi a disagio?


Se confessi, ti sposo!Where stories live. Discover now