Capitolo 26

1.8K 192 19
                                    

VIKTOR

Sdraiato sul mio letto come un morto, con addosso soltanto un paio di pantaloni e una profonda tristezza, ignoro la suoneria del telefono sul comodino.

Sospiro con occhi chiusi.

Sará sicuramente Burt, che da giorni non fa altro che chiedermi quando cominceremo a progettare la rapina di cui avevamo parlato tempo fa al nuovo supermarket, ai confini della cittá. È passato in gestione ai cinesi e da quando quelli del mio partito sono venuti a saperlo, hanno letteralmente dato di matto.

Mi prendo la testa fra le mani.Nemmeno se volessi... nemmeno se mi sforzassi, non riuscirei più a fare quello che facevo fino a poco tempo fa. I raduni nazi e le risse di strada che si trasformavano in momenti di pura follia. L'odore del sangue sulle mie mani, la pressione che mi schiaccia, le urla di una donna.Vivo in un incubo e tutto questo sembra essere saltato fuori principalmente da quando è tornata quella maledettissima, bellissima ragazza da un passato troppo lontano, che mi ha stravolto la vita per l'ennesima volta, senza neanche rendersene conto.

E come se non bastasse, a quanto pare ho perso anche lei. Perchè sono un'idiota e perchè non faccio mai niente di buono. Sento che non merito Kleopatra, non merito di sfiorarla, nemmeno di guardarla, ma allo stesso tempo sono così egoista che non voglio che nessun altro si permetta anche solo di provare ad averla.

Serro gli occhi e mi schiaffeggio con una mano. Sei un'idiota, mi ripeto.

Il punto è che, nonostante quel porco di Dominik abbia davvero dei problemi, forse lo avrei pestato anche solo per esser riuscito a conquistarsi la fiducia di Kleopatra Schultz.

Come ha fatto? Quel bastardo fa schifo almeno quanto me e forse, mi permetto di dire, di più, eppure l'unica ragazza che voglio è quasi caduta ai suoi piedi.Provo invidia. E sono geloso come un folle. E sono incazzato e triste allo stesso tempo perchè ripenso alle parole di Kleo e a quanto sembri facile con lei buttare giù questa corazza ed essere me stesso, di nuovo, dopo tantissimo tempo.

Respiro a fondo e mi sfioro il petto nudo, a sinistra, lì dove il cuore mi batte forte. Lì dove sento qualcosa che mi opprime.

È così che ci si sente quando si ama qualcuno? Amore.Una parola che nemmeno conosco e che nessuno mi ha mai insegnato ad usare nel modo giusto. Quindi come so che è amore? Mi metto a sedere sul materasso e mi guardo intorno nella mia stupida camera dalle luci blu.

Solo perchè è una sensazione nuova non significa che sia amore, mi dico.

Ripenso alla prima volta che Kleopatra ha visto la mia stanza, il modo in cui le luci neon riflettevano nei suoi occhioni azzurri, meravigliati da tanta semplicitá.Ripenso anche al nostro primo bacio, prepotente, profondo, caldo. Al modo in cui Kleo si è aggrappata a me.Amore...Kleopatra Schultz.

Alzo la testa verso l'alto con un ringhio frustrato, gli occhi serrati a tal punto da far male. 

"Dio, fottimi."

*******************

Saluto i camerati, uno ad uno, fra abbracci, risa e spintoni.

La musica Ska pompa dalle casse ad un volume a dir poco stordente e buona parte dei ragazzi è giá al centro del capannone, che balla, salta e scuote il capo furiosamente, a tempo di musica.Una volta fatto il giro del posto, mi riempio un bel bicchierone di birra e mi lascio cadere di peso sul primo divano sfasciato che trovo in giro. Bevo un generoso sorso dal mio bicchiere e, come faccio spesso ultimamente, chiudo gli occhi davanti a quelle teste rasate che si muovono sotto le luci del locale e... mi isolo da tutti quanti.

Dietro Quella CorazzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora