Capitolo 9

2.5K 196 19
                                    

"Ma dici sul serio, Kleo?" Sbotta Gary con occhi sgranati.

Sospiro ed evito lo sguardo di disapprovazione di Becki, che non fa altro che guardarmi male da quando gli ho detto della proposta che mi ha fatto il professor Werner. È passata poco più di una settimana da allora e sono riuscita a dirlo ai miei due amici solo adesso... sapevo che avrebbero reagito così.

E sì, nonostante tutti i dubbi e i miei continui ripensamenti, sto davvero riflettendo sulla cosa. Soprattutto da quando sono tornata a casa l'altra sera e ho trovato mia madre completamente sbronza sul divano, i vestiti sporchi chissá di che cosa e gli occhi persi nel vuoto.

La depressione e l'ennesima dipendenza se la stanno riprendendo di nuovo. Ma questa volta sará lei che dovrá tirarsene fuori... sospiro e mi perdo nelle sfumature di latte del mio caffè.
"Una borsa di studio, ragazzi. Un futuro assicurato. È quello di cui ho bisogno." Affermo bevendo un sorso del liquido caldo nella mia tazza.

"E per una borsa di studio è questo che devi fare? Dare lezioni di storia ad un teppista neonazista montato? Che dopo tutti i vostri scontri e sapendo ormai come sei fatta, ovviamente non vede l'ora di romperti le ossa. Hai visto i suoi amici l'altra volta... non hanno esitato a provarci." Mormora Becki, scuotendo il capo.

Finisco rapidamente il mio caffèlatte e poi mi alzo dal tavolino del bar.
"Non voglio discutere di questo anche con voi. Da quando sono qui ho troppi problemi e questa proposta adesso sembra davvero-"
"No, non è la soluzione!" Mi interrompe Gary nervoso.
Io batto un pugno sul tavolo, i denti stretti e il viso tirato per la rabbia. "Non credo che possiate capire cosa vuol dire tornare a casa da scuola e trovare vostra madre praticamente priva di sensi, che non riesce nemmeno a reggersi in piedi perchè non ha fatto altro che bere come una cazzo di spugna per tutto il giorno. No, non credo che possiate capirlo in alcun modo." Affermo con voce spezzata, poi afferro la mia borsa e mi volto.

Percorro a passo rapido il locale con delle maledettissime lacrime agli occhi, ignorando i miei due amici che mi chiamano ma, proprio mentre sto per aprire la porta per andarmene, questa si spalanca.

Invece di cadere in avanti, due mani forti mi afferrano per le spalle, sostenendomi.
Sollevo lo sguardo verso Dominik che, sorridendo, china appena il capo per studiarmi meglio in viso. "Ehi, ti ho fatto male? Scusa, è che passeggiando da queste parti ti ho vista seduta al tavolo con i tuoi amici e ho pensato di passare a salutarti. Aspetta, stai bene?"

In meno di un nanosecondo sfuggo alla sua presa ed esco all'aria aperta.
Inspiro a fondo e ricaccio indietro le lacrime, maledicendomi per essere sempre così tanto truccata, poi tiro fuori una sigaretta dalla borsa e me l'accendo.

"Kleo?"
Dominik è ancora dietro di me ed io batto le palpebre rapidamente per eliminare ogni traccia delle lacrime che per poco non m'inondavano il viso. Il ragazzo dalla cresta blu si mette accanto a me. "I tuoi amici ti stanno chiamando." Afferma a bassa voce.

Scuoto il capo e gioco con il fumo, osservandolo mentre svanisce lentamente nell'aria.
"Beh, puoi tornare da loro più tardi. Prima però posso fare un tiro anch'io?"
La sua mano si avvicina alle mie labbra ed io gli poggio la sigaretta fra le dita, lasciando che fumi a sua volta.
Alzo un sopracciglio. "Dovevi dirmi qualcosa?"

Dominik mi ridá la sigaretta e annuisce, dondolandosi sugli stivali e infilandosi le mani nei pantaloni di pelle. Le sue spalle larghe si alzano appena, come se fosse nervoso. "Sabato pomeriggio c'è il raduno dei naziskin, per l'anniversario della nascita del partito Aktion 88 qui a Blumenburg. I bastardi verranno un po' da tutta Europa, ma troveranno una bella sorpresa: ci saremo io e alcuni miei amici a manifestare e... beh, credevo ti andasse di venire."

Dietro Quella CorazzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora