Capitolo 12

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Mi alzo dalla scrivania con un sospiro, le gambe doloranti e gli occhi che bruciano, poi osservo soddisfatta la pila di fogli accanto al PC. Sospiro mentre afferro la mia ricerca e la infilo nella mia borsa. 

È questo l'argomento che tratterò per il compito di storia: il nazismo. E lo farò con Viktor.

Sì, è una pazzia. Sì, quelli come lui sono tipi deviati e spesso irrecuperabili ed io non dovrei nemmeno provarci. Ma ormai il danno è fatto e sono in coppia con lui, quindi perchè non peggiorare le cose?

Rido tra me e me e scuoto il capo mentre mi volto con l'intenzione di mettermi finalmente a letto, ma un forte tonfo che proviene dal piano di sotto mi fa sussultare e la bolla che mi sono creata intorno per distrarmi scoppia. Spalanco gli occhi e subito corro fuori dalla mia camera, giù per le scale e verso il soggiorno.

Sento le braccia molli, il respiro pesante. Guardo mia madre che barcolla e si richiude la porta alle spalle.
"Sono... tornata." Borbotta aggrappandosi al tavolino accanto a lei.
Quando la puzza di alcol mi solletica le narici trattengo una smorfia. "Dove sei stata? Di nuovo al bar, vero?"

Il suo sguardo dapprima perso si alza verso di me e mi trafigge come mai aveva fatto prima d'ora. Mia madre stringe i pugni e viene verso di me, il viso stravolto dall'alcol.
"Dove sei stata... tu...piuttosto!" Esclama strascicando le parole.
Deglutisco a fatica. "No, mamma, sono io quella che si deve arrabbiare." Ringhio tremante. "Non puoi permetterti di dirmi niente, non tu!"

"Attenta a come parli, Kleopatra! Attenta... attenta!" Urla nevrotica, gesticolando con le mani nervosamente. Mi afferra i polsi in una morsa sorprendentemente forte. "Io ti ho creata ed io ti posso distruggere." Sibila fuori di sè, strattonandomi.
Deglutisco a fatica a quelle parole velenose, tirandomi indietro.

Non mi hai mai messo le mani addosso prima d'ora. "Guarda come ti sei conciata." La indico con un cenno della mano. "Guardati. Sei... irriconoscibile." Affermo duramente, ma con una nota di disperazione nella voce.

Quasi non mi accorgo dello schiaffo che mi arriva dritto in faccia pochi secondi dopo, forse perchè proprio non me lo aspettavo, non da mia madre.
È forte, brucia. Fa male più dentro che fuori e le lacrime mi solleticano l'interno degli occhi mentre corro al piano di sopra.

Mi chiudo in camera mia e, ricacciando i singhiozzi del pianto che mi graffiano il petto e la gola, raccolgo un po' della mia roba e la infilo in uno dei miei zainetti con le borchie.
"Kleopatra! Kleopatra, cazzo, torna qui!"

Le urla di mia madre ed i suoi pugni alla porta sono incessanti e quasi folli, mi fanno tremare dalla testa ai piedi. Ma non piangerò, mi dico. Non lo farò più, non per lei.

Mi infilo la giacca e metto la borsa in spalla, poi esco sul davanzale della finestra. Guardo di sotto e per un attimo la testa mi gira, ma mi faccio forza e mi arrampico all'albero di fronte a me, scendendo poi in giardino.

Una volta fuori da quella casa che ormai non mi appartiene più, corro veloce per le strade buie e deserte della cittá, l'aria mi sferza il viso ancora ovattato e il freddo mi entra nelle ossa.
Corro per un tempo indefinito, forse per minuti, forse per mezz'ora o un'ora, attraverso parchetti e vicoli senza un'anima viva, finchè non arrivo proprio davanti al Punk'n roll.

Crollo in ginocchio all'entrata e osservo la scritta luminosa del locale, i polmoni che vanno a fuoco. Ogni volta che respiro è come se qualcuno mi raschiasse la gola con degli aghi e mi ci vuole un bel po' prima che sia in grado di alzarmi di nuovo su due piedi e riprendere il fiato.

Nascondo il mio dolore dietro un paio di strani e vecchi occhiali da sole neri a forma di cuore, che trovo sul fondo della borsa. Faccio qualche respiro profondo e come meglio riesco cerco di mettermi a posto i capelli, poi mi sfilo la giacca rimanendo solo in canottiera ed entro nel locale. Le luci cupe e lampeggianti e la musica frastornante mi aggrediscono, ma ignorando il dolore che mi mangia viva dall'interno, lascio le mie cose all'entrata e mi butto tra la folla di gente sconosciuta.

Dietro Quella CorazzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora