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[FILLER]

La prima volta che l'ho incontrato ero alle medie. Avevo tredici anni, e lui ne aveva dodici. Ero il nuovo ragazzo trasferito, non conoscevo nessuno. ''Non che m'importi molto'', mi dicevo.
Non avevo mai avuto amicizie serie, ero un ragazzino freddo, ma gli altri non hanno mai provato a capire perché. Non che io abbia tentato di capirlo da me.

Era ora di pranzo, e me ne stavo seduto nella biblioteca della scuola, da solo. Poi qualcuno si mise a sedere di fronte a me, in un primo mento silenzioso, forse attendeva che alzassi lo sguardo, ma io non lo feci.

>>Sei solo?<<

Annuii, dando distrattamente peso alla voce adorabile della ragazza che mi aveva appena disturbato. Lei mosse la mano verso di me, così che io sollevassi leggermente gli occhi per osservare quella manina piccola e deliziosa, alla quale roteai gli occhi.
Non potevo vederla bene a causa della frangia troppo lunga che mi ricadeva sul campo visivo, ma aveva i capelli corti, quindi mossi con un veloce gesto le ciocche via dalla mia fronte, muovendo la mia mano per scuotere la sua, e guardandola mi resi conto che la ragazzina era in realtà un ragazzino.
E possa io morire ora se non dico il vero, quello fu il momento più bello nella mia intera vita. 

Aveva capelli del colore del cioccolato, quel dolce e cremoso cioccolato caldo col miele dorato, con le nocciole tostate e la panna montata, il cui odore poteva essere annusato da chiunque nel vicinato quando la mamma lo preparava in autunno, quand'ero ancora a Daegu.

 La sua gentile ed amichevole espressione ricordava il tipo di gentilezza ed affettività che solo la nonna riusciva a mostrarmi, quando mamma ci lasciava soli per andare a lavoro, e lei mi guardava come lui mi stava osservando, curioso e, nonostante fosse stato lui a parlarmi per primo, timidamente.

Aveva su di se le più belle sfumature di colori, le sue guance erano colorate dal più gradevole rosa, le sue labbra ricordavano il velluto in morbidezza e il colore di una mela rossa che una volta avevo rubato dal giardino del vicino, opposte al pallore della sua giovane e morbida pelle, fresca come neve appena caduta nella brezza fredda d'inizio inverno, candida.

Ed infine i suoi profondi, eloquenti occhi, quasi neri che mi stavano ingoiando, sommergendomi nella loro brillantezza e vivacità, paralizzando la mia mano in quella sua, piccola e calda, la bocca dischiusa in contemplazione di cotanta meravigliosa grazia.


La prima volta che trovai un amico avevo quindici anni.

Jimin, questo era il suo nome.

Jimin, non suona come una melodia?

Jimin, più lo pronuncio più riesco ad udire la sua unica e personale sinfonia.

Jimin. La senti anche tu? Io la adoro.

Presi la sua mano, stringendola forte fra le dita, pensando conflittualmente a come interrompere il suo pianto, che struggente mi spezzava il cuore con forza distruttiva. Le sue lacrime brillavano vivide sotto il caldo sole estivo, come gocce di pioggia esposte alla luce.

Jimin, tu sapevi che quando piove e c'è il sole un arcobaleno apparirà?

Lui afferrò la mia maglietta blu chiaro con entrambi i pugni, le sue lacrime gocciolanti sull'asfalto, evaporavano poco dopo e la chiazza sul grigio scuro spariva. Con la mano cominciò ad accarezzare il suo capo, gioendo della sensazione che i suoi soffici capelli sul palmo mi solleticavano. Lui mi guardò negli occhi con i suoi umidi, rossi e gonfi, l'ombra di un sorriso facentesi strada sulle sue labbra tremanti.

>>Yoongi, siamo amici adesso?<<


La prima volta che mi sono innamorato era un giorno piovoso, ed avevo sedici anni.

La realizzazione mi colpì con forza, nonostante io avessi tentato di non cedere alla tempesta nei miei cuore e mente. Erano solo due parole, un verbo, amavo, ed un nome, Jimin, ma a me suonarono come una condanna a morte. 

Fu pioggia per me tutto il giorno, una pioggia persistente, che si insinuò nelle mie orbite fino a che non ne uscì fuori per bagnare le mie guance. Ne uscì così tanta da formarne cascate. Strofinai più e più volte le maniche della mia felpa sul viso, raccogliendo come una spugna tutta quell'acqua salata.

Questa volta non ci sarà alcun arcobaleno, non è così mio adoratissimo Jimin?

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TENDER TOUCH - JiKook/KookMin (Italian)Where stories live. Discover now