NOVANTANOVE

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Kate aveva girato la mattina un po' per Syracuse, zaino in spalla, e poi aveva preso una camera in un semplice hotel vicino alla stazione dei pullman. Aveva preso tutto il necessario dall'ufficio informazioni per quell'escursione che l'avrebbe portata alle cascate del Niagara e poi a Toronto. Sarebbero partiti dal piazzale davanti al suo hotel la mattina successiva alle 7:00 in punto e la sua visita si sarebbe conclusa dodici ore più tardi alla stazione dei bus a Toronto, dopo un giro della città. La ragazza dell'ufficio informazioni, molto zelante, le aveva spiegato bene il percorso e le tappe, quello che era incluso e quello che non lo era, poi l'aveva indirizzata nell'ufficio vicino per prenotare il suo posto, rassicurandola che, non essendo alta stagione, lo avrebbe trovato senza troppe difficoltà. Le cose andarono proprio così, il giovane alla biglietteria le diede la ricevuta di pagamento ed una copia del programma, raccomandandosi di non perdere nulla perché era necessario mostrarle ogni volta che fosse salita e scesa dal bus durante le visite. Le fece poi scegliere il posto e Kate ne prese uno quasi in fondo all'autobus, dalla mappa aveva visto che gli altri, pochi, posti presi erano tutti davanti e sperava così di avere un po' di tranquillità. Le chiesero un documento, per registrare i dati, così da avere già la lista da dare alla dogana e avrebbero velocizzato la procedura.

Le fece ancora strano sentirsi chiamare Elizabeth quando il ragazzo la salutò, raccomandandole ancora una volta di non perdere nulla e di essere puntuale. A quel punto non sapeva più se era lui troppo ansioso o lei che dava l'idea si essere troppo svagata.

Castle le aveva mandato qualche messaggio e si erano sentiti brevemente prima che lui varcasse il confine e poi subito dopo. Tutto era andato bene, non aveva avuto problemi e non avevano fatto troppe storie nemmeno per controllare il contenuto dei suoi bagagli. Poco prima dell'ora di pranzo era uscita di nuovo dopo aver messo nella cassetta di sicurezza della camera le pistole e una parte dei contanti che le aveva lasciato Castle. Fece un giro per un mercatino in città, dimenticandosi per qualche ora di dove era, lasciando andare la sua curiosità nell'osservare quelle bancarelle piene di oggetti strani, alcuni antichi, altri decisamente solo vecchi ed eccentrici. Amava soprattutto i banchetti dei libri usati, era convinta che in un libro di seconda mano si nascondesse anche una parte dell'anima di chi lo aveva letto prima di lei. Frugò tra quei volumi a volte logori e polverosi per cercare qualcosa che la colpisse ed alla fine trovò una vecchia edizione illustrata de "Il corvo ed altri racconti" di Edgar Allan Poe e non resistette alla tentazione di comprarlo per regalarlo a Castle che sicuramente lo avrebbe amato. Fu sorpresa quando il vecchio libraio glielo lasciò per pochi dollari ma mise nello zaino quello che per lei era un vero e proprio cimelio. Aveva poi trovato la statuetta di due elefantini con le proboscidi intrecciate tra loro ed aveva deciso si prenderla per se, magari quando tutto si sarebbe risolto l'avrebbe aggiunta alla sua collezione sulla scrivania, oppure gli avrebbe trovato posto nella loro casa nuova. Era tornata in un attimo a pensare al futuro in modo propositivo e si stupiva di se stessa per quanta speranza aveva racchiusa in se, nascosta sotto le sue paure.

Castle, nel frattempo era arrivato ad Hamilton, era andato all'indirizzo che gli aveva suggerito Joe. Ad attenderlo c'era Eloise, una ragazza che abitava in quel palazzo alla periferia della città. Scambiarono qualche parola e gli spiegò che se voleva c'era un appartamento libero in quel palazzo, era di un suo amico aveva vinto una borsa di studio a Los Angeles e non sarebbe tornato fino alla fine del semestre delle lezioni. L'ambiente era piccolo, poco più di un monolocale, con la zona notte separata dal resto da una parete scorrevole. Però aveva tutto quello che gli poteva servire e decise che non aveva senso cercare altro, soprattutto se la persona che glielo proponeva era fidata. Eloise gli propose 150 dollari canadesi a settimana spese incluse e Rick non aveva alcuna voglia di contrattare il prezzo pagando subito quanto richiesto. Si strinsero la mano e questo bastava come accordo. La ragazza poi gli indicò alcune cose sul posto, facendogli vedere come lì vicino si trovasse un piccolo supermarket per fare la spesa ad un isolato di distanza, sulla strada principale, c'erano molti ristoranti e locali che facevano anche consegne a domicilio. Gli mostrò come il suo amico avesse praticamente un volantino di ognuno attaccato sulla lavagna magnetica dell'angolo cottura dove l'unica cosa che sembrava essere stata utilizzata era il forno a microonde, tutto il resto degli elettrodomestici sembrava immacolato.

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