DODICI

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- Allora Ricky cosa fai? Vedi? - Il sindaco Weldon aveva appena rilanciato una somma ingente sul piatto. In gioco erano rimasti solo lui e Castle, mentre il giudice Markway, il capo della polizia Bratton ed il senatore Bracken li osservavano. Rick lanciò le carte sul tavolo e Bob ridendo avvicinò tutte le fiches a sè.
- Cosa ti succede Ricky? Hai perso il tuo portafortuna? - lo prese in giro bonariamente il sindaco mentre metteva le fiches una sull'altra.
- Uhm? Solo un periodo Bob, non farci l'abitudine!
- Beh, come si dice, sfortunato al gioco, fortunato in amore, magari la dea bendata si sarà concentrata su questo! - Bob rise ancora e anche gli altri lo fecero.
- In effetti Castle hai un po' l'espressione da innamorato, quella testa fra le nuvole tipica del momento! - Sottolineò il giudice Markway
- Sarebbe anche ora che mettesse la testa a posto il nostro scrittore! Però è un po' che latita da pagina 6 del Ledger magari stavolta è qualcosa di serio... - insistette il sindaco
- Bob non mi pare che tu sia la persona giusta per farmi la predica. Il tuo ultimo divorzio è stato il terzo o il quarto? - lo schernì Rick
- Quarto! - disse Bratton - Anche se stiamo perdendo tutti il conto! Ma qui l'unico serio è il senatore, dì un po' Will da quanto sei sposato tu?
- Ventiquattro anni.
- E lei lo sa? - Rise Bratton
- Ma come hai fatto? - chiese Markway
- Ci vediamo poco, lei è sempre rimasta a New York, meno tempo per litigare. - disse il senatore serio
Continuarono a chiacchierare di donne, mogli e amanti con Castle che provò a mostrare il suo solito interesse per l'argomento, fino a quando Bracken non cambiò discorso.
- Allora Castle, a quando il tuo prossimo libro? Qualche anticipazione?
- Uscirà in autunno, come sempre. Ed avrà la copertina blu. - disse sorridendo sapendo che non era proprio quello in genere di anticipazione che i suoi lettori volevano
- E su Nikki e Rook, invece? - lo incalzò il senatore
- Quello è tutto top secret! Dovrai aspettare e leggere tu stesso cosa accadrà ai due!
- Una bella storia d'amore... Tu sei per il lieto fine Rick per le storie d'amore di solito? Come le immagini nella tua mente, con il vissero tutti felici e contenti o più alla Romeo e Giulietta, con gli innamorati che muoiono insieme... - Le parole del senatore aleggiarono sul tavolo e colpirono Castle. Rook e Nikki erano la proiezione sua e di Kate, non poteva immaginare nessun finale diverso per loro da quello felice.
- Sono un'ottimista, le mie storie voglio che portino la speranza che la verità e la giustizia alla fine possano trionfare e che ci sia un mondo migliore, dove i buoni hanno la loro giusta ricompensa, anche sentimentalmente.
- Sarebbe bello un mondo così, in effetti... - annuì Bracken - A proposito di Nikki, la sua partner, la detective Beckett, giusto? Come sta?
- Meglio, l'hanno trasferita da qualche giorno in reparto. È fuori pericolo, deve solo recuperare.
- Oh un'ottima notizia. È assurdo come la violenza dilagante delle nostre città vada a colpire così duramente chi si è sempre prodigato per difendere i cittadini. Ci vorrebbe il pugno più duro per impedire che questi episodi accadano ancora. - Bracken sembrava stesse facendo un comizio e tutti tranne Rick annuirono alle sue parole. Non era un problema di criminalità e controllo del territorio ma non poteva cominciare una discussione su quello.
- Senti Bob, a proposito di Beckett - Rick colse la palla al balzo per chiedere un favore al suo amico sindaco - i suoi colleghi del dodicesimo sono stati estromessi dalle indagini, sai sono suoi amici, ci sono rimasti male...
- Bratton, che dici, si può fare qualcosa? - chiese Weldon al capo della Polizia
- Non so chi ha preso questa decisione e perché, ma tranquillo Castle, domani faccio un paio di telefonate. So che capitano del quinto è stato nominato da poco, non lo conosco personalmente, ma gli dirò di far avere una copia del fascicolo alla Gates e di lasciar collaborare i suoi detective, immagino che Victoria sia furiosa per questo! Quella donna è terribile! Non lo ammetterà mai ma sono sicuro che è stata lei a chiederti di farla rientrare nel caso!
- Come hai detto tu Bratton, anche se fosse non lo ammetterebbe mai! - Castle gli fece un occhiolino a voler confermare la cosa, se lui voleva pensarla così a Rick andava benissimo
- Credo che sia un'ottima idea che i colleghi di Beckett collaborino alle indagini. Sicuramente saranno più motivati a cercare la verità che è la cosa più importante. Com'è che si dice, la verità vince su tutto, no? - Intervenne Bracken
- Senatore, sentire un politico parlare di verità come cosa più importante fa molto ridere eh! - Disse il giudice Markway sarcastico - Dove l'ha sentita questa frase, di sicuro non a Washington!
- Oh non ricordo, devo averla letta molti anni fa... C'è chi ci crede veramente però, lasciamogli le loro illusioni... - disse Bracken con un sorrido beffardo sul volto mentre sollevava appena le carte per guardarle ed aprire le puntate di quella nuova mano.

Bratton fu di parola. Il pomeriggio successivo mentre era in ospedale da Kate, Victoria Gates chiamò Rick chiedendogli quanto ci fosse del suo zampino nel riammettere il dodicesimo alle indagini sul ferimento di Kate. Castle fu titubante nel risponderle, temendo una delle solite ramanzine del capitano, ma quando la donna lo ringraziò per quello, Rick le rispose che lui voleva solo scoprire la verità e quello era il modo migliore per farlo.
- Così siamo di nuovo dentro le indagini! - Disse contenta Beckett che aveva ascoltato le parole di Castle al telefono
- Loro sono dentro le indagini. Se ne occuperanno Ryan ed Esposito. - precisò Rick guardandola serio
- Sono io ad essere quasi stata uccisa Castle! E sappiamo tutti perché. - rispose lei duramente
- Sì appunto per questo. Guarda dove sei Kate! A mala pena riesci a stare in piedi, come fai a pensare di essere dentro a qualsiasi caso? Anzi no, tu ci sei, ma sei la vittima. Ricordatelo. - Le parole di Rick erano dure, non aveva usato nessun riguardo nel lanciargliele contro e poi si era allontanata dal suo letto andando verso la finestra che dava sull'entrata dell'ospedale osservando il via vai di gente entrare ed uscire dall'alto di uno degli ultimi piani dell'edificio, dove si trovavano adesso.

Quella stanza dove Kate stava affrontando la nuova fase della degenza era sicuramente più confortevole. Non c'erano più macchinari con i loro bip fastidiosi, luci fredde e pareti fin troppo bianche. Era un ambiente più rassicurante, con le pareti color crema, i mobili di legno chiaro, le poltrone in pelle scura. Sembrava la camera di un hotel, Rick le diceva sempre di vederla così. Non erano stati giorni facili e l'iniziale entusiasmo di Kate per essere finalmente fuori dalla terapia intensiva si tramutò in frustrazione e sconforto quando si rese conto che il suo percorso era solo all'inizio. Castle l'aveva sostenuta, fisicamente e moralmente in ogni passo che aveva dovuto compiere in quei primi giorni, cercando di farle vedere sempre il lato positivo di ogni situazione, nonostante lei non fosse così propensa a farlo. Rick aveva sperato che quella nuova fase della sua degenza segnasse anche una loro maggior vicinanza ed invece contro ogni sua aspettativa non fu così, anzi Kate sembra più scostante e più si trovava in difficoltà nelle piccole cose quotidiane, come poteva anche solo essere voltarsi per prendere un bicchiere d'acqua, più diventava irritabile con lui che la aiutava. Rick accettò di buon grado il suo cambio di umore, si ripeteva che doveva aver pazienza e viveva sempre, in fondo, con la convinzione che se lei si trovasse in quella situazione fosse anche colpa sua, del suo essersene andato, del non averle risposto. Kate stava silenziosamente rivivendo il suo incubo dell'anno precedente e quella degenza infinita nella quale si sentiva inutile, un peso per tutti. Era in quella situazione che meno di dodici mesi prima aveva lasciato Josh quando lui si stava occupando di lei proprio come faceva adesso Castle ed era scappata via con suo padre, in montagna appena dimessa. Non voleva essere un peso per nessuno invece, soprattutto per Rick, era arrabbiata con se stessa per questo, per avere vicino un uomo che le stava facendo solo da infermiere quando lei avrebbe voluto ben altro e così lo teneva a distanza facendo del male ad entrambi e se ne rese conto proprio in quel momento, quando fu lui ad essere duro e ad allontanarsi da lei. Si alzò lentamente e camminò incerta fino a lui, si appoggiò alla sua schiena facendolo sussultare e poi prima che potesse fare nulla lo abbracciò, poggiando le mani sul suo petto e la testa su di lui. Rick rimase immobile godendosi quell'abbraccio inaspettato.
- Scusami. Per prima e per questi giorni. Io... non sono facile Castle, lo sai. Tutto questo non è facile. Forse abbiamo corso troppo.
- Hai dei ripensamenti Beckett? - Gli disse Rick continuando a guardare fuori, mentre copriva con una mano entrambe le sue appoggiate a lui.
- Non su di te. Su di me. Non voglio ferirti e credo che sto facendo solo questo invece.
Rick si voltò piano, liberandosi dall'abbraccio di Kate. Le alzò il mento quel tanto che bastava per guardarla negli occhi e le sistemò un ciocca di capelli dietro l'orecchio soffermandosi ad accarezzarle il viso.
- Corso troppo? Tu a mala pena cammini ed io sono pigro... - le disse dolcemente mentre spostava lo sguardo sulle sue labbra. Si avvicinò lentamente fino a sentire il respiro di Kate sulla sua pelle. I loro nasi si sfiorarono facendoli sorridere entrambi, poi Rick appoggiò le labbra su quelle di lei accarezzandole appena in un contatto fugace che bastò perchè i loro corpi fossero percorsi da quelle scariche elettriche che erano la inevitabile conseguenza della loro chimica mai troppo celata.
Il bussare energico alla porta li fece allontanare molto più velocemente di quanto si erano avvicinati ed appena in tempo prima che si aprisse e Ryan ed Esposito facessero il loro ingresso.
- Ehy ragazzi sapete la novità? Ci hanno ridato il caso di Beckett! - Annunciò entusiasta l'ispanico che non si preoccupò troppo nel vederli in piedi ed abbracciati mentre Ryan era decisamente più imbarazzato e sembrava stupito e consapevole che avevano interrotto qualcosa.

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