SETTANTANOVE

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- George Rosen, 55 anni. Avvocato.

- E così il nostro mister X era un avvocato... - Commentò Kate. Si era fatta passare un paio di guanti e si era chinata sul cadavere per osservarlo meglio, non senza qualche fatica ed imbarazzo per via del vestito.

- Stessa arma? - Chiese a Ryan ed Esposito

- Stiamo aspettando Lanie per avere qualche notizia in più, ma ad occhio direi che potrebbe essere così. - Rispose Javier

- Non abbiamo trovato né cellulare né computer. - Disse Ryan - Eppure nella sua ventiquattrore ci sono caricabatterie di entrambi.

- Chiunque lo ha ucciso si è assicurato di portar via tutto il materiale che scottava. - Osservò Kate rialzandosi proprio mentre arrivava Lanie

- Mio Dio tesoro! Sei uno schianto! - Disse a Kate mentre cercava di risistemarsi il vestito che si era sollevato un po' troppo nel piegarsi e Castle la guardava sorridendo compiaciuto. - Ehy scrittore, anche tu non sei male... Mi pare di capire che vi hanno interrotto una seratina interessante!

Beckett non era riuscita a fermare le battute della sua amica facendo sorridere i detective presenti ed anche gli agenti che stavano etichettando i vari reperti.

- Cosa mi puoi dire Lanie? - Chiese Kate ignorando i suoi commenti. La dottoressa stava studiando il corpo senza vita di Rosen.

- È morto circa due o tre ore fa. Non ci sono segni di lotta, apparentemente. - Constatò osservando le mani e il collo dell'uomo. - La causa della morte sembra proprio questo colpo alla nuca.

- I vicini hanno segnalato il rumore di uno sparo poco meno di tre ore fa. - Segnalò Kevin

- Bene, fate portare questo distinto signore sul mio tavolo, poi vi potrò dire di più. - Concluse Lanie togliendosi i guanti.

- Cosa sappiamo di lui? - Chiese Kate ai colleghi.

- Poco, dalla centrale non ci hanno saputo dire molto. Divorziato, la ex moglie abita a Philadelphia, nessun figlio, i genitori sono morti anni fa. - Ryan lesse il suo taccuino con le notizie che gli avevano dato per telefono.

- Nessun parente in città? Un sorella di dieci anni più grande di lui, Rita. - Continuò l'irlandese.

- L'avete avvisata? - Gli domandò Kate

- No, non ancora. Dalla sua scheda risulta che soffre di problemi di cuore, non vorremmo...

Beckett controllò l'orario. Erano passate le tre di notte.

- Va bene, andremo da lei domani mattina. Andiamo a dormire qualche ora...

- Sicuri che voi dormirete? - Chiese Esposito ridendo a Castle che stava per rispondergli quando lo sguardo di Kate lo fulminò.

- Non una parola Castle. - E lo scrittore chiuse la bocca senza dire più nulla.

- Sarà meglio andare a casa adesso. - Disse Kate buttandosi pesantemente sul sedile dell'auto di Castle.

- Preoccupata? - Gli chiese Rick appena partiti

- Questo caso sta diventando più complicato di quanto pensassi. La morte di Rosen ci toglie l'unica pista per l'omicidio di Nicole Church. - Ammise sconsolata

- Però se la mano dell'assassino è la stessa, questo caso ci può portare altre piste.

Si voltò e la vide con la testa tra le mani, mentre si massaggiava le tempie. Era evidentemente anche stanca.

- Ehy, riposati adesso. Qualunque cosa sia ci penseremo tra qualche ora, ok?

Beckett annuì e chiuse gli occhi. Era la prima volta che Castle la vedeva addormentarsi così in auto. Avrebbe parcheggiato e sarebbe rimasto lì a guardarla dormire fino a quando il sole non sarebbe sorto. Accelerò, invece, per arrivare a casa il prima possibile.

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