Capitolo 10

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Rientriamo nel locale ancora a braccetto e quando arriviamo al tavolo, ovviamente, abbiamo il plotone di curiosone ad attenderci. Il mio sguardo incontra quello di Lexa e prima di cedere all'imbarazzo, ridiamo sonoramente delle loro facce sbigottite.

"Cosa sono quelle facce ragazze? Forse è perché Anya vi ha stracciato al biliardo? O c'è qualcos'altro? Voglio sperare che non abbiate scommesso un altro mio bacio...", affermo spavalda, stringendo più forte il braccio di Lexa.

"Molto spiritosa bionda, ma ti devo deludere, sono io che ho stracciato queste due!", esclama Raven pavoneggiandosi.

"Sì, solo perché hai barato Rae, se no, non ce l'avresti mai fatta...", la smentisce Octavia.

"Io non baro mai, non è colpa mia se il tavolo pendeva e la palla 8 è andata subito in buca".

Cominciamo a ridere delle scuse patetiche della mia allenatrice. Il mio stratagemma per sviare l'attenzione su di noi sembra essere andato a buon fine, ma, purtroppo, una domanda arriva lo stesso.

"Piuttosto, dov'eravate finite?", ci chiede Anya.

"A Clarke dava fastidio la gamba e così siamo andate fuori a fare due passi...", spiega Lexa anticipandomi.

"Fammi indovinare, la circolazione?", le domanda la dottoressa, capendo subito il problema.

La donna al mio fianco annuisce, rivolgendole un sorriso colpevole.

"Ragazze, forse è meglio concludere la serata, credo che Clarke abbia già faticato abbastanza per oggi. E poi voglio che si riposi tutto il weekend... ordini del dottore! Clarke, lunedì arriverà anche troppo presto...", afferma Anya incuriosendomi.

"E cosa succede lunedì? Terapia a parte...", le domando ingenuamente.

"Lunedì cominciamo il suicidio e, per mia esperienza, la prima volta è sempre quella più dura, poi ci si abitua, ma se ti riposi è meglio...", è Lexa a rispondermi cercando di indorarmi la pillola.

"Ah, già... lo avevo rimosso completamente", dico cadendo nello sconforto più totale.

"Dai Clarkey, ora non pensarci. Abbiamo passato un bellissima serata, ci siamo divertite come matte e ora ci vuole una bella dormita", cerca di tirarmi un po' su Octavia.

Le sorrido timidamente, cercando di minimizzare la cosa. E che sarà mai? Clarke, hai appena baciato la donna più affascinante sulla terra, un banale esercizio di fisioterapia non può farti passare la gioia per quello che hai appena condiviso con lei. Per una volta mi trovo d'accordo con la mia vocina irritante... e la cosa è, a dir poco, preoccupante!

Paghiamo il conto e ci avviamo tutte verso l'uscita. Quando sono convinta di averla fatta franca, sento la voce di Raven arrivarmi alle spalle.

"Lexa, alla fine lo hai poi ritirato il tuo 'premio'?", le chiede con un tatto da far impallidire un elefante in un negozio di cristalli.

"Lexa, se non ti dispiace, vorrei rispondere io", intervengo accarezzandole il braccio, lei mi sorride permettendomi di continuare.

"Ancora no Rae e a questo proposito...", lascio la frase in sospeso.

L'istante dopo le mie labbra stanno già sfiorando la guancia della mia fisioterapista. Il contatto anche se estremamente casto, mi fa venire la pelle d'oca, e non solo a me. Mentre mi stringo a lei sento il suo corpo tremare. Non so cosa sta nascendo tra noi, non riesco ancora a darci un nome, ma voglio assolutamente scoprirlo e continuare a sentirmi così... viva.

"Ehi... ma così non vale!", protesta Rae.

"Eccome se vale, non hai specificato, nella tua brillante idea...", ribatto soddisfatta di averla messa in buca.

ICE DancingWhere stories live. Discover now