13. Stiles è un sadico

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Quando quella mattina suonò la sveglia, con quel canto infernale che avrebbe fatto impazzire persino Satana, i miei occhi stanchi si aprirono a forza. Con una manata, la scaraventai giù dal comodino vicino al mio letto mentre gemevo dalla rabbia e dal dolore generale del mio corpo. Non avevo dormito tutta la notte per colpa di quello stupido cadavere, continuavo a vedere quella festa, quei occhi vitrei.

Mi alzai dal letto e subito me ne pentii: al mal di testa incessante si unirono dei conati di vomito e dei crampi allo stomaco molto poco accetti. Mi facevano male gli occhi, sia per il mancato sonno sia per la luce del sole che entrava dalla finestra – avevo dimenticato di chiudere le persiane. Tutto il mio corpo era intorpidito, mi facevano male i muscoli ad ogni movimento. Sto morendo, l'unica spiegazione. Mi girai per guardarmi in torno e vidi subito la causa di tutto il mio malessere: sangue.

"Perfetto, mi è venuto il ciclo," sospirai esasperata. La giornata non poteva iniziare meglio di così.

Mi allontanai per andare a prendere delle lenzuola nuove, ma inciampai sulle scarpe che avevo seminato per la stanza la sera prima, "puttana te e tutta la tua famiglia!" gridai in preda alla rabbia. La cosa che odiavo di più del ciclo non erano i crampi, perché di solito venivo graziata – era la mia irritabilità. E l'essere arrabbiata contro la mia irritabilità mi rendeva ancora più infuriata. Così, per tutta la mattina continuai a lanciare parolacce ed insulti a destra e a manca, per sfogarmi un pochino.

Ero quasi riuscita a trovare la pace dei sensi quando il mio telefono suonò. Urlai dalla frustrazione, chi mai voleva chiamarmi di prima mattina? Era Stiles, "buongiorno principessa!"

Mi passai la mano tra i capelli spettinati, sembravano un nido di rondine per quanti nodi si erano formati, "chiamami un'altra volta cosi e giuro ti scuoio vivo."

"Woah, qualcuno si è svegliato con la luna storta stamattina," disse il castano ridendo ma cambiò subito atteggiamento quando mi sentì ringhiare come un cane inferocito. Si schiarì la gola prima di parlare, "sto per raccontare a mio padre del corpo, vuoi venire a vedere quando andranno ad arrestare Derek Hale?"

Feci un respiro profondo, "spiegami perché dovrei andare a vedere un uomo che viene arrestato per omicidio ed occultamento di cadavere. Di prima mattina."

"Qualcuno ha anche mangiato un libro giallo a colazione," scherzò di nuovo il ragazzo che avrei dovuto amare. In quel momento volevo soltanto staccargli la testa dal corpo, molto lentamente. "Non lo so, pensavo ti avrebbe fatto piacere?"

Mi affacciai alla finestra aperta che dava sulla camera di Stiles e feci contatto visivo con lui, "hai mai pensato che forse è questo il motivo per cui sei ancora single?"

Stiles aprì la finestra con il telefono tra la spalla e l'orecchio, "ouch, così mi ferisci Rose. Quindi, vieni o non vieni?"

Chiusi la chiamata mentre lo fissavo dritto negli occhi, "mi vesto e scendo." Non sarebbe servito a niente declinare l'offerta perché avrebbe continuato a pregarmi, cercando di farmi cambiare idea, e non ero dell'umore adatto.

Chiusi le tende, per evitare che quel pervertito mi guardasse e mi misi i vestiti più comodi e scuri che avevo. Scesi le scale mentre mi pettinavo i capelli, passai dalla cucina per afferrare una merendina o qualcosa de genere per fare colazione. Zia Meg era già andata al lavoro quindi non dovevo trovare nessuna scusa per uscire di casa un'ora prima del solito e per spiegare il mio terribile umore. Presi un bicchiere d'acqua cercando di annegare il mio malumore, insieme ai miei rimpianti, ed uscii di casa.



Non avrei mai pensato che vedere Derek portato via in manette sarebbe stato soddisfacente – Stiles aveva ragione. Noi tre stavamo guardando da lontano come il bel fusto veniva scortato dalla polizia verso la macchina mentre la scientifica analizzava la scena del crimine. Quando lo sceriffo ci chiese come avevamo trovato il cadavere riuscii a cavarmela per il rotto della cuffia, dicendo che stavamo facendo una camminata mattutina per far partire la giornata col piede giusto quando, avvicinandoci a casa Hale avevamo notato quella strana zona di terra smossa. Mi ricorderò sempre lo sguardo confuso del padre di Stiles mentre raccontavo la storia, e non lo biasimo, ma fortunatamente non ci fece altre domande. Avrò avuto la lingua ammaliatrice.

Touch || Stiles StilinskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora