Sbuffai, rendendomi conto che era bello essere la Cole, ma non essere guardata da altri occhi, su un corpo che non è il tuo.

"Però così sono bella", dichiarai cercando di convincermi.

Lui sorrise amaramente scuotendo la testa.
"Tu sei meglio. Con i tuoi occhi azzurri, il tuo sorriso, il tuo fisico e i tuoi capelli."

Mi morsi ancora una volta l'interno della guancia per cercare di non mostrargli troppo la mia felicità quando diceva queste cose.

Lui non mi vedeva, lui mi guardava.

Era ben diverso.

Fece una smorfia. "Poi così sei più alta di me", si lamentò.

Ridacchiai. "Rimani sempre lo stesso Zayn."

Trasalì. "Oddio, Gio. Ma cos'è questa voce?"

"La voce di Cheryl."

Ruotò gli occhi. "Facciamo questa cosa prima che mi abitui a sta merda e non riesca a dormire stanotte."

Guardai l'orologio della chiesa.

Le 11:20.

***

"Massima concentrazione Cheryl", fece una prova Zayn, cercando insieme a me, di camminare verso il cancello in modo elegante.

Non saremmo durati molto, ma almeno due metri li avevamo fatti.

"Ma ti sei reso conto che ho dei trampoli al posto dei tacchi?" Esclamai.

"Ma stiamo andando lentissimi!" Si giustificò lui.

"Si, perché tu sei anziano ora."

"Beh, almeno non dobbiamo entrare mascherati per non essere scoperti uccidendo guardie a caso davanti al cancello."

"Con dei pezzi di albero che prendi da chissà dove..." ricordai.

"Hey, quello è un segreto." Rispose Zayn.

Una volta arrivati davanti al cancello le guardie si stupirono.
"Quale onore! Prego gentili signori, dove siete diretti precisamente?"

"In realtà stiamo andando a trovare il nostro collega, Simon Cowell, lei sa dove possiamo trovarlo?" Disse Zayn, già con le cazzate pronte sulla lingua.

"Certo, seguitemi pure", disse la guardia camminando davanti a noi a passo svelto.

"La guardia che ieri abbiamo fatto fuori oggi non c'è.." sussurrai.

"Si vede che l'abbiamo uccisa per davvero", rispose Zayn con naturalezza, mantenendo il mio tono basso.

Sbiancai ma cercai di riprendermi immediatamente quando entrammo nella sua stanza.

"Ecco a voi, buona serata signori."

Sorridemmo riconoscenti e la porta sbatté alla chiusura.

Al che Cowell alzó lo sguardo, e mostrò un sorriso sincero quando ci vide.
"Cari miei!" Esclamò.

"Ma porc.." iniziò a dire Zayn, ma lo fermai dandogli il tacco sul piede.

Ci abbracciò, e noi tentammo di ricambiare senza troppe storie: eravamo pur sempre Louis e Cheryl, persone molto importanti nella vita di Simon.

Finalmente ci staccammo, e lui ci fece accomodare davanti a lui, sulle sedie girevoli della scrivania.

Parlammo del più e del meno, con i classici modi di iniziare una conversazione per il timore, o per la poca curiosità di arrivare subito al succo della questione.

Ci fece portare una tazza di tè e Simon si accese una sigaretta.

Posai la mano sul ginocchio di Zayn, immaginando la voglia irrefrenabile che provava di prenderne anche lui una, e infatti mi ringraziò sorridendomi piano.

La maga ci aveva anche raccomandato di non accettare sigarette, cibi poco salutari, droghe, eccetera.
Secondo lei, avrebbero influito sull'incantesimo, spezzandolo all'istante.

"Ieri sera è successa una cosa assurda", iniziò a parlare Cowell.

Deglutii. Sapevo che doveva raccontare del fatto di me e Zayn, così mi preparai psicologicamente.

"Ho dovuto chiamare le riparazioni per armadi, cassetti, serrature e una finestra. Non ho mai speso così tanto in tutta la mia carriera." Spiegò Simon.

Ci fingemmo sbalorditi.
"E perché mai?" Domandai.

"Due stupidi ragazzini, a quanto mi hanno riferito le mie guardie più fidate, hanno tentato di rapinare le mie cose." Si avvicinò ai nostri visi sussurrando "ho trovato per terra il foglio delle regole della Modest."

"Ma è orribile, dannazione!" Esclamò Zayn.

"Sono riusciti a rubare qualcosa?" Chiesi fingendo una preoccupazione sul mio volto.

Quello annuì. "Il tablet con cui controllo i pensieri dei mocciosi."

"I mocciosi?" Chiese dubbioso Zayn.

"Sì, fratello! Li abbiamo sempre chiamati in questo modo, i cantanti che controlliamo. Dove ce l'hai la testa ora?" Disse Simon.

Zayn arrossì, era nervoso. "Ma certo! Scusa, bro. Pensavo ad altro."

"Tipo?" Incalzò Simon.

"Ecco, noi siamo venuti qua per un motivo preciso.." iniziai a dire.

"Ho tutto il tempo che volete, ragazzi miei", disse Simon.

Ma a noi non restava molto tempo.

Red planet | Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora