Capitolo 56.

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Everything is
gonna be ok.


Non poteva essere vero. Eravamo sempre stati attenti, in un modo o nell’altro, giusto? Ok, non ne ero sicura: magari si era rotto il preservativo una volta o..forse Zayn era venuto prima di riuscire ad uscire da me quando lo facevamo senza. Dio, due stupidi eravamo stati e dovevo convivere con il fantastico 70% delle probabilità di essere..mi faceva persino impressione pensarlo esplicitamente! Non potevo esserlo a diciannove anni! Non era umana una cosa del genere, avevo ancora una vita davanti prima di avere figli, no? Dovevo finire scuola, andare alle feste del college, laurearmi, viaggiare, trovare un lavoro nel mondo della musica. La mia lista era troppo ampia per essere troncata così da una..gravidanza. Rabbrividì solo per il pensiero e continuai a fissare la maniglia della porta del bagno, portandomi alle labbra la seconda sigaretta nel giro di cinque minuti.

“Emily, so che sei agitata e non vuoi sentirne parlare, ma se davvero sei..incinta–” Attirò la mia attenzione Giulia, pronunciando quella parola 
quasi in un sussurro. “– fumare fa male..al bambino” Non distolsi lo sguardo dalla porta e, quasi in trance, continuai esattamente con il comportamento di prima che lei parlasse, facendola sospirare.
“Senti..” Si sedette vicino a me, su un cuscino che una delle ragazze aveva fatto cadere prima di andare a lezione e lasciarci sole in camera. “..non hai ancora la certezza, la mia è una supposizione e basta, i test potrebbero dare esito negativo” E si riferì ai tre test che avevo fatto e si trovavano oltre la porta che stavo fissando da cinque minuti, quelli che lei era andata a comprarmi mentre guardavo il soffitto e le ragazze stavano ancora dormendo nella mia stanza.

“Ma potrebbero anche essere positivi” Giulia non rispose più, a corto di parole per confortarmi e io sbuffai via un altro po’ di fumo, spegnendo poi la sigaretta nel posacenere davanti alle mie gambe incrociate. “E’ il
momento?” Le domandai, vedendola dare un’occhiata all’orologio, e lei annuì, bianca in viso ed agitata quasi quanto me, prendendomi un braccio quando mi vide alzarmi in piedi.

“Vuoi che vada io?” Io scossi la testa con il cuore in gola e afferrai la maniglia, facendo un respiro profondo.

La abbassai con la mano tremante e spalancai la porta, il mio sguardo subito risucchiato dai tre bastoncini ossessivamente allineati sul piano vicino al lavandino. Mossi un passo dietro l’altro, sentendo il cuore battermi nelle orecchie e ripassai mentalmente le istruzioni che erano scritte sui test: per il primo, segno più se positivo e segno meno se negativo; il secondo, due lineette se positivo e una sola se negativo; e il terzo, faccina sorridente se positivo e faccina triste se negativo. Beh, i simboli del terzo test per la mia situazione dovevano essere invertiti: essendo un errore di percorso, la faccina sarebbe dovuta essere triste, o meglio disperata, se il test fosse risultato positivo.

“Giuls–” La chiamai e lei scattò al mio fianco.

“Oh dio. Cosa? Li hai visti?” 

“Non ancora, solo..stai qui con me?”

“Certo, tesoro, certo. Sono qui” Mi strinse una mano ed io avvicinai l’altra ai test, girati al contrario per non permettermi di vedere subito il risultato, prendendo il primo.

Guardai ancora Giulia, poi tornai con lo sguardo sul bastoncino, girandolo verso la finestrella con il responso.

Segno più.

Deglutii e lo posai come scottata di nuovo sul piano, sentendo il respiro accelerare.

“Magari si è sbagliato, Emily, gira gli altri” Provò a sostenermi la mia amica, stringendomi più forte la mano. Annuii e girai il secondo e il terzo uno dietro l’altro, tenendo gli occhi chiusi e aprendoli dopo aver sentito Giulia irrigidirsi vicino a me.

Your love is my drug. [Z.M]Where stories live. Discover now