Capitolo 30.

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Kiss your savior.

“Zayn, che diavolo ci fai qui?” 
Ringhiai sottovoce, sporgendomi oltre il suo braccio per fulminare quel coglione di Ashton.

“Sono venuto a salvarti, piccola. Sono o no il tuo Principe Azzurro?” 
Mi sorrise, anche se con i tratti tesi e incazzati, accarezzandomi una guancia con la punta delle dita.

Come c’eravamo arrivati a questo punto? Ah, si, ora ricordo.. 


Era arrivato il momento di partire per la prima gara di cheerleading. Avevamo accettato di diventare le cheerleader anche della squadra di football e la preside ci aveva pagato tutto, dal viaggio alle divise nuove. Per la sfida ci eravamo preparati moltissimo, nonostante Tracy fosse rimasta incastrata, a suo dire, dalle ripetizioni di filosofia con il professore Tompson. Quei due cominciavano a nascondere qualche cosa, ne ero certa.

“Ci siamo tutti, no?” Chiesi una volta sul pullman privato.

Tutti lanciarono un urletto di assenso, ma io li contai comunque. Sì, c’eravamo tutti. Mi sistemai al fianco di Giulia e sospirai. Quello che Zayn aveva combinato con mia madre era una gigantesca pazzia.

Perché fingere di avere una relazione solo per coprire il fatto che ci baciassimo in pubblico o ci rotolassimo nel letto come ricci? Perché solo ora? Aveva così paura di essere giudicato dai miei genitori? Perché poi? Perché aveva inventato la balla del fidanzamento? 

Non avevamo mai parlato di sentimenti, mai parlato di quel qualcosa in più- perché ero sicura che ci fosse- tra noi. Mai. Entrambi eravamo cocciuti, orgogliosi e non volevamo perdere quella scommessa che, ora come ora, mi pareva assurda. E io stavo perdendo. Ero una stupida, me ne rendevo conto. Invece di confessare tutto e accettare le conseguenze, negative o positive, mi nascondevo dietro la mia maschera di finta sfacciataggine. Quanto sarei riuscita ad andare avanti? E lui? Provava qualcosa per me?

“Emily, posso sapere cos’hai?” Mi chiese Giulia, scuotendomi un braccio, vedendomi immersa nei miei pensieri.

“Nulla, cioè, sono solo..confusa..credo” Balbettai, grattandomi la nuca con una mano.

“Confusa? E da cosa?” Mi domandò ancora.

Già, da cosa? Esisteva davvero questo fantomatico problema? Eppure avevo troppe domande in testa.

“Non lo so” Ecco qual era il punto. Non ne avevo la più pallida idea.

“E’ per quello che mi hai detto ieri? Di Zayn e della telefonata di tua madre?” Domandò, sistemandosi meglio sul sedile.

“Sì, non riesco a capire perché con mia madre abbia finto di essere il mio ragazzo” Diedi voce ai mie dubbi. Perché lo aveva fatto?

“Allora, ragioniamo insieme, Emily. Erano le otto di mattina, no?” Mi chiese e io annuii. “Bene. E lui si era appena svegliato, la voce ancora impastata dal sonno lo dimostrava, giusto? Giusto” Giulia stava impazzendo, probabilmente. Faceva domande e si rispondeva da sola.“Ha risposto al tuo telefono, perciò tua madre si aspettava di sentire la tua voce, ma così non è stato. Perfeeetto. A quel punto tua madre si sarà spaventata, come suo solito, e avrà pensato a cosa come stupro o rapimento, chiedendo poi a Zayn dove fossi tu. Lui ha risposto che avevate avuto una notte intensa e che stavi ancora dormendo. Perciò tua madre avrà chiesto se era il tuo ragazzo e lui, per non farti passare da puttana dicendo ‘No, io e sua figlia ci sbattiamo di tanto in tanto’  ha risposto affermativamente. In conclusione..” Ma stava tirando su una fan fiction sulla telefonata? Perché le avevo raccontato tutto nei dettagli? Devo imparare a stare zitta. “..lui prova qualcosa per te” Con l’ultima frase mi aveva lasciata..come dire..di stucco.  

Your love is my drug. [Z.M]Where stories live. Discover now