29. I laboratori

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Sherry si svegliò, si sentiva ancora fortemente stonata. Era su di un lettino, addosso aveva un camice, tanto per non cambiare. Era in un laboratorio, c'erano provette, stati clinici, l'elettrocardiogramma e tante altre diavolerie. Si sentiva amareggiata, la sua vita non sarebbe mai cambiata. Per quanto tempo ancora avrebbe dovuto sopportare quell'infinita tortura? Per quanto tempo ancora avrebbe dovuto lottare affinché la lasciassero in pace? Tutto ciò svanì nel momento in cui comparve Campbell e allora ricordò cosa le aveva detto durante il suo trasporto in quel luogo.

<< Tu! Schifoso! Liberami! >> Jeremy Campbell la osservò contemplandola.

<< Capisco che ti senti frastornata, non è piacevole tutto questo. Non oso immaginare come sia pesante per te tutto questo >> disse Campbell, con fare comprensivo, come se non fossero in un laboratorio con tutti quegli aggeggi. Ciò fece infuriare Sherry come non mai:

<< Mi capisci? Tu non puoi capire! Come fai a dire questo?! Liberami! Ora! >> era fuori di sé. Cosa voleva quel folle? Voleva essere ringraziato per adorare la follia di suo padre? Era un incubo per Sherry.

<< So che al momento ti può sembrare folle ma, credimi, non appena finiremo vedrai che ne sarà valsa la pena. Mi dispiace che devi sopportare tutto ciò >> disse con fare sincero, e lo era veramente. Sherry capì che non avrebbe mai ragionato con quel folle, visto che la guardava come una reliquia. Per la disperazione si mise a piangere e ad urlare:

<< Me la pagherai Campbell! Te lo giuro! Fosse l'ultima cosa che faccia! Pagherai caro quello che mi stai facendo! >> Campbell andò via dalla stanza, ma prima fece un cenno con le dita. Sherry sentì un forte dolore per tutto il corpo e svenne.

Jake riuscì ad aprire le porte dell'ascensore ed entrò nei laboratori. Davanti a lui si apriva un corridoio con una decina di porte chiuse, tutto bianco, con luci accese qua e la. Alla sua destra c'era un incrocio, così come alla sua sinistra; con molta probabilità avevano gli stessi identici corridoi con le stesse identiche porte. Così, sporco di polvere, sudato ma entusiasta per essere riuscito a scamparla ancora una volta decise di addentrarsi, anche se in quei luoghi non era solo, lo avvertiva. Loro erano da qualche parte, doveva solo trovare Sherry prima che fosse troppo tardi! Però sentì qualcosa che gli fece accapponare la pelle: erano urla? Non riusciva a distinguere bene, sapeva solo che era lei ed era nei guai fino al collo! Nel momento in cui si mise in moto verso la direzione che, per il rosso, era quella giusta vide che le porte si aprirono da sole.

Uscirono zombie infetti dal Virus-C e anche delle creature che non aveva mai visto ma avevano un odore nauseabondo. Sparò immediatamente ai vaganti, che caddero al suolo facilmente, anche perché li stese con le mosse corpo a corpo, girando loro il collo o spaccandogli la testa al suolo. Ma poi si ritrovò davanti a delle BOW mai viste. Da vicino avevano davvero un odore orrendo, sembravano che fossero in putrefazione. Inoltre, avevano dei tentacoli neri che si muovevano per tutto il corpo e lasciavano una scia di una sostanza nera, simile al petrolio ma molto più viscoso e disgustoso. Jake cominciò a sparare loro facendo cadere a terra dei tentacoli, ma la creatura lo attaccò allungando a dismisura i suoi tentacoli. In un attimo il rosso venne avvolto da quella cosa nauseabonda e per poco non gli provocò il vomito.

La creatura era davvero affamata, se non avrebbe trovato il modo lo avrebbe ammazzato di certo. Riuscì a liberarsi ma la creatura si era avvicinata e lo colpì in pieno addome, facendolo volare per mezzo metro. Cadde rovinosamente a terra ma aveva in pugno ancora la sua pistola, fece appena in tempo a vedere che c'erano tre di quelle disgustose cose. Nel frattempo sentiva i lamenti dei vaganti e i suoni gutturali di quelle nuove BOW. Era in una trappola mortale, non poteva affrontare da solo tutti quei nemici. Fece appena in tempo ad alzarsi che venne aggredito da uno zombie alle spalle ma riuscì subito a liberarsi. Jake andò indietro e prese la prima direzione a sinistra, ormai andava alla cieca pur di salvarsi. Doveva trovare un modo di liberarsi di tutti quei fastidi.

Leon ed Helena, nel frattempo, avevano attraversato le fogne. Avevano trovato qualche vagante e qualche altro licker, nulla di particolarmente più pericoloso del solito. Ad un certo punto arrivarono ad una scala che conduceva verso un piano rialzato. I due la presero e si ritrovarono in una sorta di sala del controllo delle fogne. Indagando a fondo scoprirono che quelle fogne erano isolate da resto del sistema fognario dell'intera base. Infatti, faceva aprte di un sistema sotterraneo che serviva per far defluire le sostanze tossiche che venivano usate nei laboratori e smaltire eventuali resti di BOW o di Virus senza che alcuno o l'ambiente circostante ne entrasse in contatto. Trovarono anche un piano di emergenza, denominato "Piano B": questo piano consisteva nel prendere una sorta di metro sotterranea che avrebbe portato in superficie chi lavorava nei laboratori sotterranei, nel caso in cui vi fosse una fuga biologica di qualunque tipo.

Proprio in questa emergenza si sarebbe attivato il sistema di autodistruzione, che nel giro di un quarto d'ora avrebbe raso al suolo l'intero edificio, dando un segnale a Washington affinché distruggesse la base per precauzione. Leon ed Helena erano esterrefatti, ma i due non sapevano che purtroppo, parte del piano B, era già in atto. Nelle fogne avevano sentito la comunicazione molto disturbata e ancora non riuscivano a contattare alcuno, ergo non potevano avvisare della scoperta appena fatta.

Entrambi capirono che dovevano darsi una mossa, prima che qualcuno azionasse il "Piano B".

BioHazard - Neo UmbrellaWhere stories live. Discover now