4: Jason

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Le lacrime mi rigano le guance vedendo Alison piangere sul palco. Chloe mi abbraccia da dietro, cercando di confortarmi, non riuscendo ovviamente. Spengo la televisione ed esco dal camerino sbattendo la porta.
Vado allo Shot accompagnato da quella rompi palle di Jess. Quando arriviamo entro senza dare corda alla stupida vocina di Jess che mi dice di aspettarla. Ordino tre Quattro bianchi e mi siedo su un sgabello davanti il bancone. Mi servono gli shot ed io li mando giù in solo sorso. Accanto a me si siede Jess che ordina uno shot di assenzio.
<<Sai Jason, ho sempre pensato che Alison fosse solo un passatempo, ma mi sbagliavo. Eri tu il suo passatempo e ora dovresti solo andare avanti. Io potrei aiutarti..>> dice l'ultima frase con malizia. Non ragiono lucidamente, l'alcool comincia a fare effetto.
<<E come?>> le rispondo con lo stesso tono malizioso.
<Oh lo vedrai..>> dice facendomi l'occhiolino e finendo il suo shot. Si alza e mi fa cenno di fare lo stesso. Mi alzo e la seguo in auto. Dice all'autista di portarci a casa sua. Quando arriviamo scendiamo dall'auto e ci dirigiamo in casa sua.
<<Andiamo di sopra, che ne dici?>> dice lei avvicinandosi a me.
<<È un'ottima idea>> dico trascinandola al piano di sopra. La guardo e lei mi indica una porta in fondo nel corridoio a destra. Apro la porta e in un nano secondo sono sopra Jess. La spoglio tutta spogliando anche me e quando siamo completamente nudi prendo un preservativo dai pantaloni, lo infilo e la penetro con un colpo solo. Lancia una sottospecie di urletto che da fastidio alle mie povere orecchie. Se fosse stata Alison mi sarebbe piaciuto sentirla gridare perché sapevo che ero io a farla stare in quel modo. I pensieri si sovrappongono e davanti a me si forma il volto di Alison al posto di quello si Jess. Cazzo, non avrei mai pensato di poter soffrire così tanto, anzi non avrei mai pensato di poter soffrire per una ragazza. È stata una tortura vederla crollare davanti a tutti sul palco, è stato orribile non poter essere li con lei per poterla abbracciare e dirle che sarebbe andato tutto bene. Continuo a spingere dentro e fuori Jess e quando arrivo all'orgasmo grido il nome di Alison. Jess viene subito dopo di me dimenandosi come una scimmia sbizzarrita. Non le ho lasciato toccarmi perché può farlo solo Alison. Sembra non far caso al fatto di aver pronunciato il nome di quest'ultima anziché il suo. È solo una puttana anche se è la mia manager. Esco da lei e mi risistemo dentro i pantaloni. Esco da quella casa lasciando Jess sul letto sola, nuda e confusa. Ho fatto una cazzata enorme, se avevo una possibilità che mi perdonasse ora sono sicuro che non lo farà mai. Ma che dico anche se non avessi fatto sesso con Jess non mi avrebbe perdonato. Sono un coglione. Un emerito rincoglionito. Il cervello in pappa mi ha ridotto quella nanetta, ma la amo e non posso farci nulla. E anche se potessi non farei nulla.

TO BE CONTINUED..

Sex Lessons 2: Lacrime nere #wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora