44. Scared.

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La mattina seguente mi sveglio abbracciata a Diego. Ho passato una serata magnifica con lui. Ogni momento lo amo di più. Mi giro lentamente verso di lui e appoggio la testa sul suo petto. Siamo entrambi completamente nudi, abbracciati e sotto le coperte. Mi dispiaciuto un sacco non essermi sentita pronta per essere completamente sua. Non mi è sembrato esserci rimasto male, ma io si, perché non so veramente cosa altro dovrò aspettare per essere sua al cento per cento. Però alla fine abbiamo risolto, fortunatamente.

-Diego...- sussurro scuotendolo.

Si smuove appena e sospira.

-Valentina, oggi io non lavoro.- sussurra con voce roca e con gli occhi chiusi.

-Bhè, io mi devo allenare. Mi vesto e vado.- dico ridacchiando e mi giro per andarmi a vestire quindi allenarmi.

Mi blocca il braccio e mi tira verso di lui. Praticamente cado su di lui completamente e ci ritroviamo sotto le coperte. I suoi occhi azzurri si inchiodano nei miei e mi sorridono.

-Mi dispiace, ma sono parecchio stanco.- sussurra.

Sorrido e lo bacio profondamente. Le nostre lingue si accarezzano freneticamente e lui mi accarezza i fianchi, la schiena e mi stringe il sedere.

-Dopo questo bacio puoi andare.- sussurra con gli occhi chiusi di nuovo.

Gli do un schiaffetto amichevole sul braccio e mi alzo. Lui si rigira e si tira su le coperte. Gli bacio la guancia e poi mi vesto rapidamente. Passo dal bagno e mi lavo viso e denti con un secondo spazzolino nuovo nel contenitore che mi fa sorridere. Guardo il cellulare e non notando nessuna chiamata, prendo tutte le mie cose e esco di casa sua. Anche lui abita abbastanza vicino alla Centrale cosicché dopo venti minuti mi ritrovo sulla via della Centrale. Entro e vado diretta agli spogliatoi.

-Sorellina! Avete fatto le cose sporche tu e Diego ieri sera eh!- esclama maliziosa Alessia.

Le sorrido e poi sospiro.

-Stavamo per farlo, ma mi sono tirata in dietro all'ultimo.-le dico.

Lei sgrana gli occhi e poi mi si avvicina.

-Come stai?- mi chiede.

-Bene, perché? Lui è stato fantastico... come se non fosse successo nulla, ma io mi sentivo talmente mortificata...- borbotto.

Ridacchia e arrossisce. Lei arrossisce?

-Bhe, ieri sera è stata la serata delle prime volte e non. L'ho fatto con Alessandro ed è stato magnifico, m'ha fatto parecchio male, ma mi è piaciuto. Penso che inizierò e fare sesso molto spesso. Cioè è fantastico!- esclama arrossendo di nuovo.

Ridacchio e poi sospiro.

-Buon per te, se ti è piaciuto.- ammicco.

Arrossisce di nuovo e poi si siede di peso sulla panca.

-Io pensavo che l'avevate già fatto.- ammetto.

-No. Mi ha... toccata, ma non mi sono mai sentita pronta dopo quello che è successo ieri sera.- replica.

Mi cambio rapidamente con le cose che lascio nell'armadietto e lego i capelli.

-Indolenzita?- le chiedo.

-Parecchio.- risponde in un sussurro facendomi intendere che l'hanno fatto più di una sola volta.

Quasi mi strozzo con la mia stessa saliva. Entriamo in palestra e troviamo tutti tranne Diego intenti a chiacchierare e ridere.

-Buongiorno, ragazze. Come va?- ci chiede Sabrina.

-Bene.- rispondo.

-I conigli non sempre sono carini e docili.- risponde Alessia lanciandole una occhiata lasciva.

Scoppio a ridere e praticamente rotolo nel pavimento dalle risate. I suoi doppi sensi sono sempre stranissimi, ma con questo ha centrato in pieno.

-Capisco.- ammicca Sabrina facendoci l'occhiolino.

-Ma di che parlate?- chiede Alessandro non capendo.

Rido ancora più forte fino a reggermi la pancia. È un uomo, ovviamente non capisce.

-I conigli sono molto muscolosi e pieni di energie.- rispondo io tra le risate.

Sabrina e Alessia scoppiano a ridere come pazze e i ragazzi si lanciano occhiate non capendo.

-Non capiranno mai.- biascica Sabrina.

-Meglio così, cazzo.- geme Alessia.

Ci alleniamo duramente sotto le risate per gemiti di Alessia e ad ora di pranzo mi cambio ed esco dalla Centrale vogliosa di tornare a casa e farmi una doccia.
Cammino lentamente sotto il sole di settembre e di colpo un camioncino entra nella via andando parecchio veloce. Cosa cazzo? Cioè calmo. Percorre tutta la via e poi rigira. Ma che succede?
Me ne frego. Continuo a camminare tranquillamente finché non sento una mano coprirmi la bocca e un braccio tenermi bloccata. Ma che succede? Cerco di urlare, ma nulla esce dalle mie labbra per via del fazzoletto e anche se scalcio non risolvo nulla. Il camioncino affianca il marciapiedi e il portellone si apre. Sento delle voci, vedo velocemente volti sconosciuti e poi mi addormento di colpo sentendo il metallo freddo della vettura farmi rabbrividire.

Love and SpiesWhere stories live. Discover now