28. Forse non scherzavo.

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-Sono tornata.- esclamo.

Sento dei passi riecheggiare in tutta casa e poi vedo mia madre correre verso la porta. Si blocca appena mi vede ed io rimango sconvolta per il suo aspetto: ha le occhiaie, i capelli raccolti male e vestita con una tuta, le labbra gonfie ed ha un'aria stanca. Si copre la bocca con le mani vedendomi e inizia a piangere.

-Figlia mia.- sussurra, ma io riesco a sentirla.

Inizio a piangere anche io, perché non ho mai visto mia madre così, perché mi era mancata un sacco e perché mi sento tanto in colpa. Vado verso di lei a passo spedito e lei fa lo stesso. Ci abbracciamo forte, mentre i nostri singhiozzi riecheggiano nella casa.

-Non farlo mai più, figlia mia. Non farlo mai più.- sussurra.

-Te lo prometto. Scusa mamma. Scusa.- biascico distrutta contro la sua spalla.

Ci allontaniamo, ma continuiamo a stare vicine. I suoi occhi grigi come quelli di mio fratello si mettono in fusione con i miei, mentre si sbiadiscono dalle lacrime.

-Mi sei mancata figliola.-

-Anche te, mamma.- rispondo.

-Sarai stanca, vuoi farti una doccia?- chiede premurosa, come se non me ne fossi andata così.

-Bhè si, sinceramente.- rispondo ridacchiando.

-Ti porto il borsone in camera. Mettiti comoda, dopo la doccia e poi parliamo.- sentenzia severa.

Voilà! Il mio funerale si avvicina! Siete tutti invitati, non vogliamo fuori, solo i soldi per una torma decente.

-Okay.- biascico imbarazzata.

Vado di corsa in bagno e mi spoglio completamente. Passo davanti allo specchio e mi blocco. Mi rendo conto che sono cambiata in questa lunga e strana estate. Sono cresciuta probabilmente, non solo d'età. E mi sento più io e più nuova, visto che andarmene e schiarirmi le idee mi ha fatto bene. Sospiro contenta ed entro nella doccia. Dopo essermi lavata per bene esco e mi asciugo,vado nella mia stanza e mi vesto 'comoda', come ha detto mia madre. Sistemo i capelli in una coda da cavallo scomposta e vado di sotto preparandomi ad una raffica di domande da mia madre.

-Eccomi, mamma.- asserisco entrando in sala.

Alza lo sguardo dalla rivista e mi invita a sedermi dando dei schiaffi leggeri al divano. Mi accomodo vicino a lei incrociando le gambe davanti a me e sospiro.

-Sai che puoi fidarti di me, figliola?- chiede guardandomi.

-Si, mamma, lo so.- rispondo rivolgendole lo sguardo.

-Allora perché non mi hai detto che stavi male?- chiede preoccupata.

Quando dicono che i genitori capiscono come stai, hanno ragione. Infatti adesso mia madre mi sta fissando delusa con i suoi occhioni grigi, e sa come mi sono sentita e come mi sento.

-Ero confusa mamma. Mi dispiace. Non sarei dovuta partire così. Adesso l'ho capito, ma mi ha fatto bene starmene via un po. La prossima volta ti dirò dove vado e perché me ne vado.- rispondo accennando un sorriso.

-D'obbligo.- ammicca lei sorridendo. -Spero solo che adesso stai meglio. Sennò dimmi quello che ti senti.-

-Adesso sto bene, mamma. Sto davvero bene.- dico sinceramente.

Mi sorride e poi mi abbraccia forte.

-E Diego?- chiede maliziosa.

Sento le mie guance accaldarsi e non è perché è agosto inoltrato.

-Bhè si è preoccupato un sacco anche lui del fatto che me ne sono andata così. Però abbiamo parlato e ha detto anche lui che avrei dovuto dirglielo.-

Love and SpiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora