29. Falling in love.

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Diego's Pov.

Le bacio il collo e succhio qua e là lasciando dei segni rossi sulla pelle appena abbronzata. Lei continua a dimenarsi e cercare di scappare mentre ride, ma è talmente bassa a confronto con me che neanche fatico a tenerla ferma. Sento una sensazione di possessività su di lei che non ho mai sentito con nessun'altra: è così piccola, testarda e fastidiosa, bella, gentile, simpatica. Dio, Mia. Lei è tutta mia. Dopo tutto quello che è successo questa estate sapere che finalmente posso averla tutta mia mi da alla testa. La sua pelle è così morbida e liscia che ne strapperei un pezzo per averla sempre con me. Le sue labbra sono così rosee e gonfie. I suoi atteggiamenti dolci e ingenui mi rendono ancora più possessivo. Ho paura che qualcun'altro possa accorgersi della sua bellezza e ingenuità interiore. Nessuno me la porterà via. Mi allontano appena e la veda guardarmi imbronciata. Il labbruccio è posto in fuori e un ruga le unisce le sopracciglia. Incrocia le braccia al petto e mi guarda male. I suoi occhioni azzurri sembrano più profondi e più belli. I capelli marroni le ricadono un po arruffati sulle spalle e i segni rossi si notano sul collo.Ti stai innamorando. Lo credo anche io. Le sorrido dolcemente e lei sembra rilassarsi.

-Mi sei mancata.- ammetto.

-Anche tu.- risponde lei sorridendomi.

Si avvicina a me e si mette sulle punte. Posa le mani                                        dietro il mio collo e avvicina il suo volto al mio. Sorride guardando le mie labbra e poi rialza gli occhi su di me.

-Se ti bacio sei d'accordo?- chiede divertita.

-D'accordissimo.- rispondo.

Unisce le nostre labbra dolcemente mentre le sue dita tirano i miei capelli sulla nuca. Gemo. Mi allontano appena e poi la prendo di peso e la lascio sedersi sul bancone della cucina mentre verso il caffè in una tazza.

-Come ti sei sentite ad essere tornata?-

Allungo lo sguardo verso di lei e la vedo pensarci. Dondola i piedi e poi sospira.

-Bene. Rinata. Felice.-

Sorrido. Diciamo che non sono ancora d'accordo del fatto che sia scappata così, ma sapere che sta bene ed è felice rende felice anche me. Bevo un sorso di caffè e poi mi volto verso di lei. Mi sorride e ricambio. Mi erano decisamente mancati i suoi occhioni azzurri così profondi che diventano fari ogni volta che sorride.

-Cosa vuoi fare prima di cena?- chiedo.

Bevo un sorso del mio caffè e poi poso la tazzina. Mi rigiro verso di lei e mi avvicinp posando le mani sulle sue cosce. Rabbrividisce. Mi obbligo a reprimere un sorriso, ma lei se ne accorge prima. Arrossisce e abbassa lo sguardo. Adesso si, che sorrido.

-Non saprei. Penso che per il mare sia troppo tardi.-

Bhè, si decisamente, pero potrei prendere la moto ed arrivare in meno di 20 minuti.

-Io penso di no.- ammicco con un sorriso e la faccio scendere. -Devi metterti un mio giacchetto, però.- le dico.

Una luce divertita passa bei suoi occhi e poi reprime un sorriso. Le sorriso di rimando e poi entro in camera mia. Vado verso l'armadio, tiro fuori una felpa grigia di Pull and Bear e gliela passo. La infila lentamente e poi fa una giravolta.

-Non è troppo grande vero?- ridacchia.

Sorrido e poi mi avvicino per baciarla. Posa le sue piccole mani sul mio petto mentre la sua bocca raggiunge la mia in un ballo lento e dolce. Proprio come lei. Si allontana appena e poi sorride.

-Meglio andare.-

-Si, decisamente meglio.- dico e le sorrido sghembo.

Mi guarda male con un sorrisone e poi usciamo dalla mia stanza. Prendo il giacchetto di pelle dell'attaccapanni in sala e le chiavi e usciamo.

-Perché devo morire soffocata così?- chiede sventolandosi una mano sul volto dal caldo.

-Perché non voglio che tu ti prenda un polmonite alla fine dell'estate.- rispondo indicandole la moto.

-É bellissima.- sussurra squadrandola.

I suoi occhi osservano la mia bambolina sconvolti e sinceramente la capisco. Quando l'ho comprata anche io la guardavo così. Le Harley hanno sempre i loro perché. Prendo due caschi dallo sgabuzzino vicino al garage e glie ne passo uno. Lo infila sistemandosi i capelli e poi fa lo sguardo da dura. Scoppio in una fragorosa risata, perché è decisamente buffa: immaginatevi una ragazza alta più o meno un metro e sessantatré con un paio di jeans corti ormai spariti sotto il maglione, che è super extra large per lei, un casco nero e delle converse bianche. É buffissima. Mi sporgo dall'altro lato della moto e le prendo la mano attirandola a me.

-Sei bellissima e buffissima.- ammetto.

Corruccia la fronte ancora imbronciata, ma poi ridacchia.

-Me lo immagino.- ammette.

Mi siedo sul sellino e le tendo la mano per aiutarla e sedersi. Passa la gamba dell'altro lato e poi si siede comoda. Posa le mani sui miei fianchi timida e poi sorride guardandomi dallo specchietto.

-Agente! Si deve reggere molto forte sennò finirà in strada!- la sgrido.

-Mi scusi, generale.- dice sensuale marcando la parola generale e poi si avvicina a me e mi cinge con le braccia.

Non me lo aspettavo, infatti deglutisco forte sentendo l'eccitazione montare in me. Metto in moto con un rombo che la fa sussultare e ridacchio. Con i piedi mi aiuto ad uscire dal vialetto e mi immergo bella strada affollata di macchine e persone che tornano dalle vacanze. Imbocco la strada per il mare girando e curvando mentre evito le macchine e vado rapidamente nella mia rotta. Ho sempre amato andare in moto, sin da piccolo, amavo collezionare figurine con le moto o vedere le corse in televisione con mio padre. Era un rito, una magia, una esperienza fantastica. Proprio come le moto. Il vento ti viene contro e tu vai ancora più veloce superando chiunque. É incredibile. Valentina si stringe a me e mi bacia la scapola. Sorride attraverso il finestrino mentre guarda intorno a se come de stessimo in un luna park pieno di luci. É bellissima. Più della tua moto? Più della mia moto. Sorrido spontaneamente e in men che non si dica siamo arrivati al mare che è per metà deserto visto che la stagione sta finendo. Scendo dalla Harley e mi sfilo il casco. Valentina fa lo stesso ma rimane seduta. Mi da il casco e li metto a posto per non rischiare di farceli rubare. Scende anche lei e prontamente si toglie il maglione pesante sfilandolo dalla testa. La maglia le sale un po e noto la pancia piatta. Cristo santissimo! Istintivamente poso le mani li e accarezzo la pelle delicata. É così candida. Sistema il maglione su un braccio e mi guarda sorpresa respirando appena. Quel colorito rosso che conosco alla perfezione si fa strada sulle sue guance accaldandola. Ecco di cosa parlavo. Fisso intensamente i suoi occhioni blu mentre deglutisce pesantemente. É un momento nostro. Mio e di Valentina. Posa le mani sui miei bicipiti e sale fino alle spalle. La avvicino a me stringendole i fianchi finché i nostri petti si tocchano e lei sussulta.

-Sei bellissima.- sussurro.

In risposta mi da un bacio a fior di labbra che accende ogni cellula del mio corpo ed ogni fibra. Una scarica elettrica potentissima. Anche lei rabbrividisce quando la avvolgo in un abbraccio inaspettato. Penso seriamente di amarla.

Love and SpiesWhere stories live. Discover now