Capitolo 25

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Marinette sospirò, aprendo gli occhi e osservando il piano inferiore della propria camera: «Dovresti dormire, sai?» mugugnò la voce di Adrien dietro di lei mentre il braccio, che le cingeva la vita, aumentò un po' la presa: «E se proprio vuoi rimanere sveglia, fai dormire gli altri almeno.»
La ragazza sorrise, voltandosi nell'abbraccio del ragazzo: «Se devi lamentarti, vai a dormire a casa tua.» dichiarò, passandogli un braccio attorno alla vita, stringendosi così a lui e strofinando il naso contro il petto nudo, sentendolo sospirare.
Adrien aprì un occhio, fissandola assonnato: «Sei crudele, sai?» le bisbigliò, abbassando nuovamente la palpebra e lasciandosi sfuggire uno sbuffo: «Dormirai adesso oppure devo darti una mano a scaricare un po' di stress?»
«Sempre pronto per quello, eh?»
«Ovviamente sì, my lady.»
Marinette sorrise, allungando una mano e sfiorando delicata i lineamenti del volto: «Hai intenzione di non farmi riposare, vero?» le chiese il biondo, catturandole la mano con la propria e portandosi i polpastrelli alle labbra, mentre gli occhi verdi si aprivano faticosamente: «Quali pensieri vorticano in questa graziosa testolina?»
La ragazza allungò una mano verso il ripiano sopra il cuscino e, attenta a non svegliare i due kwami che dormivano acciambellati lì, prese il suo cellulare guardando l'ora, scuotendo poi il capo: «Lascia stare.» dichiarò, riponendo l'apparecchio e abbozzando un sorriso: «Sono quasi le tre e fra qualche ora devi andare, dormi.»
«Certo. Come se mi fosse possibile.» brontolò il ragazzo, picchiettandole l'indice contro la fronte: «Su, avanti. Dimmi che problemi hai. Alla fine servo anche a questo.»
«Servi come mio confessore?»
«No, direi più come spalla su cui piangere, roccia a cui aggrapparsi...»
«Sei multiuso.»
«Già. Che fortuna, eh?»
Marinette sorrise, stringendosi maggiormente al ragazzo: «Stavo pensando a Mogui...» mormorò dopo qualche momento di silenzio, mentre il ragazzo le carezza la schiena lentamente.
«Io pensavo a qualcos'altro, invece.»
«Adrien...»
«Senti, non posso pensare a qualcos'altro se mi stringi così; e poi...» si fermò, carezzandole la pelle nuda e chinando il viso verso di lei, sfiorandole l'orecchio con le labbra: «...ti devo ricordare che non hai niente addosso?»
«A-adrien!»
«Sei diventata rossa, vero? Quanto vorrei avere la vista notturna anche adesso.» sghignazzò il ragazzo, girandosi sulla schiena e sentendola sistemarsi al suo fianco: «Davvero. Qual è il problema che ti tiene sveglia?»
«A parte te?»
«Io non sono un problema. Io sono la soluzione.»
Marinette rise, allungandosi e baciandogli il collo: «Grazie.» mormorò, sistemandosi meglio contro di lui e usandolo come cuscino: «Secondo te Alex saprà di essere Mogui?»
«Non lo so, my lady. Non è che abbia tutta questa conoscenza e per quel poco che ci ho parlato l'altro giorno...Non so. Forse no, forse sì. Dovresti fare questa domanda a Sarah.» le spiegò il ragazzo, rimanendo poi in silenzio: la stanza calò nella tranquillità, riempita solo dal leggero russare di Plagg e da alcuni pigolii di Tikki: «Loro non si fanno tanti problemi, vero?»
Marinette gettò la testa all'indietro, osservando i due kwami che dormivano sul ripiano barra comodino del letto: «E' stato carino vederli tutti assieme.»
«Mancava Nooroo.»
«Dovremmo fare una riunione a casa tua. Penso che Nooroo senta un po' la mancanza dei suoi amici.»
«E non dimentichiamoci che l'unica compagnia che ha quel povero kwami è mio padre.»
«Adrien...»
«Ehi, è vero.»
Marinette sospirò, poggiandosi di nuovo contro la spalla: «Stavo pensando una cosa...» mormorò dopo un po', sentendo il suo cuscino ridacchiare sommessamente: «Che cosa ti è venuto in mente, Adrien?»
«Nulla. Per caso i tuoi pensieri erano incentrati sul fare una certa cosa finché io non devo andare via per non farmi beccare da tuo padre?»
«Ma possibile che pensi solo a quello?»
«Ehi! Sono un sano ragazzo di diciotto anni! E' normale che pensi solo a quello.»
«Ti sei dimenticato che sei anche un gatto in calore.»
«Non ricordarmelo, ci pensa già Plagg a sottolineare questa cosa.» bofonchiò Adrien, voltandosi di lato: «Devo fare una ricerca sulle abitudini delle coccinelle in questo campo.»
«Cosa?»
«Beh, come io risento della parte felina che è in me, penso che tu risenta del tuo lato coccinelloso.»
«Alya mi ha informato su questo lato: le coccinelle si accoppiano una volta l'anno, in primavera.»
«Ah, ecco perché sei così fredda con me!»
«Cosa?»
«Stavo scherzando, my lady. So benissimo quanto sei...mh. Calda? Appassionata?» dichiarò Adrien, tappando la bocca alla ragazza e allungando il collo verso la botola: «Comunque non è l'ora adatta ai tuoi strilli.» sentenziò il ragazzo, togliendo la mano e dandole un bacio veloce: «Vorrei evitare che Tom mi uccida.»
«E a me piacerebbe tanto dormire, sapete?» borbottò Plagg, attirando l'attenzione su di sé: «Già mi devo tappare le orecchie quando vi accoppiate...»
«Plagg, ci sono tanti modi per definirlo.»
«...e poi devo pure starvi a sentire chiacchierare alle...» l'esserino si fermò, guardandosi intorno: «Che ore sono?»
«L'ora che tu dorma, brontolone.» borbottò Tikki, allungando una zampina e costringendo l'altro a rimettersi giù: «E lasciali in pace. Vorrei ricordarti di com'eri tu alla loro età.»
«Aspetta. Eravate umani, Tikki?» domandò Marinette, girandosi e mettendosi prona, in modo da osservare l'esserino rosso che, ancora sdraiata sul suo cuscinetto, stava aprendo pigramente gli occhi: «Voglio dire, prima di essere...»
«Prima di essere kwami?» domandò Plagg, sbadigliando rumorosamente e grattandosi il pancino: «Sì, un tempo lo eravamo. Un tempo molto lontano.»
«Davvero?»
Tikki sospirò, alzandosi in piedi e sedendosi di fronte ai due ragazzi che, ormai erano completamente concentrati su di lei e sul suo compagno: «Il maestro Fu vi ha spiegato che i Miraculous sono stati creati quando l'uomo è apparso sulla Terra, no? L'umanità ha sempre avuto bisogno di qualcuno che la proteggesse e per questo che alcuni sciamani crearono i gioielli che voi indossate...» la kwami si fermò, scuotendo il capino rosso: «...all'epoca erano molto diversi, possiamo dire che erano molto ma molto più grezzi.»
«Se non sbaglio hanno preso la forma di adesso quando fu creato lo scrigno...» borbottò Plagg, tenendosi il mento con una zampina: «Dovete sapere che i Miraculous, quando non sono in mano ai loro Portatori, vengono tenuti in uno scrigno magico, protetto da un Gran Guardiano.»
«Ovvero dal Maestro Fu, adesso. Giusto?»
«Esattamente, Marinette.» annuì Plagg, indicando la ragazza: «Comunque lo scrigno è molto più recente, rispetto ai gioielli...»
«Quindi voi sareste stati i primi Portatori?» domandò Adrien, poggiando il peso sui gomiti e osservando i due: «E poi vi siete legati ai gioielli per proteggerli?»
«Per dirla in maniera spiccia sì.» sentenziò Tikki, annuendo con la testa: «Eravamo umani e gli sciamani dell'epoca ci legarono ad alcuni animali sacri per le tribù a cui appartenevamo; era una magia potente che ci cambiò nel corpo e nell'anima: ci trasformò in esseri potenti, che potevano fare di tutto e poi...»
«E poi...beh, fenomenali poteri cosmici in questi corpicini qua!» concluse Plagg, alzandosi in piedi e allargando le zampette: «Non so come successe, ma da fighi quali eravamo siamo diventati questi cosi.»
«Io direi che siete diventati carinissimi.» dichiarò Marinette, allungando le mani e carezzando la testolina rossa della sua compagna: «Grazie di esserti confidata, Tikki. Io non sapevo...non pensavo...eri una ragazza come me e...»
«E' passato tanto tempo, Marinette. Non ricordo più nemmeno com'è essere umana.»
«Cioè non toglie che quello che hai fatto è stato coraggioso e meritevole.»
«Grazie.» mormorò la kwami, volando fino al viso della ragazza e strusciandosi contro la guancia della giovane: «Grazie, davvero.»
Adrien si schiarì la voce, gettando un'occhiata al kwami nero, che era rimasto seduto sul cuscinetto: «Ecco io...sinceramente ho sempre pensato che fossi solo un mangiatore di camembert svogliato e...»
«Lo so. Non avresti mai pensato che, tanto ma tanto tempo fa, avevo dato la mia vita per un bene superiore, eh? Forza dillo, moccioso.»
«Lo ammetto.»
«Mh.»
«Bene.» sentenziò Adrien, schierandosi nuovamente la voce e Plagg lo guardò, lo sguardo verde assottigliato: «Ok, finiamola qui. Questi momenti mi metto a disagio.»
«Anche a me.»


Rafael sbadigliò entrando in classe e notando Sarah e Lila confabulare: «Buongiorno, splendori.» esclamò, allargando le braccia e avvicinandosi alle due: «Che si dice questa mattina?»
«Oh. E' arrivato il Piumino!» dichiarò Lila, facendo l'occhiolino al ragazzo e ridendo all'espressione che si era venuta a creare sul volto di Rafael: «Ehi, ho pensato tutta la notte al tuo nomignolo.»
«E' sempre meglio di pennuto, direi.» commentò Sarah, scuotendo il capo biondo e portandosi immediatamente una mano alla coda, controllando che il pettinino fosse ancora lì: «Invidio i vostri Miraculous.»
«E' strano e bello poter parlare di questo.» sentenziò Lila, sorridendo: «Finché sono stata in Italia l'unico con cui potevo confidarmi era quel fissato potteriano di Vooxi.»
«Fissato potteriano?» ripeté Rafael, sbattendo le palpebre: «Mi stai dicendo che il tuo kwami è fissato con Harry Potter?»
«Già. Vuole andare a Londra e andare al cinema a vedere il nuovo film in uscita.»
«Se ti consola Flaffy adora Il signore degli anelli.»
«Cosa?»
«L'abbiamo guardato una volta e, da allora, come può si spara tutta la trilogia.» spiegò il ragazzo, poggiando un fianco contro il banco e incrociando le braccia: «Fortunatamente finora sono riuscito a non fargli sapere niente de Lo Hobbit?»
«Cosa è Lo Hobbit?» esclamò il kwami del pavone, volando fuori dalla borsa e fermandosi davanti il volto del suo umano: «E' un seguito? O ti prego, dimmi che è un seguito!»
«Flaffy!» esclamò Rafael, afferrando l'esserino e sbattendolo di nuovo nella borsa: «Non farlo più.»
«E tu dimmi cos'è questo Lo Hobbit.»
«E' la storia di Bilbo Baggins. Hanno fatto una nuova trilogia un po' di tempo fa e...»
«Devo vederla!»
«Flaffy!»
«Voglio vederla!»
«Qualcosa mi dice che dovevi stare zitto...» commentò Lila, ridacchiando alla vista dello sguardo stralunato del kwami e di quello stanco del ragazzo: «Ora dovrai prendergli i film.»
Sarah ridacchiò, facendo vagare lo sguardo sui due: «Mi ritengo fortunata, Mikko non ha simili fissazioni.»
«Beata te.» bofonchiò Rafael, voltandosi verso la porta dell'aula e osservando Marinette e Adrien entrare: «Buondì, coppietta felice.»
«Ciao, pennuto.»
«Da oggi Piumino, gattaccio.»
«Piumino?» domandò Adrien, poggiando la borsa sul banco davanti Sarah: «Ma se lo chiamo così mi aspetto una cosa carina e morbida. Meglio pennuto.»
«Come preferisci. Io lo chiamo Piumino.»
«Chiamarmi Rafael vi fa schifo?»
«Sì!» sentenziarono assieme Lila e Adrien, scambiandosi poi un'occhiata gelida a vicenda.
«Oh. La prima volta che vi vedo andare d'accordo da quando Lila è tornata!» commentò Marinette, notando poi come Rafael si allontanava di alcuni passi da lei: «Ma cosa...?»
«Questo, mia adorata lady, significa fare colpo su un ragazzo. Ma in senso negativo.»
«Ehi, non sei stato tu quello che ha ricevuto una ginocchiata nei gioielli da questa qui.»
«Non ci provavi e i tuoi gioielli stavano tranquilli. Piuttosto, ti sei assicurato di avere ancora la possibilità di continuare la discendenza dei pennuti? Non vorrei che poi tu andassi in via d'estinzione.»
«Sei morto!»
«Che paura!»
Lila li osservò, sospirando rumorosamente: «Mentre i due galletti si beccano e starnazzano, noi parliamo di cose serie.» spiegò, facendo girare un dito come a creare un cerchio: «Con Sarah stavamo pensando di andare all'albergo dove alloggia il suo amico e vedere...beh, se trovavamo qualcosa.»
Marinette annuì con la testa, battendosi un dito sulle labbra: «E' un'ottima idea. Dovremmo avvertire Wei...»
«Già fatto. Gli ho mandato un messaggio poco prima che arrivasse Piumino.»
«Non penso che Alex sappia di essere Mogui.» spiegò Sarah, battendo le dita sul banco: «Ha solo detto di aver preso qualcosa da quando è in Francia e...»
«Forse Coeur Noir ha messo il cristallo prima della sua partenza e, una volta giunto qua, questo ha reagito alla presenza della sua padrona, creatrice, qualsiasi cosa sia.»
«Anch'io pensavo questo, Marinette.» dichiarò Sarah, annuendo con la testa: «Vorrei sapere perché lui. Se lo avessi messo in pericolo io...»
«Non credo. Coeur Noir non sa che sei Bee, no?»
«No.»
«Quindi non è colpa tua.» dichiarò Marinette, allungando una mano e prendendo una di quelle dell'amica: «Non è assolutamente colpa tua.»
Sarah abbozzò un sorriso, ricambiando la stretta della ragazza: «Grazie. Davvero, grazie. Sapere che non sono sola, che ho dei compagni...» si fermò, sorridendo alle due ragazze e ai due litiganti che si erano fermati: «...mi da coraggio. E speranza.»
«Riusciremo a salvare Alex.» sentenziò Adrien, indicando poi Rafael al suo fianco: «Al massimo lo possiamo scambiare con lui.»
«Vuoi morire?»
Lila batté la lingua contro il palato, osservando i due ragazzi che riprendevano nuovamente a litigare: «Ecco. No, bello come i momenti seri finiscono subito grazie a loro due. Davvero bello.»


Gabriel osservò i bozzetti di alcuni vestiti, annotando su un blocco alcuni appunti e cercando di ignorare lo sguardo insistente che aveva addosso: poteva farcela, poteva far finta che non fosse lì finché il lavoro sui disegni non fosse concluso.
Sbuffò, allungando una mano verso il cassetto della scrivania e aprendolo, prendendo una manciata di caramelle dalla ciotola di cristallo che teneva all'interno: «Hai fame, Nooroo?»
Il piccolo kwami, che lo stava fissando intensamente da una buona manciata di minuti, stirò la bocca in un sorriso, mentre gli occhi si illuminarono alla vista delle caramelle che Gabriel fece cadere davanti a lui: allungò le zampette, prendendone una al gusto di lampone e la scartò velocemente, ingoiandola poi intera.
L'uomo lo fissò, mentre sgranocchiava una dietro l'altra i piccoli bon-bon: «Stavo pensando...» iniziò, attirando su di sé l'attenzione del kwami, che lo fissò dritto negli occhi: «Non vorresti...»
«Non provare a riportare il mio Miraculous al Guardiano o la mia ira si abbatterà su di te.»
«In vero, volevo chiederti se volevi andare con Adrien e Plagg, qualche volta.» spiegò l'uomo, poggiandosi contro lo schiena della poltrona: «E incontrare gli altri kwami.»
«Sì!» esclamò Nooroo, trasformandosi nel perfetto ritratto della contentezza: occhi luminosi, sorriso aperto, le alette che sbattevano rumorosamente nell'aria.
«Sentirò Adrien, allora.»
«Oh. Potrei vedere di nuovo Wayzz. E Flaffy. E Tikki.» iniziò Nooroo, volteggiando allegro per la stanza: «Plagg mi ha detto che anche Mikko è tornata! Sarebbe bellissimo rivederli tutti, Gabriel.»
«Lo dirò ad Adrien.»
«Sarebbe veramente bellissimo.»
Gabriel sospirò, mettendo mano al cellulare, scrivendo veloce un messaggio al figlio.


La prossima volta portati Nooro dietro.
Adrien lesse il messaggio, scuotendo il capo: «Cosa avrà voluto dire?» domandò, mostrando lo schermo alla ragazza, mentre con gli altri entrava nella metrò, diretti verso l'hotel dove aveva preso una camera Alex.
Marinette afferrò il cellulare, leggendo veloce il messaggio e poi scosse il capo: «Che forse Nooroo sente la mancanza dei suoi compagni?» buttò lì la ragazza, prendendo posto a sedere accanto a Sarah: «L'hai detto tu che sta sempre con tuo padre.»
Adrien annuì, mettendosi il cellulare in tasca e aggrappandosi a uno dei supporti: «A che fermata dobbiamo scendere?» domandò, guardando Lila e Wei sedersi accanto all'americana, mentre Rafael si sistemava in piedi davanti a loro.
Sarah prese il suo cellulare, scorrendo fra le varie applicazioni: «Mouton-Duvernet.» mormorò, facendo ridacchiare Rafael: «Che ho detto?»
«La tua pronuncia, americana.»
«Pignolo di un francese.»
Rafael replicò, mostrandole la lingua e mettendo poi mano al cellulare, studiando la mappa delle fermate: «Ok, è la penultima di questa linea.»
«Come si chiama quella prima?» domandò Wei, alzando la testa verso il compagno e attendendo paziente la risposta.
«Quella prima...mh. Raspail.»
«E l'alburego?»
«Albergo.»
«Albergo. Grazie, Lila.»
«Come si chiama l'albergo?» domandò Sarah, chinando di nuovo la testa verso lo schermo: «Mh. Hotel Aviatic.»
«Quanto è lontano dalla fermata della metrò?» domandò l'italiana, allungando il collo verso il cellulare di Sarah e osservandola aprire la mappa di Parigi e digitare velocemente l'indirizzo dell'hotel: «Mh. E' abbastanza vicino, direi.»
«Dov'è?» s'informò Rafael, allungandosi anche lui per vedere, ma senza riuscirci.
«Praticamente è nella prima strada secondaria andando verso nord. Rue...Sarah, allarga il campo, non leggo il nome. Ok, Rue Brézin.»
«Qualcuno ha idea di cosa diciamo a quelli dell'hotel?» domandò Marinette, attirando su di sé l'attenzione generale di tutti: «Insomma, non possiamo andare lì e chiedergli di farci entrare nella stanza di Alex.»
«Possiamo dire che Alex si è sentito male e ha mandato noi a prendergli un cambio. Magari descriviamo una bella scena di vomito, così quello della reception ci manda subito in camera...» iniziò Adrien, facendo l'occhiolino alla ragazza: «Oppure possiamo usare il vostro fascino femminile e ci assicuriamo la chiave.»
«E se è una donna, micetto?»
«Beh, volpe, hai il meglio della fauna maschile parigina davanti a te.»
«Spero che non dica di te stesso, perché avrei molto da ridire.»
«Qualcosa ci inventeremo sul momento.» dichiarò Rafael, alzando le spalle: «Magari potremmo trasformarci e...»
«Oh, certo! Andiamo lì e gli diciamo che un loro cliente è diventato un guerriero cattivo cattivo e che vorremo ispezionare la sua stanza?»
«Senti, mister perfettino, è senza dubbio migliore del tuo piano!»
«Il mio piano...»
«Arriviamo davanti l'hotel e poi vediamo com'è la situazione, ok?»
Ecco perché è lei il capo.» dichiarò Lila giuliva, osservando i due ragazzi in piedi davanti a lei e gettandosi indietro una lunga ciocca di capelli scuri: «Mentre voi due siete le ultime ruote del carro.»
«Mi permetto di dissentire, volpe. Io sono il capitano in seconda. E' Pennuto l'ultima ruota del carro.»
«Eccoli che ricamano.»
«Forse volevi dire ricominciano, Wei.»
«Sì. Grazie, Sarah.»

Miraculous Heroes {Completata}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora