Capitolo 10

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Ladybug osservò lo schermo del suo yo-yo e indicò una direzione alla ragazza che la seguiva: «Da quella parte!» urlò, balzando su un tetto e notando le due figure scure poco lontane da loro: Chat Noir e Papillon.
Quindi anche il signor Agreste era venuto.
Lanciò il suo yo-yo verso un comignolo, usando come punto di appoggio e si lanciò, atterrando vicino al suo ragazzo: «Ben arrivata, my lady.» la salutò lui, osservandola rialzarsi e facendole l'occhiolino: «Oggi abbiamo anche il burattinaio.»
«Il burattinaio?»
«Si riferisce a me.» decretò tranquillamente Papillon, osservando i due eroi sotto di loro: «Il Miraculous del Pavone e quello dell'Ape.»
«Manca il maestro Miyagi e siamo al completo.» decretò Chat, mentre Volpina atterrava vicino a Ladybug: «Andiamo a dar loro una mano?»
Ladybug annuì, lasciandosi cadere giù e subito imitata dagli altri: «Ma come? C'è una festa e non inviti, Peacock?» domandò Chat, ruotando il bastone e camminando spavaldo verso l'eroe in blu.
«Sbaglio o avevi detto che non eravamo amici?» domandò il pavone, bloccando le braccia a uno dei tre guerrieri e usandolo come scudo contro l'attacco di un altro: «Alle mie feste private, invito solo gli amici stretti.»
«Ti conviene mettermi in lista, allora.»
«Qualcuno mi salvi dai questi due...» sbuffò Volpina, dirigendosi verso il guerriero che teneva impegnata l'eroina in giallo e suonando alcune note del suo flauto, facendo comparire alcune sue copie, che iniziarono a correre in direzioni opposte, colpendo da entrambi i lati il nemico e facendolo svanire in una nube di fumo: «Ehi, sono debolissimi.»
«Magari.» sbuffò Bee, osservando il fumo dividersi in due volute e formare, ognuna, un guerriero nero: «Il problema è questo: se li sconfiggiamo, loro si moltiplicano.»
«Ma così non vale!»
«E come facciamo?» domandò Ladybug, osservando l'ultima arrivata e poi i quattro guerrieri che si erano riuniti e li fissavano minacciosi: «Ci sarà un modo per sconfiggerli definitivamente!»
«Il potere purificante del tuo yo-yo, Ladybug.»
«Tu come...?»
«Sentite, vi dirò tutto appena li avremmo annientati. Adesso non è proprio il momento delle spiegazioni.» decretò Bee, mostrando i due bracciali che teneva ai polsi e da cui fuoriuscivano due pungiglioni dall'aria decisamente letale: «Avete un piano, comunque? Perché io sono pessima a idearli.»
Chat si voltò verso Peacock, che li affiancò, mettendo mano al ventaglio che teneva appeso alla cintura: «Ehi, non guardare me. Non ho ancora approfondito la conoscenza con questa dolce signorina, con tanto di affari appuntiti...»
«Sei veramente inutile.»
«Ehi, ti aiutato l'ultima volta! Gatto stronzo!»
«Senti, pennuto...»
«Scusate.» la voce imperiosa di Papillon mise fine alla discussione fra i due: «Posso provare una cosa?» chiese, mentre migliaia di farfalle bianche apparivano dal nulla e si lanciavano verso i quattro guerrieri.
«Papillon?» domandò Bee, osservando l'uomo e poi voltandosi e meravigliandosi alla viste del nemico sparito in una nuvola di fumo nero: «Abbiamo vinto?»
Il fumo si divise in otto colonne, creando da ognuna un guerriero identico: le maschere nere erano minacciose, i vestiti scuri come la notte; in simultanea gli otto guerrieri estrassero le spade, che tenevano al fianco, e si misero in posa di attacco.
«Un applauso a Papillon.» decretò Chat, applaudendo al genitore, imitato da Peacock: «Adesso si che siamo nella merda.»
Volpina li ignorò, voltandosi verso Ladybug: «Hai un piano?» domandò ruotando il flauto e non prestando attenzione al nemico, finché l'urlo di Bee non la riscosse e si voltò, osservando uno dei guerrieri correre verso di lei con la spada alzata: sarebbe dovuta fuggire ma le gambe non le rispondevano, alzò un braccio per proteggersi ma qualcosa di verde e scuro si parò fra lei e il nemico.
«Scusate il ritardo.» mormorò il nuovo arrivato, abbassando lo scudo con cui aveva protetto Volpina e se stesso dall'attacco nemico, poi con una spallata colpì il guerriero rivale, che barcollò all'indietro: «Spero di non essermi perso niente.»
«Il maestro Miyagi?» domandò Chat, indicandolo e non credendo ai suoi occhi: com'era possibile che il Miraculous della Tartaruga avesse trasformato così tanto il nonnino cinese?
«Dici l'uomo che mi ha dato questo?» domandò il nuovo arrivato, mostrando il bracciale al polso destro.
«Non sei il maestro?»
«No.»
«Sentite, chiacchieriamo dopo!» sbuffò Ladybug, guardando il gruppetto: «E prometto che vi offro brioches e dolci. Ora occupiamoci di quelli lì.»
«L'hai promesso, my lady.»
«Come LB comanda.»
«Sei tu il capo.» dichiarò Peacock, facendole l'occhiolino.
Ladybug sospirò e iniziò a guardare uno ad uno gli altri: «Volpina puoi creare delle tue copie?» domandò e sorrise al cenno affermativo della ragazza, poi l'eroina in rosso si voltò verso Papillon: «Ci servono le tue farfalle.»
«Come desideri, Ladybug.»
«Peacock, oltre a qualsiasi cosa hai fatto l'altro giorno, quali sono i tuoi poteri?»
«Diciamo che posso vedere: quando l'attivo posso vedere tutto, anche il futuro. E poi ho questo.» dichiarò l'eroe, mostrando il ventaglio e aprendolo, mostrando le varie parti staccabili e sorridendo allo sguardo scettico dell'altra: «E' affilato, posso assicurarlo.»
«Bee?»
«Ho i miei pungiglioni.» decretò la ragazza, mostrando entrambe le braccia: «E il mio potere speciale consiste nel creare sfere di energia.»
Ladybug annuì, voltandosi poi verso l'ultimo arrivato: «Ehm...»
«Tortoise. Puoi chiamarmi così: posso usare lo scudo e la mia tazza.» si fermò, scuotendo il capo: «Volevo dire la mia stazza. Il mio potere speciale consiste nel creare barriere.»
Ladybug annuì con la testa, osservando il gruppo di portatori di Miraculous: «Annientiamoli, ok? Volpina, Papillon, distraeteli con illusioni e farfalle; Bee, tu e Peacock occupatevi degli attacchi a lunga distanza, mentre Chat, Tortoise ed io ci assicureremo del corpo a corpo.»


Osservò lo scontro fra i suoi guerrieri e il gruppo di portatori.
Non ce l'avrebbero fatta.
Ogni volta che li colpivano, i suoi figli si moltiplicavano.
Stavolta non sarebbero usciti vittoriosi.
Stavolta avrebbe vinto.


Chat colpì un nemico con il bastone, spedendolo contro Tortoise che, con un colpo di scudo, lo assicurò a terra: «Bel colpo, Torty!» si complimentò il gatto, sorridendo all'altro: «My lady, guerriero nero pronto a essere purrificato solo per te!»
«Torty?»
«E' più semplice da dire di Tortoise.»
«Ma...»
«Annuisci, fai prima.» dichiarò Ladybug, ignorando le lamentele di Chat azionando il suo yo-yo, lanciandolo poi contro il nemico che, alla luce purificatrice, svanì in una voluta di fumo grigio: «Fuori uno, ne restano altri sette.»
Bee e Peacock lanciarono in contemporanea le loro armi, colpendo altri due guerrieri e Ladybug corse in avanti, facendo vorticare lo yo-yo e purificando altri due guerrieri: «E siamo a cinque.» decretò l'eroina rossa, sorridendo agli altri.
I restanti cinque guerrieri si riunirono e, dopo essere diventati fumo nero, si assemblarono in un unico, gigantesco combattente: «Ehi! No, tutti insieme appassionatamente no!» sbottò Chat, indicandolo, mentre il nemico faceva comparire nella sua mano una mazza: il gigante iniziò la sua marcia e alzando l'arma contro Chat e Ladybug.
«Attenti!» urlò Tortoise, invocando poi il potere del suo Miraculous e creando una barriera, impendendo al colpo nemico di abbattersi sui due eroi: «Bee!»
L'ape annuì al richiamo della tartaruga, azionando il proprio potere speciale e creando una sfera di energia, facendola roteare tra le mani e lanciandola poi contro il bestione, mentre Ladybug dava ordini a Peacock e Volpina: il primo iniziò a vedere, trovando il punto debole del bestione, mentre Volpina, usando il fuoco fatuo, lo accecò aiutata dalle farfalle di Papillon.
«Ehi! Micetto!» urlò il pavone, indicando il guerriero gigante: «E' tempo di cataclisma! E assicurati di colpire la maschera. Ladybug, il Lucky Charm. Subito!»
I due annuirono: Ladybug ruotò lo yo-yo e lo lanciò per aria, facendo apparire una tanica d'olio e sorrise: sapeva già come usarla.
Fece un cenno a Chat che invocò il proprio potere e corse verso il bestione, saltò agilmente sulla mazza e raggiunse un punto cieco, dandosi una spinta e arrivando fino alla maschera, sfiorandola e vedendola distruggersi al solo contatto; poi con un calcio lo fece barcollare in avanti e balzò lontano per evitare di essere preso: «Bestione nero per la mia amata!» urlò, osservando il nemico scivolare sulla pozza d'olio che Ladybug aveva creato, versando il liquido per strada e sorrise, quando la ragazza agitò lo yo-yo, purificandolo.


«Vi spiego tutto dopo la battaglia...» scimmiottò Adrien, sbuffando sonoramente: «Peccato che sia sparita non appena abbiamo sconfitto il bestione! E pure il pennuto!»
«Non lo facevamo sempre anche noi?» domandò Marinette, alzando le spalle e cercando aiuto nei due kwami, che comodamente seduti sul tavolino davanti la TV, si rifocillavano: «Anche Tortoise se n'è andato subito dopo.»
«Torty ha detto che lo avremmo incontrato da mister Miyagi.» bofonchiò il ragazzo, poggiando la testa contro il divano e osservando la sua stanza: «Eravamo tutti lì...»
«Come?»
«I portatori di Miraculous. Eravamo tutti e sette. Lì.»
«Già...» mormorò la ragazza, scuotendo il capo: «E stato strano. Incredibile, ma strano.»
Adrien sorrise, allungandosi verso di lei e spostandole le ciocche scure dal collo: «Tu sei stata incredibile.» mormorò, leccandole la pelle e sentendola irrigidirsi appena: «Hai saputo guidarci tutti...» continuò, scivolando fino all'orecchio e prendendole il lobo fra i denti, mentre la invitava a distendersi sul divano e le montava sopra; le mani scivolarono sotto la maglietta, carezzandole la pancia e salendo lentamente verso l'alto: «Eri bellissima, mentre...»
Un pezzetto di formaggio gli arrivò in testa, facendolo voltare verso il tavolino e osservare male il kwami nero: «Sto mangiando.» dichiarò Plagg, osservando la ragazza, rossa in viso, sgusciare da sotto il giovane e alzarsi in piedi: «E vorrei non farmi morire l'appetito.»
«Plagg...» ringhiò Adrien, rimettendosi seduto e iniziando una battaglia di sguardi con il piccolo.
«Non mi fai paura, signorino. Non sei certo il primo gatto in calore con cui ho a che fare.»
«Ma come?» s'intromise Tikki, addentando un biscotto e masticando lentamente: «Non avevi detto che gli Chat Noir passati erano più tranquilli.»
«Tikki, per favore, sto cercando di insegnargli un po' di disciplina: capisco che l'istinto animale è forte, così come il bisogno di accoppiarsi ma deve trattenersi.»
«Parli proprio tu?»
Adrien scosse il capo, alzandosi in piedi anche lui e osservando Plagg iniziare a discutere con la kwami rossa: «Ti sei mai chiesta...» iniziò raggiungendo la ragazza e abbracciandola da dietro: «...se i nostri kwami hanno una specie di relazione?»
Marinette sorrise, sentendo il peso del viso di Adrien gravarle su una spalla: «Alle volte sembrano marito e moglie, vero?» domandò, voltandosi e baciandogli una guancia.
«Forse perché lo siamo.» s'intromise Plagg, fissandoli e ignorando la kwami accanto a lui: «Più o meno.»
«Cosa? Che?»
«Non siamo sposati.» sbuffò Tikki, alzando gli occhi al cielo e voltandosi verso i due ragazzi: «Semplicemente le nostre vite sono molto intrecciate, con il fatto che i portatori dei nostri Miraculous tendono...beh, lo sapete. E quindi...»
«E quindi la sopporto da ben più di cinquemila anni. Un matrimonio, in pratica.»


Lila osservò la ragazza bionda entrare nel palazzo e poi, dopo una buona manciata di minuti, le luci al terzo piano si accesero: «Perché hai voluta seguirla?» domandò Vuxxi, aprendo la scatoletta di carne in scatola e guardando la sua partner umana.
La ragazza rimase a osservare le finestre illuminate, scuotendo il capo: «Non lo so, ho come un sospetto.»
«Pensi che sia il nemico? Che lei sia Coeur Noir?»
L'italiana scosse il capo, sorridendo al kwami e dando un'ultima occhiata alle finestre: «Per niente.» dichiarò, incamminandosi per la strada.
No, non poteva essere assolutamente un nemico.


«Sono così orgoglio di te, Rafael! Hai combattuto con gli altri! Hai protetto Parigi.»
«Bah...»
Il kwami del pavone sorrise, sedendosi sul cuscino, accanto al viso dell'umano: «Non ti senti migliore? Eri lì e ti sei trasformato subito...»
«Non volevo che quella ragazza rimanesse coinvolta nello scontro.»
«Chi? La tua compagna di scuola?»
Rafael sospirò, girandosi e dando le spalle a Flaffy: «Lascia perdere.»


«E così andata è.»
«E' andata così.» lo corresse immediatamente Wayzz, mentre Wei si portava alle labbra la tazza di the, che Fu gli aveva offerto, nascondendo l'imbarazzo per avere sbagliato nuovamente: «E siamo andati via subito, dopo aver detto a Ladybug e Chat Noir che li avremmo incontrati qua.»
Fu annuì con la testa: «Sei stato bravo, Wei.» commentò, allungandosi e dando una pacca sulla spalla muscolosa del ragazzo: «Dovresti essere orgoglioso di ciò che hai fatto.»
«Xie xie.» mormorò il ragazzo, nella loro lingua d'origine, finendo la bevanda calda.
Fu sorrise, massaggiandosi poi il mento: «Avete detto che c'erano tutti? Tutti e sette i portatori di Miraculous?»
«Sì, maestro.»
«Le pedine si stanno muovendo...»


I suoi guerrieri.
Annientati.
I sette portatori li avevano annientati.
Lei li aveva purificati.
Più potere.
Più forza.
Aveva bisogno di entrambi, se voleva battere quei sette e avere i Miraculous.


Sabine alzò la testa, osservando i due ragazzi entrare nella panetteria: «Qualcuno si è dimenticato che oggi doveva dare una mano in negozio...» cantilenò, guardando la figlia sgranare gli occhi e iniziare a maledirsi per essersi scordata una cosa così importante.
«E' stata colpa mia, Sabine!» s'intromise Adrien, abbozzando un sorriso e guardando imbarazzato la donna: «Ho chiesto a Marinette di aiutarmi con la scelta dell'università e il tempo è volato...»
«La scelta dell'università? Pensavo che avresti preso il posto nella maison di tuo padre.»
«Lo credevo anch'io.» borbottò Adrien, grattandosi imbarazzato la nuca.
«Beh, se vuoi puoi prendere la panetteria di Tom, un giorno.»
«Così andrebbe in fallimento dopo poco, perché mangerebbe tutto lui.» bofonchiò Marinette, rimediandosi una leggera spintarella dal ragazzo: «Ho solo detto la verità! Pensi non mi sia accorta di come stai guardando quei biscotti?»
«Ne vuoi un po', Adrien?»
«No, non importa.»
«Sì, li vuole.» sbuffò Marinette, prendendo le pinze e un sacchetto che riempì, facendolo poi ondeggiare sotto al naso del ragazzo: «E li avrai se riesci a battermi a Ultimate Strike.»
«Cosa?»
«Forza, mon minou. Non li vuoi i tuoi biscotti?» dichiarò la ragazza, correndo poi verso le scale che portavano al piano superiore e venendo immediatamente rincorsa.
«Questa me la paghi, my lady.»
«Oh! Che paura!»
«Sarà un conto bello alto!»

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