-Quando Marina è ormai convinta d'aver ricreato tutto attraverso l'immaginazione, in brevi e scanditi passaggi, ci svela la carta per mostrarci la realtà delle cose. Tutto torna al suo posto, ma un ultimo interrogativo mi è rimasto: il padre viene benedetto dalla Fata di Spuma in modo d'avere sempre un buon pescato. Anche dopo la morte della moglie la benedizione persiste. Basandoci su quanto conclude Marina, in una versione in cui la donna non è stata altro che una borghese, l'abbondante pesce che il padre porta sempre a casa da cosa è dovuto? Bravura, fortuna?
Penso basterebbe aggiungere il dettaglio al resto delle argomentazioni svelate per eliminare anche questo ultimo interrogativo, visto che gli altri trovano elegantemente una risposta.

Voto 9/10


2) Originalità

La storia sprizza grande originalità, a partire dall'elemento delle fate unite con l'acqua, sicuramente un'accoppiata inusuale.
Ci vengono presentate, inoltre, varie tipologie di fate, tutte piuttosto diverse tra di loro, che nascondono una diversa metafora intrecciata alla vita di Marina.

Ho apprezzato moltissimo le Solarie e le Pluvie, soprattutto la favola sulla nascita del primo arcobaleno. Ci sono tantissimi elementi innovativi, il finale fa guadagnare alla storia una sfumatura totalmente diversa da quella che ci saremmo aspettati, arrivando a farci sentire una profonda inquietudine, a darci quel qualcosa di ancor più diverso che ci assesta un colpo di grazia.

Non ho nulla da dire.
Originalità eccellente.

Voto 10/10


3) Coerenza narrativa

Come ho già detto ci sono alcune incoerenze sparse, ma mi rifiuto di segnalarle, perché NON DEVONO ESSERE CORRETTE. Sono funzionali, probabilmente dovute e volute. Ci troviamo in una favola per adulti molto potente, che va dai toni più infantili a quelli più cupi. Come tale ci sono varie libertà che il genere può prendersi, è ovvio e scontato, serve a ricreare l'atmosfera di quelle vecchie favole che tutti i bambini amano, ma che rilette da grandi scadono nel no sense, mantenendo però il loro fascino.
Le piccole incoerenze che troviamo ci richiamano vagamente a questo, facendocela percepire come una favola, seppur molto diversa e molto meglio costruita, arrivando a svilupparsi in un romanzo di formazione dai toni molto metaforici.

Appunto solamente un paio di cose che non risultano funzionali.

-Capitolo 6. Arrivati al castello delle fate, queste chiedono ad Andrea come si chiami, eppure un attimo prima, all'entrata, lo hanno già chiamato per nome.

-Al momento di scoprire il primo sapere, dall'acqua, accanto alla barca di Marina e Andrea, emerge una fata. Questo sembra essere il segnale per annunciare d'aver appena scoperto un sapere. Si preannunciava come una cosa automatica che sarebbe accaduta da lì in poi, quando, in realtà, alla scoperta degli altri saperi questo non accade.

Andrebbe giustificata la straordinaria -nel senso di insolita- presenza della fata al momento della prima rivelazione.

-Capitolo 29. Marina ripete d'essere totalmente sola, eppure sappiamo bene che ha Celeste con lei. Non hanno ancora litigato, il fatto che non la citi minimamente nel suo monologo ci stona un po'.

Voto 8/10


4) Metodo narrativo

Le basi di trama ed originalità sono pressoché perfette, ma se parliamo di stile e metodo vediamo che si potrebbe migliorare qualcosa.

Rimanendo fedeli alla sezione, vado segnalando i pur sempre pochi dettagli perfezionabili.

La Critica [Recensioni]Where stories live. Discover now