31 - Evan

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Sospiro stancamente e con la mano libera mi allento la cravatta dell'elegante completo da lavoro. La sfilo lentamente e, una volta aperto il cassetto dell'imponente scrivania nera del mio ufficio, la ripongo via. È da questa mattina che non faccio altro che visionare nuovi preventivi, fatturazioni rivolte a clienti particolari e tante altre stronzate che non sopporto più.

Non mi sarei mai immaginato che portare avanti la W&S Corporation potesse essere così difficile, ma ringrazio Dio che Magnus è al mio fianco e corregge i miei errori quelle poche volte che li commetto.

«Tua madre sarebbe molto fiera di te, Evan» ripete spesso e queste semplici parole bastano per ridarmi la carica e la convinzione giusta per proseguire. Però sorge spontaneo chiedersi se sono all'altezza: tra lo studio, Camille e l'azienda ho una paura fottuta di sbagliare qualcosa. Non è che mi freghi poi tanto se l'azienda dovesse perdere alcune delle sue quotazioni in borsa, fosse per me rivenderei alcune divisioni di essa e mi occuperei solo delle telecomunicazioni, ma quello che mi preoccupa è il tempo: sto dedicando abbastanza tempo allo studio? A Camille? Alla nostra vita insieme? È dall'anno scorso che cerco di fare tutto il possibile affinché vada tutto per il meglio, ma non nego che ci sono giorni in cui vorrei mandare tutto a puttane, caricare in spalla Occhietti Grigi e tornare di corsa a Newport!

Forza Evan, mancano poco più di sei giorni a Natale e potrete tornare tutti e tre a casa!

Poso lo sguardo sulla foto che tengo sulla scrivania di me e Camille il giorno del suo diploma: lei con la tunica blu, la pergamena in mano e seduto composto Bronx ai suoi piedi e io che le cingo la vita da dietro rigorosamente vestito da boscaiolo: «E tu cosa sei? Un coglione di seconda categoria? Hai perso il lavoro per caso?». Mi sfugge una breve risata e scuoto la testa al ricordo dell'insolente insinuazione di Sam. Poggio la schiena contro lo schienale dell'elegante poltrona in pelle nera e mi soffermo un attimo sulla ragazza dagli occhi più blu che io abbia mai visto in vita mia: quella ragazza è... non saprei proprio come definirla. Stronza è molto appropriato però!
Per mesi ho guardato Axel in maniera titubante perché sotto sotto so perfettamente che ragazzo è. Avrebbe potuto avere Camille con un semplice schiocco di dita, gli sarebbe bastato impegnarsi un po' di più e sicuramente ce l'avrebbe fatta a conquistarla, e invece ha pensato bene di venire a picchiarmi. Mi sfioro distrattamente il labbro e un flash del mio amico che mi tira un destro in faccia mi squarcia la mente.

Non sono felice che stia con Sam; sono felicissimo! E il modo in cui la guarda, in cui lei lo guarda. In un certo senso mi ricorda moltissimo me quella ragazzina strafottente e un po' chiusa. Quando Angeline mi ha contattato nel bel mezzo della riunione con i fornitori di gasolio, dicendomi che dall'altra parte della linea c'era una certa "Sam" che voleva parlarmi «Adesso!», dapprima mi sono preoccupato e subito dopo sono scoppiato in una fragorosa risata. Credo la mia segretaria rimarrà terrorizzata da Sam a vita: è raro che prenda chiamate che non siano da parte dei miei amici e parenti più stretti.

Eppure Samantha Jones mi ha chiamato. Mi ha chiamato e mi ha chiesto un favore: già a Newport avevo intuito che nascondesse qualcosa, e sono tutt'ora convinto che qualcosa non va in quella ragazza e non si tratta affatto di suo padre, ma quando le ho dato il mio bigliettino da visita non mi sarei mai aspettato che mi chiamasse sul serio. Dopo la nostra telefonata, di quasi una settimana fa, ho chiamato immediatamente Magnus per chiedergli di Johan Miller, un suo investigatore di fiducia e gli ho fornito gli unici dati che Sam conosceva su suo padre.

So perfettamente che è contorto come pensiero, ma non voglio affatto che quella ragazza soffra. È il tipo di persona che, come me, allontanerebbe il mondo intero da sé. Io lo farei perché sono una testa di cazzo (come non ha mancato di farmi notare Camille più volte), ma lei lo farebbe per amore. Facendo così non farebbe altro che danneggiare se stessa e Axel, e se posso vorrei evitare tutto questo. È per questo che ho lasciato detto a Johan di contattare me non appena avesse raccolto abbastanza informazioni sul conto di questo Samuel Nathan Jones. Voglio prima verificare di persona chi è questo emerito figlio di puttana che abbandona la propria figlia!

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