21 - Axel

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Sospiro stancamente mentre rientro in casa e mi lascio cadere sul divano. Forse avrei dovuto inventarmi qualcosa per ricattare Sam; usando le maniere gentili non mi aiuterà a portarla a Newport. Ci siamo appena separati dopo un bellissimo e categorico "No." alla mia richiesta, ma sinceramente non ci trovo nulla di male: siamo due amici che passano il giorno del Ringraziamento insieme. Dov'è il problema?

Okay, non siamo proprio due amici normali e ultimamente sto facendo del mio meglio per evitare di saltarle addosso e spogliarla davanti a tutti, ma non vuol dire che non possiamo fare anche cose normali. Il problema è che quando ho prenotato il biglietto aereo domenica sera, istintivamente ho fatto il biglietto anche per lei. Lo sapevo. Sapevo che avrebbe passato il giorno da sola e questa cosa non mi andava per niente giù.

Ma una volta pagato mi sono chiesto: e ora come la convinco a venire a casa con me? Merda... sospiro pesantemente mentre sento il naso colarmi nuovamente. Oh, beh. Anche l'influenza dovevo beccarmi. Di bene in meglio. Però è anche colpa mia: negli ultimi giorni non mi sono vestito come si deve e il gelo pungente della nebbia mi ha steso. Infilo una mano nella tasca della felpa della NHS e tiro fuori il pacchetto di fazzoletti. Come convinco Samantha a venire a Newport? Non voglio lasciarla da sola per quattro giorni... e non voglio nemmeno tornare a casa dei miei in tutta onestà. Sono anni che le feste e il mio compleanno diventano ingestibili, sinceramente avrei preferito dire a mia madre che avevo un impegno universitario piuttosto che prendere l'aereo e andare a trovarla. Un senso di disagio inizia a crescere in me intanto che mi soffio il naso e mi sdraio poggiando la testa sul bracciolo del divano. Alle volte mi sento terribilmente in colpa per le cattiverie che penso nei confronti dei miei genitori, ma è anche vero che sono stufo marcio di vivere due vite.

«Maxon...» mormoro guardando il soffitto bianco. Perché te ne sei andato lasciando sulle mie spalle la responsabilità di due anime?

***

Sono seduto sulla veranda del cottage di mamma e papà. Loro sono abbracciati e guardano il cielo sorridendo, mentre io vorrei solo che fosse domani: non vedo l'ora di andarmene. È stato il mese più schifoso e noioso della mia vita.

Un altro boato esplode sulle nostre teste, un altro fiore gigantesco e colorato si espande nel cielo: l'ultima sera al National Forest è sempre dedicata ai fuochi d'artificio e tutti gli altri bambini sono nell'aera giochi a goderseli insieme. Sbuffo sonoramente e appoggio il mento sulle mani: Maxon mi ha chiesto di coprirlo nuovamente per andare a fare qualcosa al vecchio molo. Non capisco... continua a dirmi che non ha amici al di fuori di me, ma continua ad andare in quel posto a giocare da solo.

Bah.

«Che c'è amore? Non ti stai divertendo?» domanda la mamma voltandosi verso di me. Grugnisco qualcosa e metto su il broncio: voglio tornare da Emily. Non ne posso più di questo posto orribile. «Axel, tutto bene?» domanda papà preoccupato. «Sì... è che questo posto mi annoia. Non c'è nemmeno Emily.» piagnucolo incupito.

«Ah, ma allora ti manca la tua fidanzatina.» mi canzona lui sedendosi accanto a me. «No. Non è la mia fidanzatina, lei è la mia migliore amica. Io vi ho sempre chiesto una sorellina, ma voi non volete darmela» accuso i miei genitori facendo spallucce e prendo a tormentare il mio braccialetto. Chissà se Maxon sta tornando; ho detto a mamma e papà che aveva perso il suo razzo e che è andato a cercarlo. Mia madre e mio padre scoppiano in una fragorosa risata e papà mi arruffa i capelli: «Non è semplice avere una sorellina, sai? Dobbiamo mandare la letterina alla cicogna e aspettare il nostro turno. E poi tu e tuo fratello siete ancora troppo piccoli, dobbiamo occuparci anche di voi»

«Ma sappiamo già farci il bagnetto da soli.» protesto indignato. So anche lavarmi i denti e vestirmi da solo. Anzi, sono più veloce di Maxon... però lui sa allacciarsi le scarpe. Hmmm... forse è questo il problema? Potrò avere una sorellina se imparo a fare tutto per bene?
«Infatti siete bravissimi. Allora mamma Elinor, la diamo o no una sorellina a questo bimbo?» domanda alzando la testa verso la mamma.

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