25 - Camille

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Sbatto gli occhi incredula e fisso Evan che beve tutto d'un fiato il suo boccale di birra mentre ai suoi piedi Bronx è intento a divorare un'enorme ciotola di cibo per cani. Non posso crederci: il mio ragazzo e il mio cane stanno nuovamente facendo una gara così stupida? Scuoto la testa esasperata e sospiro sconsolata. E che senso ha riprenderli? A casa lo fanno di continuo.

Dopo aver mangiato qualcosa al volo dal vecchio Boe (che grazie a Dio ha iniziato a fare anche la pizza.), ci siamo diretti verso questo grazioso Pub sul molo a finire tranquillamente la serata. Avrei voluto che si unisse a noi anche Axel, ma purtroppo è dovuto tornare a casa per festeggiare con i suoi. Non sembrava granché entusiasta, ma non appena Samantha ha iniziato a prenderlo in giro tutta la tensione che gli si leggeva negli occhi si è dissolta nel nulla.

Non mi piace per niente quella ragazza; mi fa quasi paura. Sembra quasi la protagonista di qualche film horror in cui lei è la stronza che viene posseduta dal demone di turno e si mette a squarciare tutti quanti. Rabbrividisco e mi strofino le braccia: ma che cosa centra lei con Axel? Sono praticamente due opposti, eppure tra di loro c'è una complicità mostruosa. È inutile dire che sono rimasta leggermente destabilizzata quando l'ho vista al suo fianco: capelli neri che le arrivano poco sotto le spalle; piercing alla corona dell'orecchio destro; due occhi blu con alcune pagliuzze azzurre intorno all'iride resi ancora più in evidenza dall'eyeliner e dalla matita nera. Per non parlare del suo abbigliamento. L'ho sempre detto che le californiane sono stupide. Aspetta un attimo, ma io sono californiana., constato aggrottando la fronte. Evan batte rumorosamente il suo boccale vuoto sul tavolo ed esulta per aver terminato un litro di birra prima che l'husky abbia finito la sua ciotola: «E con questo te ne starai a dormire in salotto per almeno tre mesi mio caro amicone.» esclama dando un buffetto sul testone del cane che lo guarda male e gli abbaia contro. Bronx ama dormire ai piedi del nostro letto, credo lo consideri il suo posto personale da quando ci siamo trasferiti a New Orleans.

«Certo che voi siete davvero due scemi patentati. Vi sentirete male.» li riprendo. Subito dopo arriva una cameriera che ci poggia davanti un enorme piatto di frittura mista che poco prima il boscaiolo sexy aveva ordinato. Mi ritraggo immediatamente schifata e arriccio il naso. Amo il mio ragazzo, davvero, ma non capisco come faccia a mangiare questa roba.
Bleah.

«Fai ancora la schizzinosa Occhietti grigi?» mi canzona strafottente Evan prendendo in mano un anello di pesce fritto e se lo porta alla bocca. «Sappi che finché non ti sarai lavato i denti con l'ammoniaca non ti bacerò mai più.» ribatto orripilata. Ma che schifo. Un tempo quella cosa era viscida e puzzava... Un brivido di disgusto mi attraversala schiena intanto che Evan solleva un sopracciglio incredulo e scuote la testa. «Certo che sei strana forte Camille. E adesso dove vai?» domanda corrucciando la fronte intanto che mi alzo. Due occhi verdi mi guardano pieni di curiosità e timore.

Nonostante sia passato un anno dall'incidente con mia madre, Evan continua comunque ad essere protettivo nei miei confronti. Credo abbia sviluppato una qualche strana forma morbosa di protezione nei miei confronti e spesso battibecchiamo per questa cosa; ma vallo tu a spiegare ad un boscaiolo-falegname che non c'è più nulla di cui preoccuparsi. «Ti rendi conto che sei la mia famiglia Camille? Se ti succedesse qualcosa impazzirei.» è la solita frase che borbotta cupo prima di baciarmi ogni volta che facciamo pace. Sono decisamente ancora troppo cotta di questo ragazzo, e mi va benissimo la cosa.

«Vado a comprarmi delle castagne. C'è troppa puzza di pesce qui.» lo informo infilandomi il cappotto e mi sistemo la sciarpa intorno al collo. Onestamente mi era un po' mancato il freddo di Newport. L'aria qui è decisamente più fresca e più pulita. A New Orleans è quasi soffocante e se nevicherà sarà un miracolo. Devo assolutamente convincere Evan a tornare qui per le vacanze di Natale, nonostante lui voglia portarmi a New York a cenare all'ultimo piano di qualche skyline. Deve smetterla di pensare che stronzate in stile Grey's Anatomy possano piacermi. A me va bene starmene sul divano della mia casettina. Mi era mancata da morire.

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