1 - Axel

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Undici anni dopo...

«Allora, è di suo gradimento signor Brant?» domanda l'agente immobiliare, ma lo sto ascoltando distrattamente. Stesso agente che ho stressato per due settimane di fila, che però è riuscito a scovare questa piccola perla incastrata in un antico palazzo di San Francisco. Di fatti, mentre lui è intento ad elencare le ultime caratteristiche dell'appartamento,  il mio sguardo è perso nel panorama che si può abbracciare dal piccolo terrazzino.

Osservo la città pulsa nella sua colorata causticità: le palme costeggiano le strade; le persone camminano spedite verso le loro mete, ancora vestite rigorosamente con abiti estivi; i tram che fluiscono pigramente sulle colline della città e, in lontananza, una sottile e tenue strisciolina di mare mi conforta. Lasciare Newport, e di conseguenza allontanarmi dal mare, è stata una delle esperienze più dolorose della mia vita. eppure eccolo lì, l'oceano. Non vedo l'ora di tornare a immergerci i piedi, mentre passeggio sulla spiaggia.

C'è da dire che non sono poi così lontano da casa, se non si vogliono contare nove ore di strada che mi dividono dall'Oregon, eppure il panorama è così differente, stravolto: le coste di casa mia, selvagge e rocciose, sono state sostituite da quelle più morbide e sabbiose della California. La vegetazione sempre verde ha ceduto il posto alle palme e i sentieri di ciottoli, a piste ciclabili e strade ricolme di gente locale e turisti.

Cosa ci faccio qui? Beh, tra una manciata di giorni inizierò a frequentare la San Francisco State University e necessito disperatamente di un posto dove sistemarmi, perciò devo decidermi in fretta sulla scelta dell'immobiliare da acquistare, piccolo e folle investimento che un certo Evan Walker mi ha caldamente suggerito di attuare.

Mi volto nuovamente verso l'ampio appartamento da poco ristrutturato con tutte le tecnologie moderne e una sensazione di appartenenza si diffonde nel mio petto. Ci siamo, sento questo posto come la mia nuova casa. Mi cade l'occhio sull'angolo cottura che affaccia sull'openspace e sorrido divertito notando il tavolo munito di sei sedie in tinta con il mobilio della cucina: e chi diavolo dovrebbe mangiare lì, oltre a me?

Il pezzo forte dell'immobile, a mio modesto parere, resta l'enorme parete scorrevole che divide la zona giorno da quella notte, arredata con pochi elementi essenziali, ma ogni angolo è perfettamente in armonia con il resto della casa. Il designer di questo appartamento ama decisamente la sobrietà a quanto pare, penso muovendomi con lentezza verso il centro del soggiorno.

«È perfetto, grazie» rispondo sorridendo. È più che perfetto per una persona sola, specie se quella persona è uno studente al college. L'idea di andare a vivere da solo è qualcosa che non avevo mai preso in considerazione, finché Evan non ha voluto immischiarsi nella mia vita e regalarmi «Quello che ogni collegiale brama di più al mondo: privacy». Dopo vari battibecchi mi sono ritrovato a soppesare con più interesse di quel che avrei voluto l'idea di vivere da solo, da lì la ricerca di un luogo abbastanza vicino all'università e non troppo sfarzoso.

Ed eccoci qui, a un quarto d'ora dal campus, una casa fatta quasi su misura delle mie esigenze, a portata di budget. E anche qui mi tocca ammettere che il budget ce lo ha messo quello scapestrato di un boscaiolo fasciato in completo Armani.

Quel ragazzo fa paura quando ci si mette. Non oso immaginare cos'abbia detto all'uomo che ho di fronte per aver abbassato il prezzo a una cifra simile.

«Bene. Allora possiamo firmare la lettera d'impegno in vista dell'appuntamento con il notaio? Le varie pratiche bancarie possiamo vederle domani mattina in ufficio. Per adesso mi serve una semplicissima firma qui», spiega il giovane agente indicami un punto vicino al logo della casa immobiliare per cui lavora, mentre con la mano libera mi porge un'elegante penna argentea. Chissà quanto se la tira questo tizio, che se ne va in giro con la sua Porsche e gli abiti cuciti su misura, osservo guardandolo con diffidenza e curiosità. Inarco lievemente le sopracciglia afferrando la penna e firmo  il documento che già prima, sotto la severa sorveglianza dell'avvocato di Evan, un certo Magnus, mi era stato anticipato via mail.

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