27 - Axel

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*** In copertina il faro di Newport***

«Axel? Axel?» chi è che mi sta richiamando dal mondo dei sogni? Lasciatemi dormire ancora per qualche minuto; stavo giusto sognando Sam che mi diceva che mi ama...

«Brant, porca troia ti svegli?» sbotta nuovamente la voce di prima e subito dopo sento due mani che mi scrollano aggressivamente. Apro gli occhi confuso e sbatto le palpebre un paio di volte per cercare di capire dove sono. «Sam...» borbotto con la voce ancora impastata dal sonno, «ma perché mi svegli all'alba se abbiamo lezione alle dieci. Torna a dormire, su» mormoro abbracciandola nuovamente. Lei sbuffa stizzita e mi tira un pugno sulla spalla: «Brutto idiota, che lezione e lezione? Avevi detto che te ne saresti andato prima che i tuoi si svegliassero. Bene, credo che tua madre sia scesa in cucina a fare qualcosa pochi minuti fa. Te ne vai adesso oppure no?». Mia madre? Ma dove diavolo sono?

Apro nuovamente gli occhi e, con una certa fatica, metto a fuoco la stanza degli ospiti dei miei. Merda, ma siamo a Newport! Sbarro immediatamente gli occhi e mi alzo suoi gomiti: doppia merda, ieri sera è successo il pandemonio! E Sam mi ha veramente detto che mi ama.

Non appena realizzo ciò un sorriso ebete mi compare sulle labbra e mi volto verso la mia ragazza che mi fissa con gli occhioni pieni di ansia. Continua a gettare occhiatine alla porta e a me, come ad indicarmi ulteriormente di sloggiare il più in fretta possibile. Mi chino verso il suo viso e poggio la fronte sulla sua, al che increspa la fronte e il blu dei suoi occhi mi guarda incuriosito: «Buongiorno» mormoro sorridendo. Avvampa immediatamente e si scosta sbattendo le palpebre e boccheggiando, poggia entrambe le mani sul mio petto e cerca di allontanarmi dal suo viso: «Troppo vicino Brant, troppo vicino. Stai invadendo il mio spazio personale.» borbotta. Scuoto la testa sorridendo e le rubo un bacio, giusto per poi beccarmi un altro pugno, ma questa volta sul tatuaggio: «Ma cosa non capisci del concetto "vattene"? Tua madre sta gironzolando per casa.» sussurra furente.

«E quindi?»

«Come e quindi? Dopo ieri sera non voglio assolutissimamente che sappia che stiamo insieme. La ragazza di suo figlio non dovrebbe dirle certe cose...»

«Ma smettila.» la ignoro alzandomi di malavoglia dal letto; non posso crederci che, in vacanza, lei mi abbia svegliato alle sette solo per paura che mia madre possa scoprirci. Fossimo almeno in situazioni critiche capirei il suo disagio, ma il massimo del compromettibile è lei senza pantaloni e io senza maglietta. «Torna a dormire va, che prima delle nove mia madre non viene mai a rompere l'anima alla gente» la informo facendo il giro del letto e, prima di dirigermi verso la porta, mi chino sopra di lei e le bacio una guancia. «Tu mi destabilizzi ragazzo» borbotta leggermente frastornata, poi si volta dandomi le spalle e si infagotta la testa con la trapunta. Ho la ragazza più strana del mondo: è, e sarà un'impresa da Dio riuscire a sopportarla la maggior parte del tempo, ma da quando la conosco la vita è decisamente più frizzantina. Mi sento più vivo.

«A dopo» mormoro prima di uscire dalla stanza e lei mi risponde con un grugnito assonnato.

***

Ho finito di lavarmi e prepararmi e mi sto dirigendo verso la camera degli ospiti per svegliare Sam. Sono le nove e mezza e, dato che so benissimo che non si è portata nulla di caldo, ho in mano uno dei miei maglioni di lana da farle mettere. Oggi ho in programma di farle vedere il porto e il faro di Newport e, non avendo qui la Chevrolet, useremo la moto; un maglione pesante è il minimo. Magari chiederò a mia madre se ha un giubbotto più pesante da prestarle prima che mi muoia congelata.

Giunto davanti alla porta di Sam busso un paio di volte ed entro; perché la stanza è vuota? Il letto è anche rifatto... Corrugo la fronte basito e mi passo una mano tra i capelli pensando a dove possa esser finita: la casa non è poi così tanto grande. Magari è nel bagno di sotto?

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