21. Epilogue: Almost friends

1K 140 43
                                    

Sono passati due anni dalla promessa che Mark Yates ed io ci siamo fatti e ancora adesso, dopo tutto questo tempo, riesco a vedere il suo sguardo ricco di follia, mentre si affacciava dal tetto del Norwest Christian College, ed è un'immagine che mi sconvolge non poco, ma che riesce a ricordarmi ogni giorno che ho sbagliato e che devo fare di tutto per evitare che succeda ancora, per quanto possa essere difficile.

Dentro di me c'è stato un grande cambiamento rispetto al ragazzino che ero sei anni fa e al ragazzo che pensava di essere maturato, quattro anni dopo, pur continuando a comportarsi in maniera ingiusta, pensando che la violenza potesse in qualche modo risolvere determinate situazioni. Me ne rendo conto da piccole cose, come il provare dispiacere misto a disgusto anche solo di fronte a una scena di violenza in qualche film o programma televisivo, e da come ho iniziato a frequentare il pub in cui Kennedy Robinson si ubriacava ogni notte solo per convincerlo a capire che ciò che aveva fatto a mia sorella e, chissà, forse continuava a fare a qualche altra donna era sbagliato, così come la violenza che esercitava contro se stesso con l'incredibile quantità di alcolici che non faceva che ingerire quasi senza sosta, rischiando di avere nel sangue una più alta percentuale di alcol che di globuli rossi. Non ha preso molto bene le mie parole e ha spesso cercato di aggredirmi, ma io ho continuato a provare per mesi e mesi, grazie anche alla persona che ogni sera mi è stata accanto come ci eravamo ripromessi: Mark Yates, sì. Robinson non si è più fatto vivo in quel pub, forse perché ha interiorizzato il senso delle mie parole o, molto più probabile, ha deciso di andare ad ubriacarsi da qualche altra parte per non avere più a che fare con me.

Per Mark le cose al Norwest Christian College non sono andate proprio per il verso giusto, poiché la maggior parte degli alunni ha provato molta tenerezza nei suoi confronti dopo il tentato suicidio, ma ha continuato a guardarlo dal basso in alto, temendo per la propria incolumità, ma tutto è cambiato radicalmente dopo il diploma: ha seguito la sua vecchia passione per i numeri, iscrivendosi alla facoltà di Matematica, ed è riuscito a guadagnarsi una buona reputazione da ragazzo studioso e rispettoso che è sempre stato, almeno prima che intervenissi io. Da quello che so, per i corridoi della sua facoltà incontra spesso Luke Hemmings e, pur non conoscendosi davvero, si salutano sempre come vecchi amici.

Luke... be', Luke continua ad essere estremamente severo con me, ma so che lo fa solo per il mio bene e, posso dirlo con certezza, è fiero di me e dei miei progressi proprio come il suo fidanzato. Erano entrambi al matrimonio di Ashton Irwin con me - sarebbe più corretto dire che mi hanno costretto ad essere presente alla cerimonia, ma non ha importanza adesso - e, devo ammetterlo, lo sposo è riuscito a far sentire a proprio agio anche i tre invitati che, in realtà, non c'entravano molto con il resto delle persone presenti. Adesso potremmo anche definirci amici. O, meglio, quasi amici. In fondo, è normale che fra di noi rimanga quell'accenno di imbarazzo dovuto al modo non proprio carino in cui l'ho trattato quel giorno in biblioteca.

Ryan, invece-

«Calum.»

Mi giro verso la ragazza dai capelli neri e gli occhi che, in qualche modo, sembrano essere più azzurri del solito e solo ora mi accorgo di essermi incantato a guardare dritto di fronte a me, benché la solita siepe a forma di angioletto - o putto, è indifferente - non sia nulla di così interessante da fermarsi ad ammirarla.

«È successo qualcosa?» chiede, preoccupata come sempre, specialmente in questo periodo.

Scuoto la testa e le rivolgo un sorriso. «Stavo solo pensando agli ultimi anni passati.»

«Sono cambiate tante cose, eh?»

«Già,» rispondo semplicemente, osservandola mentre si siede accanto alla lapide di Cameron Bennett e infila una meravigliosa rosa color porpora nel vaso insieme ai fiori che sua madre continua a portarle ogni giorno. «Chi l'avrebbe mai detto?»

«Che ci saremmo fidanzati? Io no di certo,» commenta, accennando una risata a cui mi aggrego subito. «Non è affatto prevedibile che un ragazzo, dopo anni e anni di prese in giro e insulti, diventi il padre del bambino che porti in grembo.»

Rido ancora, sapendo che non intende rinfacciare in alcun modo il comportamento che ho assunto in passato nei suoi confronti, e mi siedo accanto a lei, circondando la sua vita con le braccia. Le mie mani non possono che sfiorarle il ventre gonfio e sorrido, pensando che manca veramente poco a stringere le dita piccole piccole del nostro bambino, ad accarezzarne le guanciotte paffute e a litigare scherzosamente fra di noi, per decidere a chi somigli di più. Non lo ammetterei mai ad alta voce, ma spero che prenda dalla sua bellissima mamma, per quanto io possa essere incredibilmente vanitoso.

«Come si chiamerà?»

«Non lo so,» rispondo, appoggiando il mento sulla sua spalla. «Qualche proposta?»

Ryan scuote la testa, per poi scoppiare a ridere. «Non sappiamo nemmeno il sesso! O, meglio, non abbiamo voluto saperlo.»

«Ma possiamo sempre pensare a quale nome scegliere se dovesse essere un maschietto o una bella femminuccia,» le faccio notare e lei annuisce.

Rimaniamo in silenzio per qualche istante, prima che Ryan trattenga a stento una risata.

«A cosa stai pensando?»

«Michael non ti perdonerebbe mai se nostro figlio non si chiamasse come lui, lo sai?»

«Lo so eccome,» rispondo, quasi piagnucolando. «Così come Mark. Ormai siamo abbastanza amici da minacciarci a vicenda per cose simili, direi.»

Ryan ride ancora, prima di bloccarsi improvvisamente. «Michael Mark Hood?» propone, raggiante.

La guardo per qualche istante, per poi concedermi una smorfia. «È terribile!»

«Già,» concorda. «Se fosse femmina?»

Ci guardiamo, per poi sorridere: sappiamo entrambi la risposta.

«Cameron Hood,» sussurro e non posso fare a meno di pensare che non suona affatto male.

«Quando frequenterà il liceo qualcuno la prenderà di sicuro in giro per il nome unisex,» commenta Ryan, alludendo certamente a quando ero io a deriderla per il suo, di nome.

Così trattengo un sorriso e accarezzo ancora il suo ventre, cercando quasi un contatto con la nostra piccola creatura.

«Allora le dirò di non fare caso alle battute altrui, di essere forte qualsiasi cosa le venga detto. E che, probabilmente, questo qualcuno ha una cotta per lei ma è troppo orgoglioso per ammetterlo persino a se stesso.»

Ryan trattiene il respiro per qualche istante, prima di rivolgermi un sorrisetto.

«Ti stai riferendo a qualcosa in particolare, Hood?»

«Certo che sì, Warren.»

Fine.

****
Ed eccoci alla fine di questa storia, incredibile! Non ero sicura che sarei riuscita a portare a termine My Victims, eppure eccoci qui, di fronte a un Calum che finalmente è maturato, alle sue "vittime" diventate praticamente suoi amici (ad eccezione di Ryan, che è direttamente la mamma del pargolo😂😂) e al mio povero cuoricino che piange al solo pensiero che non dovrò più scrivere di questa lotta contro il tempo per salvare le persone picchiate da eventuali intenzioni preoccupanti e, in realtà, se stesso dal ricadere nello stesso errore di quando aveva sedici anni e credeva che la violenza fosse una soluzione, qualcosa di figo, quasi. Non è così, assolutamente, e spero di essere riuscita a trasmettere questo messaggio con My Victims.

Vorrei ringraziare dal profondo del cuore la mia Beatrice fletcherssmile98 (AUGURI ANCORA, TESORO💕💕) che mi è stata vicina sin dal momento in cui ho pubblicato la storia ed è ancora qui, imperterrita (povera te😂💕), e ognuna di voi per avermi sostenuta in questa storia, siete state sempre molto dolci e sappiate che ho sclerato ogni singolo istante con voi, leggendo gli esilaranti commenti!

Detto questo, prima di salutarvi definitivamente, vorrei dirvi che ho appena pubblicato una nuova storia sempre su Calum e dedicata alla mia Beatrice, ma non sarà simile a questa come invece avevo scritto nello scorso capitolo. Spero che possa interessarvi comunque, si chiama Cracked Ice e la trovate sul mio profilo se vi va di passare a dare un'occhiata!

Un bacio❤

To już koniec opublikowanych części.

⏰ Ostatnio Aktualizowane: Jan 20, 2017 ⏰

Dodaj to dzieło do Biblioteki, aby dostawać powiadomienia o nowych częściach!

My Victims || Calum HoodOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz