Chiusi gli occhi ed abbassai la mia aura, rendendola quasi nulla, il tutto poco prima che lui facesse il suo ingresso.
Sentii i suoi passi, e il suo sguardo su di me, sembrava trapassarmi da parte a parte, ma non avevo paura, se gli fossi servita viva allora non mi avrebbe uccisa, e da quello che mi aveva detto Baal ero ciò di cui aveva bisogno. Chi sa per cosa....

Sentii la punta della sua scarpa colpirmi piano il viso, aprii gli occhi e lo guardai con disgusto mentre si metteva davanti a me, e, abbassandosi alla mia altezza salì a cavalcioni su di me, con un ghigno stampato in viso.
Cercai di muovermi ma mi era impossibile a causa del suo peso su di me. Le catene sapevo come spezzarle ma lui era troppo forte, ancora una volta, ed io troppo debole, di nuovo.

"Togliti da me"

In risposta annusò l'aria facendo uscire le zanne ed avvicinandosi al mio collo; con una mano mi prese il mento, mentre si avvicinava alla mia bocca vidi un ghigno comparirgli sul volto, segno che aveva qualcosa in mente. Scossi la testa cercando di allontanarlo ma la mano sul collo mi teneva bloccata e rischiavo che mi stordisse facendomi perdere i sensi per poi approfittarsi di ciò. Appoggiò le labbra sulle mie, e una sensazione di sporco, di sbagliato, mi assalì. Cercai di togliermi dalla presa ma era inutile.
Mi morse il labbro facendo fuoriuscire del sangue, che subito bevve con ingordigia.

"Stammi lontano!"

I suoi occhi si tinsero si rosso e si staccò da me, senza mai perdere di vista i miei occhi.

"Tu sei mia, ricordalo, non sarai più l'erede ma una serva in più non fa mai male"

"Tu sei pazzo se credi che io farò veramente una cosa del genere!"

"Io qui comando ragazzina,e se dico che sarai la mia schiava lo sarai. Senza se e senza ma, questo è un ordine. Accettalo perché questo è il tuo destino.
Sarai la mia schiava e quella del mio prossimo erede"

"Prossimo erede?"

"Non te l'ho detto? La mia futura moglie è incinta. Tra non molto avrò un figlio da lei, e tu, finalmente avrai quel che meriti."

Detto questo si avviò verso il muro non prima di essersi voltato ancora una volta.

"Eva sarà contenta di vederti camminare a quattro zampe, cagna"

"Ed io sono contenta che tu abbia trovato una cretina senza cervello da poter comandare a piacimento. Tu non vuoi una regina, tu vuoi una suddita. Una che puoi comandare a bacchetta. Ma con me non sarà così, ti giuro Lucifero, lo giuro su mio padre e mia madre che io uscirò di qui e il mio volto non lo vedrai mai più"

"Scapperai come una codarda, cosa che sei. E non giurare, tua madre è morta ed a tua padre non interessa più nulla di te. Sei sola Victoria.
Completamente sola"

Detto questo uscì ed io potei tirare un sospiro di sollievo. Una lacrima scese lungo il mio viso e pensai a mio padre, a ciò che aveva fatto per me, a mia madre che seppur era una donna a volte sembrava una bambina. Pensai al branco che avevo incontrato, ma soprattutto pensai a Gabriel...chissà dove era e cosa stava facendo....

Due braccia mi strinsero contro un petto.

"Baal...."

"Non è per niente vero ciò che ha detto. Tu non sei sola Vic. Non lo sei. Ci siamo sono e...."

"E c'è Gabriel, l'angelo"

"Come fai a conoscerlo?"

"È.... mio fratello" mi guardò negli occhi, erano spenti al ricordo di Gabriel. Pensava forse di essere la pecora nera della famiglia?

"L'ho lasciato quando avevo diciotto anni. A quel tempo volevo tutto, desideravo tutto. Tutto e niente, volevo poter essere libero di commettere i miei sbagli, libero di capire ciò che era accaduto, senza che gli altri angeli interferissero con il mio pensiero. L'ho guardato negli occhi mentre cadevo. Non separavamo lo sguardo, vi leggevo rabbia, rancore, delusione e chi più ne ha più ne metta. Ho perso la sua fiducia e il suo rispetto. Ho perso mio fratello quando ho deciso di cadere"

L'Eterna Dannata Where stories live. Discover now