Three

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Era la mia ultima notte al campus, l'ultima notte prima di lasciare definitivamente il college per buttarmi ad occhi bendati in una vita che non era mia, e la stavo passando sveglia, seduta su un divano scomodo, con gli occhi puntati su un muro bianco.

Certo, ero sveglia per la nausea allucinante che mi era presa nel bel mezzo della notte, ma lo ero anche per tutti i pensieri che invadevano la mia mente senza alcun preavviso, facendomi entrare in un stato di ansia perenne.

Come avrei fatto a crescere un bambino senza un'aiuto economico dai miei o dal padre infame del piccolo? Anche se avessi trovato un lavoro, non avrei potuto tenerlo per troppo tempo.
E come avrei fatto con tutti i progetti che avevo fatto per la mia vita?

Non mi pentivo di aver scelto di non abortire, ma continuavo a chiedermi se tenere il bambino con me, sarebbe stata la scelta giusta per entrambi.

Quando quel pensiero sfiorò la mia testa, portai istintivamente la mano sul ventre piatto e accarezzai ciò che presto avrebbe occupato ben più che pochi centimetri nel mio corpo.

Spostai debolmente lo sguardo nella stanza e mi soffermai sui jeans appoggiati sulla sedia vicino alla scrivania.

Un nuovo pensiero sfiorò la mia mente, creando una sensazione diversa dall'ansia e soprattutto dalla nausea.

Mi alzai e frugai nelle tasche dei pantaloni, tirandone fuori il pezzo di carta che avevo strappato qualche ora prima, e presi il laptop dal tavolo.

Mi sedetti di nuovo nel divano e appoggiai il portatile sulle ginocchia, nascondendo a me stessa il tremito che avevo nel riaprire una vecchia parte della mia vita.

Aprii la posta elettronica e appoggiai le dita sui tasti della tastiera, sfiorando i tasti in rilievo con i polpastrelli.

Era come se fossi tornata indietro, a quando, quell'email, era l'unica cosa a cui dovevo pensare.

DraftsWhere stories live. Discover now