Capitolo 2

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Continuammo il nostro percorso verso casa. Aprimmo la porta, e il rumore che fece chiudendola alle nostre spalle interruppe qualcosa, “Ma un po’ di privacy?”. Erano Louis ed Hope che pomiciavano sul divano. “Esiste un posto, chiamato cameretta.” Disse lei posando le chiavi nel portacenere, “Che palle che sei.” “Senti chi parla.” Abbatté lei. Stavo ridendo sotto i baffi, sarei scoppiata a ridere se avessero continuato. “Siccome non ho tempo di perdere con voi, poveri illusi, noi saliamo sopra.” “Cià.” Disse lui rigirandosi verso la ragazza. Salimmo le scale e scoppiai a ridere, “Non ce la posso fare! AHAHAHAHAHAHAHAHA”, “Sì… mio fratello e la sua “ragazza”” disse accennando con le mani le due virgolette, “Comunque, lasciando perdere i ragazzi sotto. Devo cercare una cosa.” “Fai pure.” Dissi sedendomi sul letto. Aprì l’armadio e cominciò a cercare con attenzione. Ne uscì una felpa rosa, abbastanza acceso, un pantalone e le vans nere che non le piacevano. “La prima cosa da fare, per farti tornare come prima, è toglierti quella roba merdosa che stai indossando.” “Cos’hai contro il mio maglione blu?” dissi guardandolo, “Niente. Solo che fa leggermente schifo.”, “Stronza.” Dissi mettendo il muso, “No, scherzavo è bellissimo. Però non mi piace. Lavatelo e metti questo. E…questi.” Disse, porgendomi gli indumenti. Mi rintanai in bagno e mi vestii con quella roba. “Hilary c’è un problema!” “Che succede?” “La felpa!” “Che hai fatto?” disse lei con una voce quasi seccata, “Mi sta grande.” “Non è possibile. Esci fuori Emi.”. Uscii fuori tenendomi la spalla della felpa che mi cadeva sempre. “Ma…” prese il tessuto che per me era eccessivo, e lo lasciò cadere giù dalla mia spalla, “Questa va così!” disse lei continuando quel ma. “Lo so. Ho solo queste scarpe da darti. Non piacciono neanche a me, ma mettile. Almeno ti levi dai piedi quei stivali abbastanza vecchiotti.”. Solo a lei non piacevano le Vans. A me piacevano eccome. “E adesso tocca a noi.” Disse prendendo la piastra. Spesso dubitavo se si facesse le canne. “Hilary?” “SSH.”. Mi sciolse i capelli e cominciò a piastrarli, formando una cascata di capelli lisci, mori. Poi prese un cappello di lana,  e me lo mise tirandolo indietro. “Sei perfetta. Così stasera possiamo uscire.” “Dove vuoi andare?” “Sveglia! E’ sabato sera. Ci divertiamo al pub!”. Che odio. Provavo odio verso i pub. L’unica cosa che si faceva di divertente era ubriacarsi. Ubriacarsi per dimenticare tutto, o almeno questo è quello per cui lo facevo io. “Adesso scendiamo.” Disse lei posando tutto e avviandosi verso le scale. Scendemmo a piano terra. Ancora quei due erano insieme. “Loueh vorremmo mangiare.” “Là c’è la cucina, là il mangiare. Buona fortuna.” Disse per poi riprendere a flirtare con la ragazza accanto, “Louis, tuo padre non si è raccomandato altro che prepararci il pranzo.”  “Dio santo, hai le mani. Non sei più una bambina.”. Ad un tratto un telefono suonò. Era quello di Hope. “Ehi mamma.. Sì… Adesso? Perché?... Ok… Arrivo… Ciao… Sì… Ciao…” chiuse la chiamata e prese lo zaino, “Amore…devo andare…mia madre mi vuole a casa…”. Appena Hope ha chiamato amore Louis, Hilary si girò verso di me e mi fece una faccia strana, quasi disgustata. “Ow… vabbè.. ci sentiamo dopo. Ci vediamo stasera.” “Ciao Lou.”. Si baciarono poi lei andò via. “Per stavolta cucino io…”, “Ringraziamo il Signore di questa grazia.” “Ma voi apparecchiate.” Disse indicandoci a tutte e due. Come ci ordinò, apparecchiammo la tavola per tre e poi lo aiutammo in cucina. Preparò la sua solita pasta con il pesto ( sapeva fare solo quella),  e servita nei piatti, cominciammo a mangiarla. Fu un pranzo silenzioso…molto silenzioso… “Stasera uscite?” chiese lui guardandoci, “Sì. Come ogni sabato, no?” disse Hilary guardandolo, “Veramente… è una novità che venga anche Emily.”. Non sapevo sapesse il mio nome, il quanto attirò la mia attenzione alla conversazione. Dovevo ricominciare ad essere la ragazza che buttava le battute lì, dovevo ricominciare a vivere, “Già. Te esci?” chiesi io finendo la pasta nel mio piatto, “Sì, con Hope.” “Gran divertimento…” bisbigliai sotto voce per non farmi sentire, “Comunque saremo tutti insieme.” Disse prendendo il piatto ormai vuoto e alzandosi, “Sì… lo so… vedi che fortuna…” disse Hilary alzando un sopracciglio, “Ci divertiamo un po’.” “Uh… sì, noi ci divertiremo, non so come farai te a divertirti con Mrs ‘mamma mi aspetta a casa ‘.” Non era mia intenzione dirlo, ma le parole mi uscirono da sole. Hilary mi guardò ridendo e mi porse il cinque, che io battei con entusiasmo, mentre lui mi guardò male. “Ah, ah, ah, come mai sei diventata così spiritosa?”, “Lo sono sempre stata, Loueh.” Dissi ridendo. Hilary stava morendo dalle risate, mentre Louis mi guardava male mentre anche lui stava ridendo sotto i baffi, “E se ti vuoi fare due risate, fattele senza trattenerti.” Dissi prendendo il piatto e mettendolo nella lavastoviglie, “Stai diventando anche stronza.”, “Mai quanto te!” dissi sorridendo. Lui rise e poi posò nella lavastoviglie anche il piatto di Hilary. Sistemammo tutto poi ci buttammo comodamente sul divano e accendemmo la TV. “Metti a MTV.” Dissi a Louis, che era in possesso del telecomando. C’era “I was here” di Beyoncé. Era la canzone che volevo portare all’audizioni, ma poi scelsi Halo perché era meno complicata. Cominciai a canticchiarla. Non ero la sola. Anche Louis si mise ad intonarla. A poco, a poco le nostre voci crescevano sempre di più. Quando presero ritmo insieme alla cantante. “Sapete che insieme le vostre voci sono belle?” disse Hilary guardando prima Louis e poi me, “Però…no. Cioè, voi è ovvio che vincete l’audizione. Avete delle voci angeliche.” “Ma anche no. Parlo per me.” Dissi io, “No… io invece penso di passarle.”. Poco modesto. “Comunque… che facciamo tutti e tre? Non possiamo stare buttati su un divano a cantare. Viene la noia.” Disse Hilary alzandosi, “Giochiamo alla Wii?” “NO!” dicemmo insieme io e Louis. L’odio che provavo verso quella fottuta console. “ Sìì! A Just Dance 4. Daaai!” “Fortunatamente ci sono solo due telecomandi…” disse Louis appoggiando più tranquillo la schiena al divano, “Guarda, non ci tengo. Lascio l’onore a te.” “No. Vai tu.” “No, grazie.” “Ho capito! Andate insieme a ballare.” Disse Hilary facendo alzarci da quel comodo divano, “No… ti prego… “. Ci diede i due telecomandi bianchi e ci posizionammo davanti la TV, “Da qui si ci diverte ancor di più.” Disse Hilary ridendo e sedendosi sul divano, “Ti odio, sappilo.” Dissi io sorridendole. “Che canzone scegliamo?” chiesi io sfogliando l’elenco, “Moves like Jagger.” Forse la migliore che ci fosse nella scelta. Misi play, e via… L’imbarazzo che provai ad inizio canzone nessuno può saperlo. Ma già al ritornello ero più sciolta, più tranquilla e anche Louis. Stava diventando quasi divertente ballare. Molto spesso si sentivano le risate di Hilary per qualche passo sbagliato o fatto goffamente, e mentre che ballavamo, cantavamo anche. Era una cosa normale cantare su ogni canzone. Finì la canzone. “Waaao. Su un’altra!!” disse Louis divertito. “Good feeling!” dissi io prima di mettere play. Anche questa fu bella da ballare. Ad ogni canzone che andavamo avanti ci divertivamo sempre di più, finché eravamo sfiniti. “Sono senza forze.” Dissi io buttandomi a terra, “Oddio che meraviglioso pomeriggio.”. Hilary ancora rideva, perché nell’ultima canzone, ovvero Maneater Louis faceva il cretino. “ HAHAHAAH ODDIO CHE SPETTACOLO HAHAAHHAAH DA SCOMPISCIARSI DALLE RISATE HAAHAHHAHAH”. Non ce la faceva più anche lei, anche se non aveva mosso un passo. “Siamo dei ballerini troppo bravi! Porta rispetto.” Dissi io ridendo, “Potremmo anche esibirci ai concerti anche ballando, no?” “Oh… sì certo! AHAHAAHAHA”. Un bel pomeriggio passato insieme a Louis e alla bastarda di Hilary. “Cazzo, Emi, è tardi. E ancora noi dobbiamo farci la doccia, vestirci, truccarci, farci i capelli…” “Io devo anche andare in bagno..” dissi alzandomi da terra e ottenendo le risate del ragazzo, “Appunto, facciamo tardi se no..” “Ma a che ora è la cena festa?” “Dalle nove a…” “Fino a che non vedi la luce del sole..” concluse Hilary guardando fuori dalla finestra. “Ok…” dissi ridacchiando. Salii sopra, Hilary mi seguì. “La faccio prima io!” dissi, “Sì, ma dove vai senza prima aver scelto il vestito?” “Di…che parli?” “Non crederai mica ti lasci andare con quei due straccetti.” Disse lei aprendo il grande armadio, “Ci risiamo…” 

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