Il Fazbear Fright

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Andai a scuola senza aver né dormito nè mangiato. Roberta era davanti al cancello ma stranamente con lei non c'era Lorenzo. -Dov'è Lory?- chiesi. Lei mi guardò e poi sorrise. -È corso nella sua classe. Ha detto che aveva una verifica di inglese a prima ora e che la professoressa non tollerava il ritardo- rispose, ridendo un po'. Anche io sorrisi debolmente e, entrando a scuola, feci un grosso sbadiglio degno di tutta la mia finezza femminile. Roberta rise. -La mano davanti no?- mi disse, per poi sbadigliare a sua volta. -Nemmeno tu sei così fine, a quanto vedo- risposi, indicandola.
Le ore passavano lentamente e quasi non riuscivo a prestare attenzione alla lezione di chimica. Mi girai verso Roberta e la vidi che osservava fuori dalla finestra con la testa poggiata su una mano. -Roby- la chiamai. Lei sembrò risvegliarsi dal suo stato di trance e mi guardò. -Ma stai ascoltando qualcosa?- le chiesi. Roberta sorrise e mi fissò. -Ma quando mai io ascolto qualcosa? Di solito sei tu quella che prende appunti e poi io li copio- disse, facendo una faccia abbastanza fiera. Risi piano per non farmi sentire dal professore e in quel preciso istante la campanella della ricreazione suonò. Tutti i nostri compagni schizzarono fuori e mentre ci stavamo pigramente alzando dal nostro banco per fuggire dall'aula, Rosy ci bloccò la strada seguita a ruota da Giulia. -RAGAZZE!- urlarono le due. Io le fissai, ridendo. -Dica- disse Roberta. Le due ragazze si guardarono e poi guardarono noi.
-Quello sguardo non mi piace affatto- sussurrai a Roberta e lei annuì. –Ragazze, dovete assolutamente venire con noi- ci disse Giulia. Roberta spalancò gli occhi. -Non di nuovo in quella stupida pizzeria!- disse. Io indietreggiai scuotendo la testa. -Non ci torniamo in quello schifo di posto- dissi e vidi le due guardarmi male. -Non capisco perché non vi piaccia quella pizzeria- disse Rosy, piegando la testa di lato.
-Semplicemente non ci stanno simpatici i tizi che ci lavorano- disse Roberta.
-Anzi, direi che ci stanno proprio sul cazzo- risposi causando la risata della mia migliore amica.
-Bah...affari vostri. Comunque non volevamo andare lì- disse Giulia, facendo una faccia tenerissima. Quando faceva così voleva dire che avremmo fatto per forza come diceva lei, era troppo tenera per dire di no.
-Sappiamo che vi piacciono le cose horror quindi vogliamo portarvi in un posto che vi piacerà di sicuro!- esclamò Rosy, elettrizzata. Io e Roberta ci guardammo negli occhi un secondo.
-Veniamo con voi!- dicemmo in coro. Le due sorrisero soddisfatte e andarono via. Corremmo nel cortile per parlare con Lorenzo e lo vedemmo appoggiato ad un albero, all'ombra. Evidentemente ci stava aspettando. Corremmo verso di lui.
-Lory!- esclamò Roberta, saltellando. Lorenzo la guardò con sguardo interrogativo. -Oggi devi assolutamente venire con noi a vedere una cosa horror!-. Io, sempre saltellando come una deficiente, lo supplicai. -Dai, ti prego! Due nostre amiche ci hanno detto di andarci assolutamente e quindi devi venire anche tu!-. Lui aprì bocca per rispondere ma non gli diedi il tempo.
-Ok, tu ci vieni. Ti faremo sapere a che ora- a quel punto suonò la campanella e noi corremmo via, verso la nostra classe, lasciando lì un Lorenzo a dir poco stupito. Le lezioni finirono e noi corremmo fuori insieme a tutti gli altri ragazzi.
Di pomeriggio ero a casa di Roberta, a fare i compiti. Seh, non facevamo un emerito cazzo. Eravamo così intente a lanciare noccioline l'una contro l'altra che ci eravamo persino dimenticate di Rosy e Giulia. Fu il telefono, squillando, a farcelo ricordare. Roberta rispose.
Roby: ehi, Giulia!
Giulia: ma siete sceme o cosa?! Vi siete dimenticate che dovete venire con noi?! Roby: certo che no! Può venire anche il mio ragazzo?!
Giulia: certo certo. Ma sbrigatevi, vediamoci al parco vicino casa tua.
Detto questo riattaccò, non facendo rispondere Roberta. Chiamammo Lorenzo e tutti e tre andammo al parco vicino casa di Roberta. Ora che me ne rendevo conto, era un parco davvero grande, pieno di alberi,  panchine e in alcuni punti erano presenti delle giostre per i bambini.
Le due ragazze arrivarono poco dopo, correndo. -Forza, andiamo!- disse Rosy trascinandomi per un braccio. Attraversammo il parco e arrivammo davanti alla vecchia costruzione del Freddy's. Fuori non era più come prima: l'intonaco dei muri era di colore verde marcio, si poteva notare un po' di muffa negli angoli del muro; la vetrina era completamente oscurata all'interno da tende anch'esse verdi e l'insegna (sempre color verde marcio) ora recitava "Fazbear Fright". Io, Lorenzo e Roberta ci guardammo sconvolti. Non ebbi il tempo di dire niente che Giulia e Rosy ci spinsero dentro con la forza. Dentro era cambiato: le pareti erano verdi e scrostate, con alcune macchie di sangue qui e là; le porte erano completamente marce, solo quella dell'entrata sembrava nuova(essendo di un rosso acceso). -Cosa...cosa è successo qui?- chiese Roberta, stringendo la mano del suo ragazzo.
Rosy cominciò a spiegare: -Quando questo posto ha chiuso, il direttore non sapeva come sfruttarlo al meglio, così gli venne in mente di trasformarlo in qualcosa adatto anche ai ragazzi: un'attrazione horror.-
Guardai Roberta e Lorenzo, cogliendo lo stupore che era presente nei loro occhi. -Praticamente si è ispirato al gioco- disse Lorenzo. Roberta annuì.
Giulia e Rosy sbuffarono. -Che palle, pensate sempre a quel gioco!- esclamò Rosy. Giulia ci fissò con lo sguardo da cucciola. Bene, non era affatto un buon segno. -Potremmo andare lì dopo...- disse emettendo un gridolino eccitato. Noi tre indietreggiammo. -Vi abbiamo detto di no!- dissi, spalancando gli occhi. Giulia roteò gli occhi al cielo. -E va bene...comunque ho scoperto che anche qui metteranno un fantastico humatronics!- disse Giulia, con gli occhi che le brillavano. Seh, fantastico. Pensai io, maledicendo il direttore del locale. Cominciammo a fare un giro del locale e scoprii, con immensa gioia, che l'ufficio era esattamente accanto all'uscita. Anche l'ufficio era come il gioco: vicino all'entrata c'era uno scatolone pieno di maschere e parti di animatronics; c'era una grande scrivania di fronte ad una grande vetrata che mostrava una specie di corridoio con le pareti verdi e sporche. Sulla scrivania era presente il solito mucchio di roba: un ventilatore vecchio che non serviva ad un emerito cazzo essendo ottobre, un videoregistratore rosso(e che palle sto rosso!), un tablet e...tre pupazzetti di Bonnie, Chica e Freddy?! -Che sono teneri!- esclamò Roberta, prendendo il pupazzetto di Chica per poi posarlo subito dopo.
Uscimmo di lì, salutammo le nostre amiche stupide e ingenue che continuavano a sclerare su quella maledetta pizzeria e andammo tutti a casa di Lorenzo, o meglio di sua zia. Ormai viveva con lei da un bel po' e dire che l' adorava era poco. Vivevano un po' fuori città, ma non troppo lontano, in una via piena di villette a schiera gialle. -Zia!- urlò Lorenzo appena entrammo in casa -ho portato delle amiche!-. Una signora che poteva avere si e no quarant'anni fece il suo ingresso in salotto. Aveva lunghi capelli tinti di rosso legati in una coda alta. Portava un vestito verde acqua che faceva pendant con gli occhi verdi. Gli stessi di Lorenzo. Pensai guardando i suoi occhi. Portava anche vari anelli, bracciali e collane colorate. Ci fece un sorriso a trentadue denti e vidi i suoi occhi brillare. -Oh, che bello!- esclamò la donna -piacere, io sono Perla, la zia di Lorenzo! Il mio ragazzo mi ha parlato molto di voi!-. Lorenzo ci presentò e poi le disse che saremmo rimaste a cena. La donna sorrise e si avviò in cucina a preparare la cena.
La casa di Lorenzo era davvero bella: in stile moderno e a due piani. La sua stanza era completamente blu: blu le pareti, blu le coperte e la testiera del letto, persino l'armadio era blu! Solo il pavimento era bianco. La scrivania, in legno scuro, era piena di libri, cuffie e altre cianfrusaglie. Alle pareti erano appesi alcuni poster di vari gruppi rock che non conoscevo. Insomma, una normale stanza di un adolescente.
Dopo aver cenato, aspettammo le undici per andare alla pizzeria. In un momento in cui Lorenzo si alzò per andare in bagno, sua zia sospirò.
-È un ragazzo così forte- disse d'un tratto. Noi la guardammo confuse.
-È sempre stato forte, sin da bambino. Assomiglia tanto a mio fratello, anche lui nonostante tutto andava avanti sorridendo. Da quando è morto, Lorenzo ha continuato a vivere, forse perché era quello che voleva suo padre, era quello che gli diceva sempre-. Noi la guardammo aspettando che continuasse, ormai interessate alla vicenda. -The show must go on, ripeteva mio fratello- continuò lei. Io e Roberta ci guardammo con gli occhi lucidi, eravamo sul punto di scoppiare a piangere. -Grazie- ci disse Perla. -E di cosa?- domandò Roberta, con la voce un po' rotta dalle lacrime che minacciavano di uscire dagli occhi di entrambe. -Di stare con mio nipote. Mi parla sempre di voi. Adesso sì che è veramente felice- finì la signora con un sorriso caldo e dolce, che esprimeva tutta la sua gratitudine. Lorenzo tornò dal bagno e, ormai fatte le undici, salutammo sua zia e ci avviammo all'uscita. Un ultima cosa sentii sussurrare dalla signora prima di uscire del tutto da lì.
-The show must go on-.

MA SALVE RAGAZZI!!! Ecco il nuovo capitolo, e ammetto che mentre lo scrivevo stavo piangendo, giuro.

N. Jane: pff...sfigata...

-.- comunque, forse non è il capitolo che vi aspettavate, ma a me piace narrare la storia dei protagonisti quindi SHISH. Ho anche avuto dei problemi con la storia quindi ho dovuto togliere il capitolo e rimetterlo.

DOMANDINA DOMANDOSA(?): come vi siete travestiti ad halloween? Io da Goffredo Bosco! XD

Jeff the Killer: EHI!

Oh cazus, meglio correre! Noi ci vediamo al prossimo capitolo! *scappa*

Jeff: *insegue con un coltello in mano*
N. Jane: *ride*

FNaF 2: Non è finita...Where stories live. Discover now