Capitolo 5: Semplicemente noi

151 9 0
                                    

Entrammo nel locale e con nostra grande sorpresa il direttore era lì, piegato su un tavolo a guardare un enorme foglio. Sembrava un progetto. Lorenzo guardò lui e poi noi con sguardo interrogativo. Il direttore si accorse di noi e si avvicinò, sorridendo. Il sorriso più falso che avessi mai visto. -Salve ragazzi!- ci salutò. Lorenzo fece una smorfia di fastidio e io e Roberta lo salutammo con un cenno del capo. -Forse dovreste sbrigarvi, fra un po' inizierete a lavorare- detto questo arrotolò il grande foglio e se lo mise sotto braccio. -Un ultima cosa- disse prima di uscire dal locale -nel mio ufficio ci sono degli armadietti con dentro le vostre divise da guardiani notturni-. Mi lanciò delle chiavi che io presi al volo. -Buonanotte- disse, ridendo un po', e poi uscì. -Lurido bastardo...- sussurrò Lorenzo. Ci avviammo verso l'ufficio del direttore. Aprii la porta e subito il bordeaux mi investì in pieno. Bordeaux erano le pareti, gli armadietti (posti vicino alla scrivania) e il grande tappeto circolare sopra alle piastrelle bianchissime. L'enorme scrivania dietro al tappeto era in mogano, così come la libreria in fondo al lato destro della stanza. Nella stanza c'era un'altra porta, sempre in mogano, che portava al bagno. Aprii gli armadietti e tirai fuori una divisa per uomo, che lanciai a Lorenzo. Lorenzo si chiuse in bagno e io continuai a cercare delle divise per me e Roberta. -Ma dove cazzo sono?!- urlai, esasperata. Roberta scoppiò a ridere ed indicò una mensola nel punto più alto dell'armadietto. -Sei una deficiente! Ce le avevi davanti e non le hai neanche viste!- disse, tenendosi la pancia dalle risate. Io presi, un po' infastidita, le divise e rimasi a guardare la mia. La camicia era lilla con alcuni bottoni neri; la cravatta era nera e così anche la gonna. Aspetta un momento... GONNA?! Io odio le gonne!
-Io questa roba non me la metto!- dissi, lanciando la gonna da qualche parte nella stanza. -Sei una bambina, Aly!- disse Roberta e si infilò nell'armadietto. -Tieni- disse lasciandomi un paio di pantaloncini di jeans che coprivano pochissimo le cosce. -Troppo corti- dissi, facendo una faccia disgustata. -Ma come ti lamenti! C'è solo questo! E poi ti farebbe bene mettere qualcosa di diverso da jeans lunghi e magliette- disse Roberta con un sorriso divertito. Io girai gli occhi al cielo e sbuffai. Dopo esserci cambiate aspettavamo solo Lorenzo che uscisse dal bagno. -È più lento di una ragazza!- urlò Roberta, per farsi sentire da Lory. Io sghignazzai e poi mi accorsi che la gonna che avevo lanciato era ancora a terra, sopra al tappeto. Mi piegai per prenderla e con la coda dell'occhio vidi qualcosa di marrone chiaro nascosta sotto il tappeto.
-Roby- la chiamai. Lei si girò verso di me. Io indicai quel pezzetto marrone sotto il tappeto. Lei si avvicinò ad esso e alzò il tappeto. Con mia grande sorpresa lì era nascosta una botola di legno chiaro. -E questa da dove sbuca fuori?- mi chiese Roberta. Io feci spallucce. -Non ne ho idea-. Lorenzo uscì dal bagno: la sua divisa era azzurra e portava dei jeans neri che si abbinavano alla cravatta nera. Spalancò la bocca alla vista di Roberta, che divenne rossissima. -sei uno schianto, bimba- le disse. Gli occhi azzurro mare di Roberta si illuminarono e lo guardarono stupiti. Io girai gli occhi al cielo. -Ragazzi, è quasi mezzanotte. Ci conviene andare-. I due sbuffarono infastiditi.
-Ma cos'è quella?- chiese Lorenzo indicando la botola di legno. -Non lo so, e questo non è il momento adatto per scoprirlo- risposi, nascondendo di nuovo la botola sotto al tappeto enorme. Entrammo nel nostro ufficio attraverso un lungo corridoio. Era abbastanza diverso da quello precedente: c'erano tre entrate, due condotti laterali e il corridoio da dove eravamo entrati noi; la scrivania era in fondo. Sopra la scrivania c'erano un tablet, un videoregistratore rosso (il direttore deve amare alla follia il rosso), un ventilatore e tre maschere.
A che cazzo serve un ventilatore in pieno ottobre?! pensai. -Guarda queste maschere!- disse Roberta prendendone una. Era una maschera di Freddy con due buchi posti sugli occhi. Notai che non c'era nessun buco per l'aria. Ci posizionammo nei nostri posti: Roberta a destra, Lory a sinistra e io al centro.
A mezzanotte il telefono squillò e Roberta rispose.
Phone Guy: -Pronto? Pronto? Uh...salve ragazzi! Io sono colui che vi aiuterà in queste cinque notti da infer...ehm!-
Tutti e tre ci guardammo, infastiditi. Ma seriamente pensavano che non sapessimo niente di tutto quello che succedeva lì dentro?!
Phone Guy: -ok, ehm...sarà facile, ragazzi, tranquilli! Dovrete controllare i robot con il tablet. Verso le tre Toy Bonnie e Toy Chica si sposteranno dallo Show stage e cercheranno di entrare nel vostro ufficio per...ehm...niente! Ahaha...-
Lorenzo era abbastanza incazzato.
-Questo qui ci prende per il culo...- sussurrai a Roberta, che rise piano.
Phone Guy: - Quando i robot entreranno nell'ufficio dovrete scacciarli via con le maschere di Freddy. Loro hanno un riconoscimento facciale che serve per difendere i bambini da eventuali pericoli, ma siccome la notte non ci dovrebbero essere persone dentro la pizzeria, vi scambieranno per un endoscheletro senza costume e cercheranno di farvi diventare uno di loro...quindi vi conviene indossare subire le maschere appena li vedete nel vostro ufficio-
Fantastico, davvero fantastico.
Phone Guy: -Ormai abbiamo un contatore che  funziona per tutta la notte, ma la torcia, che dovrete usare per controllare i condotti e il corridoio, si potrà scaricare. Un'altra cosa, nella CAM11 si trova un pacco regalo. Quella è la Music Box. Il vostro compito sarà ricaricare la Music Box prima che si scarichi completamente, sennò da lì uscirà una marionetta di nome "the Puppet" che vi attaccherà. Questo è tutto, alla prossima.- e riattaccò.
Puppet...cercai la giacca dietro di me e toccai la tasca dove era posto il peluche. Non capivo il perché, ma quel semplice peluche mi dava un senso di tranquillità pazzesco. Roberta era preoccupata. -Che cazzo significa "cercheranno di farvi diventare uno di loro"?!- disse. Lorenzo la fissò. -Ci infileranno dentro un costume, forse?!- disse con ironia. Non capivo perché fosse così acido quella sera. -Che hai?- gli chiesi mettendogli una mano sulla spalla. Lui si girò incazzato e poi abbassò la testa. -Ho litigato con mia mia madre e con quel coglione del suo compagno!- disse, stringendo i pugni.
Sospirai. Sua madre non si poteva certo definire tale. Sin dall'età di sei anni, Lorenzo veniva picchiato da lei e maltrattato dal suo compagno. Aveva vissuto tra maltrattamenti e altro fino a quando non andò a vivere dalla sorella di suo padre, all'età di quattordici anni. Suo padre era scappato quando era piccolo, lasciandolo solo con una furia ubriaca. Qualche volta doveva andare a fare visita a sua madre, ma per obbligo non perché lo volesse lui. Ci aveva raccontato tutto una sera d'estate, mentre parlavamo di noi.
Roberta lo guardò tristemente, in fondo neanche lei era messa tanto bene. Non aveva mai conosciuto suo padre, che aveva lasciato da sole lei e sua madre appena ebbe scoperto che la madre fosse incinta di Roberta. Era cresciuta con la madre cavandosela con piccoli lavori che non duravano tanto. Si era trasferita un sacco di volte per lavoro, ma alla fine, ormai da due anni, sua madre aveva trovato un lavoro stabile in questa città.
Nessuno parlava. C'era un silenzio religioso, un silenzio quasi rispettoso. Ognuno aveva i propri problemi, e ci sostenevamo a vicenda. Ci capivamo, avevamo trovato qualcuno che sarebbe stato con noi per sempre. Eravamo semplicemente noi.
Come disse il Phone Guy, verso le tre si attivarono Toy Bonnie e Toy Chica. Avevamo deciso che io avrei controllato il corridoio centrale, Lorenzo il condotto sinistro e Roberta quello destro, per il tablet avremmo fatto a turno.
Controllai il tablet e vidi Toy Bonnie nella CAM3. Guardava fisso la telecamera e sorrideva in modo inquietante. Poi cercai Toy Chica: era nella CAM1 ed aveva il suo cupcake in mano. Verso le tre e mezza sentii un rumore provenire dal condotto destro e Lorenzo controllò le telecamere. Toy Bonnie era lì e si avvicinava all'ufficio. Roberta accese la torcia e la puntò verso il condotto destro. Lì Toy Bonnie ci stava fissando, ghignando divertito. Ci mettemmo cinque secondi per indossare le maschere. Toy Bonnie entrò nell'ufficio: era cambiato. Aveva gli occhi neri con un puntino bianco al centro e i denti erano lunghi affilati, ma più piccoli di quelli di Bonnie. Si fermò ad osservare Roberta, sorridendo come uno psicopatico. Eravamo immobili, non ci dovevamo assolutamente muovere sennò sarebbe stata la fine. Toy Bonnie sfiorò il braccio di Roberta e poi se ne andò. Una musica iniziò a suonare nell'aria. Cazzo, la Music Box! pensai.
Mi tolsi la maschera e andai a controllare la CAM11. Puppet era quasi completamente fuori dal pacco. Ricaricai velocemente il carillon e noi una cosa: dei fili circondavano le gambe, le braccia e la testa di Puppet. Non lo avevo mai notato prima. Bè, in fondo lui era una marionetta, no? Puppet ritornò nella Music Box e io diedi il tablet a Roberta, così che potesse controllare le telecamere, e mi misi a guardare anch'io insieme a lei. Adesso anche Toy Freddy era in giro per il locale, precisamente nella Game Area. Toy Bonnie era tornato nella CAM3 e Toy Chica...Toy Chica era scomparsa! -Oh, Cristo! Dov'è la gallina?!- urlai, scuotendo Lorenzo per fargli illuminare il condotto sinistro. E bene sì, Toy Chica stava per entrare nell'ufficio. Era esattamente come Toy Bonnie. Con la velocità di Flash ci mettemmo le maschere e la mandammo via. Erano le 5:34 e ci avevano fatto visita solamente Toy Bonnie e Toy Chica. Stavo ricaricando la Music Box, quando Roberta cacciò un urlo. Alzai la testa per vedere e mi trovai a meno venti metri di distanza Toy Freddy. Anche lui era come gli altri due. Piegò la testa da un lato e mi sorrise mostrando i suoi denti affilati. Ci mettemmo subito le maschere, ma lui non se ne andò, bensì si avvicinò a me. Eravamo ormai a cinque centimetri di distanza quando lui mi sussurrò: -Ciao, piccola- e mi sfiorò la guancia destra con una mano. Poi si girò e se ne andò. Suonarono le sei e tutti e tre corremmo fuori come dei razzi, dimenticando i vestiti lì, nell'ufficio del direttore. Ci fermammo dopo un po' per riprendere fiato. -Ci...ci siamo dimenticati...di cambiarci...- dissi, ansimando per la stanchezza. Lorenzo si mise le mani in tasca e sospirò. -Vuol dire che domani torneremo a prenderli- disse. Io e Roberta lo guardammo sconvolte.
-Ovviamente durante il nostro turno- disse notando la nostra faccia contrariata. Io e lei facemmo un sospiro di sollievo. -Di certo non ci torno di giorno!- disse Roberta. Poi ci salutammo e ognuno tornò a casa propria. Il pensiero di dover tornare a scuola dopo questa notte stancante mi fece sbuffare infastidita. Ma non pensavo solo a quello, pensavo anche al fatto che sarei dovuta tornare lì altre quattro notti per poi andare a scuola la mattina. Se questo è un incubo, svegliatemi, pensai e mi preparai per la scuola.

SONO TORNATA, FUCK! Salve a tutti raga io sono Saryj e questo è un nuovo capitolo...

???: ce la vuoi finire di sparare minchiate a manetta?!
Vincent: e tu chi sei?!

Oh, Vinny, ti presento la mia parte malata: Nightmare!

Nightmare:non sono solo la tua parte malata, ma anche la parte più figa, sexy, cazzuta e forte di te!
Vincent: *sbava*

Seh...ma siccome io non voglio plagiare FNaF, ti chiamerò Jane!

Nightmare: Jane? Sul serio? Che ne dici di Nightmare Jane?

Va bene. Credo che questa sarà l'unica volta in cui andremo d'accordo. La mia parte malata è abbastanza irritabile, ma è meglio non farla arrabbiare...

Vincent: perché?

Lo scoprirai...

N. Jane: hihihihihih

FNaF 2: Non è finita...Where stories live. Discover now