Prologue.

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Prologue.

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Shadow è come un'ombra e da essa prende il nome.
Lei sta nell'ombra, vive nell'ombra e fa ogni cosa nell'ombra.
Nessuno è mai riuscito a scoprire la sua vera identità.
Perchè Shadow è un'ombra assassina, spietata e letale ed è così che deve restare, nascosta nel buio.
Perciò credimi, se non la vuoi incontrare lontano dal suo nome dovrai stare.
~
 

 

Ci sono molti modi per uccidere.

Omicidio, assassinio, morte lenta, morte veloce, trauma, incidente, colpo di pistola, coltellata e suicidio.

Audrey li aveva provati tutti se non l’ultimo, ma non su se stessa ovviamente. Il motivo? Il suo gruppo malfamato, probabilmente il peggiore di tutta Londra.

Ora vi starete chiedendo, perché non l’hanno ancora arrestata se è una criminale senza scrupoli? Beh lei è più comunemente conosciuta come Shadow, un ombra.

Nessuno è mai riuscito a capire chi è realmente quell’ombra assassina che minaccia la città e mai ci riusciranno.

La ragazza bionda entrò come ogni giorno dalla porta principale a nord, dove il vento soffiava più forte spostandole i capelli sulla faccia. Chiuse velocemente la porta enorme di vetro camminando verso l’armadietto rosso. Mollandogli un calcio lo fece aprire facendo cadere una montagna di fogli e oggetti di vario genere che infognava dentro, dimenticandosi sempre di riportarli a casa.

«Buongiorno.» la squillante voce era di Olivia. I capelli castani mossi le ricadevano sulle spalle nascondendo il colletto della camicetta azzurra.

Olivia è la classica brava ragazza: non disobbedisce mai, ha alti voti a scuola, sempre gentile, sorridente e cosa più importante non sa che la sua migliore amica è niente meno che Shadow.

Audrey prese il libro. «Ciao.» biascicò a fior di labbra. Non è una ragazza di grande parola, parla poco e solo se è necessario. L’amica sorrise – come sempre – e la affiancò fino all’aula di storia dove si divisero, Olivia aveva francese alla prima ora.

Come era solita fare si sedette nel banco vicino alla finestra, quello in terza fila a destra. Nessuno si sedeva vicino ad Audrey, era una ragazza abbastanza solitaria e probabilmente se Olivia non si fosse avvicinata a lei sarebbe rimasta senza amici.

Cominciò a scarabocchiare agli angoli del foglio per gli appunti, l’ora di storia è sempre stata la più stancante.

La porta dell’aula si aprì.

Un ragazzo varcò la soglia facendo sbattere la porta, il professore sembrava conoscerlo infatti non disse niente, non lo sgridò per il ritardo e non gli disse nemmeno di prendere posto.

Si sedette vicino a Audrey, il ragazzo.

Audrey lo scrutò bene: aveva i capelli ricci color cioccolato, le braccia ricoperte di tatuaggi, le dita affusolate e da quanto era riuscita a dedurre non era uno socievole. Che fosse nuovo non c’erano dubbi, lei conosceva tutti in questa città anche se nessuno conosceva lei.

« Hai intenzione di fissarmi per tutta l’ora?» biascicò infastidito il ragazzo. Audrey mollò la penna, odiava la gente che le si rivolgeva in quella maniera. « Allora?»

« Forse è meglio se ti calmi.» propose. Non poteva dicerto sbiellare in classe davanti a tutti.

« Forse è meglio se ti rivolgi a me in un altro modo ragazzina.»

« Non chiamarmi ragazzina.»

Questa volta forse alzò un po’ troppo la voce, Audrey.

Il professore gli lanciò uno sguardo di intesa, doveva stare zitta e soprattutto cercare di calmarsi.

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