Capitolo 32

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Entro in casa e vedo la figura di mia madre in cucina.
Poso lo zaino sul divano e mi siedo a tavola,fissando la finestra che porta sulla strada.
Dopo qualche secondo mia madre mi posiziona davanti un piatto di pasta che emana il suo vapore.
Prendo il cucchiaio e con forza lo affondo nel piatto,provocando un rumore che risuona nella stanza come se fosse un eco.
Comincio a far girare il cucchiaio all'interno del piatto facendo cadere qualche tubetto di pasta sulla tovaglia.

<<Tutto okay?>>-chiede mia madre lavando alcuni piatti.

Annuisco con un cenno del capo e continuo a commettere la noiosa azione di far girar il cucchiaio nel piatto di ceramica.

<<Sicura?>>-chiede di nuovo mia madre.
<<Ho detto di si okay?>>-dico arrabbiata.

Mi guarda per un po' e poi ritorna a fare ciò che stava facendo precedentemente.

Ormai stanca e senza fame,faccio cadere il cucchiaio nel piatto e mi alzo da tavola,facendo un rumore incredibile con la sedia a contatto con il pavimento.
Afferro lo zaino dal divano e vado nella mia stanza,chiudendomi la porta alle spalle con un gran tonfo che fa vibrare leggermente le pareti.
Lancio lo zaino sulla sedia della scrivania,senza però centrarla,e cade a terra.
Non gli do importanza e mi butto sul letto a peso morto,portando lo sguardo al soffitto.

Nella mia mente continuano ad apparire le immagini di questa mattina e la sua voce da duro mi martella in testa e infine,i suoi atteggiamenti,mi feriscono il cuore come un pugnale ficcatosi dentro.

Ricomincio a piangere e ad incolparmi di tutto.
Le lacrime bagnano la mia maglietta,ma non mi interessa.

Mi alzo dal letto e vado verso lo specchio e quando vedo la mia immagine riflessa faccio un passo indietro.
Ho il viso ricoperto di mascara,gli occhi rossi e grosse lacrime nere lungo le guance arrossate.
Mi porto le mani al viso per ripulirlo e noto che anch'esse sono rosse,probabilmente per i tanti pugni che mi sono data sulle ginocchia.
Sono decisamente distrutta.
Sia dentro che fuori.
Il mio cuore,però,è più distrutto del resto.

Mi siedo sulla sedia e apro lo zaino,tirando fuori tutti i libri e l'astuccio,cercando un po' di concentrazione per studiare.
Picchietto rumorosamente la matita sulla scrivania,aspettando non so qual buon vento che mi faccia arrivare un messaggio di Federico in cui mi dice che è tutto risolto,ma,no,quel messaggio non arriverà,non ora.

Comincio a svolgere alcuni esercizi e dopo 3 ore finisco finalmente i maledetti compiti.
Mi alzo dalla sedia e mi stendo sul letto per poi sedermi e poggiarmi alla tastiera del letto con la testa contro il muro.

Afferro il cellulare dal comodino e lo sblocco tantissime volte con la speranza di ricevere una notifica da parte di Fede.
Batto un paio di volte la testa contro il muro per poi riportare di nuovo lo sguardo sul cellulare,ammirando il mio sfondo.
Non l'ho cambiato e non credo che lo farò.
È una foto mia e di Federico di alcuni mesi fa,in cui ci abbracciamo e se non ricordo male è stata fatta da Aurora.
Blocco nuovamente il cellulare e riporto di nuovo la testa contro il muro.
Fisso il soffitto per pochi minuti finché dopo poco non sento gli occhi pesare e mi ritrovo con gli occhi chiusi a dormire in una sera di primavera.
          
                       ***
Sento qualcuno squotermi irremovibilmente e mugugno qualcosa di incomprensibile con ancora molto sonno.

<<Ho sonno>>-dico con voce roca.
<<Lasciatemi dormire>>-riprendo poco dopo.

<<È pronta la cena>>-mi dice mia madre.
<<M..>>-mugugno nel sonno.

Sento mia madre sbuffare e lascio un lieve sorriso sul mio volto.

<<Ti alzi o ti trascino in cucina?>>-dice mia madre incrociando le braccia al petto.
<<Opto per la seconda opzione>>-dico rigirandomi nel letto.
<<Sbrigati.Ti aspetto in cucina>>-dice andando via.

-Tu mi hai cambiato la vita- |Federico Rossi & Lodovica Comello|Where stories live. Discover now