Capitolo 19

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La giornata scorre veloce, finché non esco da scuola. Adesso si che la giornata si fa più frenetica e sembra non finire più. Devo correre a casa a lasciare la cartella, pranzare e arrivare al bar. Potrei arrivare al bar in anticipo e ordinare qualcosa lì come cliente, magari.
Non faccio in tempo a pensarci su, che sono già sull'autobus, ma non mi fermo sotto casa, aspetto le due seguenti fermate per scendere proprio davanti al bar in cui lavoro.
Entro nel negozio, in cerca di Becky con lo sguardo, ma non la trovo. Così mi dirigo al bancone, dove trovo Tomas.
«Buongiorno», lo saluto sedendomi su uno sgabello alto del bancone.
«Ciao Cleo», mi sorride. «Sei in anticipo», mi fa notare.
Io annuisco. «Infatti sono qui come cliente, mangio e poi inizio a lavorare» gli dico, mentre mi levo la cartella dalle spalle e la poso sul pavimento accanto allo sgabello su cui sono seduta.
«Ah, capito. Allora cosa ti porto?» mi domanda.
«Un panino, grazie», gli sorrido.
«Arriva subito», ricambia lui.
Si mette a prepararmi un panino, e quando ha finito, faccio per porgergli i soldi. Lui scuote il capo e mi allontana la mano dal bancone.
«Questo te lo offro io» mi dice.
«Grazie, la prossima volta, però, lasciami ricambiare il favore» gli rispondo.
«Ci sarà occasione», annuisce lui.
Mi alzo dallo sgabello e prendo la mia cartella, mi reco al mio armadietto dove lascio i libri, ed esco un attimo dal retro del bar per prendere un po' d'aria. Ho ancora venti minuti prima che inizi il turno, quindi mi siedo sullo scalino che affaccia al parco del retro bar e rispondo a qualche notifica del telefono.
Quando mi arriva un messaggio, quasi sussulto. È Tyler.
'Il frigo è vuoto a casa...'
Inarco un sopracciglio.
'E quindi?', rispondo.
'Quindi dovremmo fare la spesa', ricevo la sua risposta dopo pochi istanti.
'Smetto alle sette di lavorare stasera', rispondo io, come per fargli capire che esco troppo tardi per poter andare anche a fare la spesa.
'Bene, alle sette sarò puntuale davanti al bar'. Cosa?
'Perché?', domando ingenua.
'Andiamo a fare la spesa. A dopo'.
Resto senza parole. Visualizzo il messaggio ed esco dalla chat, dopodiché abbasso la suoneria del telefono e rientro nel bar, pronta per iniziare il mio turno di lavoro.

Per tutto il tempo non ho fatto altro che controllare l'orologio. Il tempo sembrava non scorrere più, eppure la cosa non mi dispiaceva, dato che la mia voglia di andare a fare la spesa era, ed è tuttora, pari a zero. Ho servito ai tavoli con fare meccanico, senza prestare troppa attenzione ai clienti, ai loro visi, ai dettagli, se non per prendere le ordinazioni. Alle sette in punto, Tyler si è parcheggiato con l'auto davanti alla vetrina del bar. Mi ha salutata con la mano e mi ha fatto capire che mi avrebbe aspettato lì con alcuni gesti.
Ora è ancora in macchina che mi sta aspettando, io invece mi sto togliendo il grembiule e sto prendendo la cartella dal mio armadietto per raggiungerlo.
Esco dal bar salutando Tomas.
«A domani» gli dico.
«Domani faccio il turno di sera, quindi non penso che ci beccheremo. Al massimo ci vediamo lunedì» mi risponde. Io annuisco e sorrido.
Raggiungo velocemente la macchina di Tyler e lascio la mia cartella nel portabagagli, dopodiché salgo sul sedile del passeggero.
«Ciao» mi dice.
«Ciao» rispondo, mettendo le braccia conserte subito dopo aver chiuso la portiera.
«Che c'è?» mi chiede. Tiene una mano sul voltante e l'altra sulla sua coscia. Mi guarda fisso senza tuttavia tenere il viso troppo girato verso la mia direzione.
«Io non ci volevo venire a fare la spesa» borbotto mentre allaccio la cintura.
«Che capricciosa che sei» si lamenta lui, mettendo in moto l'auto. Non rispondo, mi sento quasi divertita a ripensare al modo in cui ho detto quella frase. Forse è vero, sono stata un po' capricciosa, è solo che sono stanca.
Sospiro socchiudendo gli occhi, mentre Tyler guida fra il traffico della città piena delle macchine di chi, come me, ha finito il turno di lavoro e aspetta solo di arrivare a casa. Il cielo si sta spegnendo sempre di più, mentre ad accendersi sono le luci dei negozi, delle finestre, dei lampioni per strada. È ormai sera.

~•~•~•~•~•~•~
Sono tornata!
Chiedo veramente scusa, mi dispiace tantissimo non aver aggiornato per così tanto tempo, ma ora sono molto impegnata con la scuola.
Cercherò di essere più attiva, di postare più spesso o quantomeno di avvisare quando non riesco a postare.
Ancora tante scuse, spero che il capitolo vi piaccia. Baci.

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