Capitolo 15

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Cleo

Ho iniziato da ormai circa un'ora a lavorare, ma confesso che sono ancora un po' ansiosa.
Becky, la mia nuova collega, è stata molto gentile e carina; mi ha spiegato diverse cose, anche qualche "trucchetto" per riuscire meglio nel lavoro, per essere più svelta ed efficiente.
Ho subito indossato il grembiule e preso il vassoio, ed ho iniziato a girare per i tavoli, prendendo le ordinazioni, servendo i tavoli, e sparecchiando una volta che i clienti hanno lasciato il tavolo.
Io e Becky ci siano divise un po' i compiti, anzi, mi ha anche informato che più tardi arriverà un altro ragazzo. Sono proprio curiosa di conoscerlo! Deduco che sia lo stesso ragazzo che ho visto l'altro giorno dietro il bancone con Becky.
Ma come sei perspicace!
Pft, ci mancava solo lei, la mia coscienza. Certo che però ha ragione, altrimenti chi era il ragazzo dietro al bancone l'altro giorno?

Ho appena finito di servire una donna anziana che ha ordinato un caffè ed una spremuta, è molto carina, mi fa quasi tenerezza. Mi giro per tornare al bancone, ed in lontananza vedo che vicino a Becky ci sono due signori che, proprio in questo momento, si girano verso di me e mi guardano.
Ma pure sul lavoro me lo ritrovo?!
Corrugo la fronte e mi dirigo spedita verso il bancone, voglio parlare con Tyler e dirgli di starmi lontano almeno sul posto di lavoro al più presto, ma non voglio dare una cattiva impressione al signor Scott, quindi mi limito ad avvicinarmi ed a salutare.
«Salve», mi rivolgo al mio capo.
«Buon pomeriggio Cleo» mi saluta di rimando. «Come sta andando?» mi chiede.
Io inizio ad innervosirmi, continuo a lanciare occhiate a Tyler, quasi a dire 'che ci fai qui?!' o 'perché non esci? Non vedi che sto lavorando e che tu mi stai innervosendo?!', ma lui resta impassibile.
Anzi, più che impassibile, direi un po' sorpreso di vedermi. Distolgo l'attenzione da questi pensieri per rispondere al signor Scott con un sorriso. «Bene, la ringrazio».
«Mi fa molto piacere», annuisce. «Tyler, tu cosa prendi?» domanda l'uomo al mio coinquilino.
«Nulla, non ho fame» risponde secco. Che antipatico!
«Sicuro? Hai ancora qualche ora da passare a lavoro, dovrai tirare fino all'ora di cena poi», insiste l'uomo più grande.
«Dico davvero, non voglio nulla» risponde deciso.
«Okay, okay. Becky, a me un caffè macchiato per favore», ordina il signor Scott.
«Subito!» esclama Becky, facendo partire la macchinetta del caffè.

Mentre il signor Scott beve il suo caffè, ci invita a restare ad ascoltare i suoi racconti sulla sua vita lavorativa. Da quel che ci ha raccontato, ha diversi locali in mano, fra bar e locali per ricevimenti. In più possiede una grande casa editrice, quest'ultima l'ha ereditata dal padre.
Ha detto che all'inizio ha fatto molta fatica, ha dovuto lavorare molto prima di raggiungere questo traguardo, ma ad oggi sembra essere molto soddisfatto.
Mentre lui racconta, ogni tanto mi capita di osservare Tyler, che sembra essere un po' annoiato. Lui non apre bocca, e di tanto in tanto vado a servire i clienti che entrano nel bar. Ora è meno affollato di poco fa.
Quando torno al bancone dopo l'ennesima volta che ho portato l'ordine al tavolo, Tyler ed il signor Scott salutano me e Becky per poi uscire dal bar, dicendo di dover tornare a lavoro.

«Cleo, ma conosci già Tyler?» mi chiede Becky.
«Perché?» le chiedo a mia volta, sciacquando un bicchiere di vetro e asciugandolo.
«Non so, stavo solo chiedendo. Mi ha dato questa impressione perché spesso vi scambiavate sguardi insoliti per due sconosciuti» dice lei.
«Tyler è il mio coinquilino, abitiamo insieme da due giorni» le confesso infine, accompagnando la frase con un sospiro.
«Non sembri molto entusiasta» mi dice lei.
«No, infatti, la convivenza non è iniziata nei migliori dei modi» rispondo mentre sistemo il bicchiere accanto agli altri puliti.
«A me Tyler sembra molto carino», dice dopo pochi istanti di silenzio, quasi timidamente. Mi giro per guardarla, rifletto prima di parlare, poi le rispondo.
«Se ti va di conoscerlo meglio, sta' tranquilla, sono quasi certa che tornerà un giorno di questi», il mio tono ha una certa aria di disinteresse. Queste sono le mie ultime parole a riguardo, dopodiché entrambe torniamo al nostro lavoro.

***

Sono circa le sei del pomeriggio, fra un'ora termino il mio turno e sono piuttosto affamata, dato che oggi non ho pranzato per fare il più veloce possibile. Certo che non potrà essere tutti i giorni così, dovrò cercare di gestire meglio gli orari e trovare il tempo per pranzare e per studiare.
Sto asciugando delle tazzine bagnate, quando nel negozio entra Laila. Riconosco subito la sua risata nonostante io sia girata di spalle. Mi dirigo subito verso di lei, che è affiancata da Sarah, Jace e Madison.
«Che ci fate qui?» mormoro, ma con tono da infastidita. Non vorrei dare l'impressione di chi se ne approfitta e porta i suoi amici sul posto di lavoro.
«Siamo venuti a trovarti, non sei contenta?» chiede Laila.
«Non proprio...», sbuffo.
«Che stronza!» esclama Sarah a bassa voce.
«Allora, ci fai accomodare e ci porti da bere?» chiede Madison con tono un po' ironico.
Sbuffo ancora ed annuisco, facendo loro strada verso un tavolo libero. «Da questa parte» borbotto.
Quando torno al bancone, Becky mi si avvicina e mi chiede chi sia quel gruppo di ragazzi. Io le rispondo che sono compagni di scuola e che sono qui per prendere qualcosa da bere, oltre che vedere come sta andando il mio primo giorno di lavoro, e lei, molto gentilmente, si offre di aiutarmi a servirli.

Quando per i miei amici arriva l'ora di pagare, è Becky che fa cassa, perché io ancora non ho imparato ad usarla. Certo, non deve essere troppo difficile, ma non voglio rischiare di romperla, o di far inceppare lo scontrino, o cose simili. Inizierò a fare cassa quando avrò imparato, per oggi ho già appreso abbastanza cose.
«Senti Cleo», mi chiama Becky. «Mancano dieci minuti prima che finisca il tuo orario, puoi già iniziare a prepararti per andare a casa, se vuoi» mi dice. «Tanto fra poco arriva Tomas che fa il turno di sera», annuisce.
«Sei sicura?» le chiedo.
«Sicura!» esclama lei.
«Grazie, sei molto gentile» dico io, prima di andare al mio armadietto.
Qui, levo il grembiule e lo piego, posandolo nel mio armadietto ed indossando al posto del grembiule la mia giacca. Fa ancora freddo fuori, sono finite da poco le vacanze di Natale e le temperature sono ancora un po' basse, ma i meteorologi dicono che a breve dovrebbero alzarsi.
Mentre mi sistemo i capelli davanti al piccolo specchio appeso sul mio armadietto, entra nella stanza un ragazzo molto alto.
È lui! Sì, il ragazzo dell'altro giorno che stava accanto a Becky dietro il bancone.
«Tu devi essere la nuova arrivata», mi sorride. Io annuisco e gli porgo la mano.
«Piacere, Cleo», mi presento.
«Piacere tutto mio, sono Tomas» risponde, stringendomi la mano.
Dopo aver chiacchierato un po' con Tomas, lo saluto, così come saluto Becky, ed esco dal bar, incamminandomi verso casa.
Non salgo direttamente, perché a casa non c'è molto da mangiare, giusto la colazione che ha preparato Tyler questa mattina, e dubito che lui abbia avuto il tempo di fare la spesa, per questo mi fermo nella pizzeria più vicina e, nell'intento di fare un gesto carino, ordino due pizze, entrambe margherita; una per me, e l'altra per Tyler. Non so se sia già tornato dal lavoro, o se abbia già cenato, nel dubbio, la ordino anche per lui, al massimo faccio il bis io!

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Cosa ne pensate? Fatemi sapere se il capitolo vi piace o meno con un commento ed una stellina, sono molto curiosa! Un bacio

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