Capitolo 17

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Cleo

Tyler è proprio buffo mentre mangia. Mi viene da ridere, ma mi trattengo. È strano essere su un divano a parlare e ridere insieme, mangiando pizza, ma al momento la sua compagnia allevia la mia stanchezza.
Parliamo del più e del meno, delle nostre famiglie, della mia scuola, del lavoro. Si dispiace visibilmente quando gli racconto della perdita dei miei genitori, e gli racconto della nonna. Ovviamente, evito di parlargli di lui quando gli racconto del funerale della nonna, devo fare come se non fosse mai esistito per me.
Certo, mai esistito. Ti ha solo rubato la verginità e poi l'ha buttata dalla finestra.
Ma la pianti?
Mi sto forse sbagliando?
Sei odiosa.
Sono la tua coscienza, non posso essere diversamente.
Sbuffo scuotendo il capo, al che Tyler mi guarda perplesso.
«Ti annoio così tanto?» mi domanda ironico, sorridendomi.
«No, sono solo stanca» rispondo, sospirando.
«Perché non vai a letto?», mi invita lui.
«È presto...», mi lamento, facendo dondolare le gambe.
«Non è presto se sei stanca, avanti! Fila a letto» mi ordina, ma in modo scherzoso, e lo capisco perché subito dopo inizia a ridere. Rido con lui, e mi rendo conto che per pochi istanti sono riuscita a non pensare a nulla.
«E tu?» gli chiedo dopo essermi ripresa, ho riso davvero troppo per stasera.
Non è mai troppo, idiota.
Taci, ti prego!
«Io cosa?» mi domanda, perplesso.
«Tu non dormi?» rispondo.
«Facciamo che io vado a letto, se ci vai tu», annuisce, temo che sia serio stavolta.
«Davvero?» chiedo.
«Davvero davvero», annuisce nuovamente.
«Allora, ci stai?»
«Ci sto», gli sorrido. «Ma...», alzo il dito indice, «prima dobbiamo sistemare il casino che c'è su questo tavolino», ordino, perché il mio è un ordine.
«Mi sembra giusto». Si alza, iniziando a mettere i tovaglioli sporchi all'interno dei cartoni della pizza vuoti, i quali porta sul tavolo della cucina mentre io riporto la bottiglia di Coca-Cola nel frigo.
Insieme sistemiamo i cuscini sul divano, poi io butto i bicchieri di plastica, e lui inizia ad abbassare le tapparelle della sala.

«Finito?» mi domanda.
«Finito», annuisco dopo essermi guardata intorno, mettendo le mani sui fianchi con aria soddisfatta.
«E adesso a lavare i denti» mi dice. Io scoppio a ridere, poi sbuffo un po'. «Uff, mi controlli?», lo stuzzico, ma nel frattempo mi dirigo verso la mia camera. Socchiudo la porta per levare i vestiti ed indossare una maglietta a maniche corte ed un paio di pantaloncini comodi, ai piedi tengo ancora i calzini neri, così posso camminare scalza. Proprio non le sopporto le ciabatte.
Esco dalla stanza mentre lego i lunghi capelli in una coda alta, lui mi guarda e ridacchia.
«Cos'hai da ridere?» gli chiedo, guardandolo male.
«Sei buffa con quei calzini» mi dice, ancora ridacchiando.
«Ma perché?!» esclamo, mentre entro in bagno e mi avvicino al lavandino.
«Non li togli per dormire?» mi chiede.
«No, fa freddo» rispondo, mettendo il dentifricio sullo spazzolino. Si avvicina a me e prende il suo spazzolino, e dopo averci messo su il dentifricio, lo mette in bocca. Lo imito, ed entrambi iniziamo a sfregarci i denti.
Ogni tanto mi guarda attraverso lo specchio e sorride divertito, ed io gli indico il dentifricio che cola sul mento.
«Hm hm, ah uh» cerco di parlargli, ma non è facile con il dentifricio in bocca. Lui fa qualche sciacquo con l'acqua e poi sputa il dentifricio nel lavandino, dopodiché mi guarda.
«Tradotto?» Mi sorride divertito.
Io borbotto mentre mi pulisco la bocca dal dentifricio, sputandolo nel lavandino. Poi mi asciugo le labbra bagnate con l'asciugamano.
«Dicevo che ti stava colando il dentifricio» gli dico, uscendo dal bagno. Mi avvicino alla porta della mia camera, e mi fermo lì davanti.
Tyler si avvicina alla sua, di porta, la quale è proprio accanto alla mia.
Si gira verso di me, ed io verso di lui.
«Allora buonanotte» mi dice.
«'Notte» rispondo, mentre ci scambiamo uno sguardo. «Dormi bene», continuo.
Sul suo viso si forma un piccolo sorriso. «Anche tu».
Dopodiché entra in camera sua, chiudendosi la porta alle spalle, ed io faccio lo stesso.

***

Preme il suo petto contro il mio e sento che anche il suo corpo è caldo, così come questa stanza in pieno inverno. Il rumore delle gocce di pioggia inizia a picchiettare sul davanzale di legno della finestra; ha ripreso a piovere. Questo suono mi accompagna mentre mi lascio andare con Trevor, che dopo essersi e avermi spogliato completamente, deglutisce, e con voce rauca mormora accanto al mio orecchio «sicura?». Poi si sposta leggermente con il viso, come se cercasse la risposta nel mio sguardo luccicante. Io annuisco.

La pioggia è aumentata, il vetro è coperto da goccioline che scorrono velocemente verso il basso, ed io chiudo gli occhi quando sento Trevor entrare dentro di me, dopo aver indossato il profilattico che aveva già tirato fuori dalla tasca dei jeans e posato sul comodino. Fa movimenti lenti per non farmi male, ma un lieve bruciore, lo provo lo stesso. Ma lui mi stringe, mi stringe più forte, sempre di più, e mi bacia di tanto in tanto. Le labbra, poi il collo, e le guance, e gli occhi chiusi. Stringo le mani intorno al suo collo e mi mordo il labbro per non dar voce al mio corpo quando sento che il dolore inizia a fondersi con il piacere. Allora i movimenti si fanno più veloci, aumenta il ritmo e fa più caldo di prima. Trevor ha il petto impregnato di perle di sudore, le stesse che colano sulla mia pancia, assomigliamo alla finestra sotto l'acquazzone.

La pioggia scende, il rumore dell'acqua rompe il silenzio nella stanza e rimbomba nelle nostre orecchie. Stringo le gambe intorno alla vita di Trevor, i suoi movimenti sono lenti ma decisi, sudo freddo. Sposta le mani dalla mia schiena e prende le mie, di mani, stringendole e facendole scivolare ai lati del mio capo, cosicché io non lo graffi quando sento di non riuscire più a trattenermi. La luna sembra sempre al punto di mezz'ora fa, eppure il mondo gira, il tempo scorre, ma noi restiamo qui.

Mentre Trevor inizia ad entrare e poi uscire velocemente dentro di me, si avvicina con le labbra al mio orecchio, bacia anche questo, e allora mormora un «ti amo».
La mia espressione mostra un lieve sorriso, e allora lo guardo, sarà il suono che queste parole hanno sulla sua bocca, ma sento improvvisamente una scarica che sale dal basso ventre; arriva al collo, giunge alla bocca e per poco non mi abbandono ad un urlo di piacere, ed invece schiudo le labbra, e piano, rispondo «ti amo anche io».

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Allora, cosa ne dite di questo nuovo inizio per Cleo? E per quanto riguarda Tyler, cosa avete da dire?
Vi piace la storia? Spero proprio di sì! Lasciate un voto se vi piace e fatemi sapere cosa ne pensate del capito fra i commenti.
Questo è solo un capitolo di passaggio per far avvicinare Tyler e Cleo, presto sorgeranno i problemi seri.
A presto con un nuovo capitolo.
Un bacio~

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