Il castello delle arai (parte 2)

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Il lungo corridoio centrale era ricoperto da un tappeto rosso scuro che ricordava il sangue più che la regalità. Il corridoio si diramava poi in altri corridoi secondari e tutte le porte delle stanze che vi sporgevano sembravano uguali.

«Da dove cominciamo? Ci dividiamo?» Chiese Klaudia.

«No, restiamo uniti. Zeus ci ha aiutati come squadra, dividersi sarebbe controproducente» rispose serio Federico. «Tanto più che non abbiamo nessuna idea di cosa ci riservi questo posto.»

Gli altri semidei annuirono e cominciarono a percorrere il corridoio. Svoltarono a destra e si ritrovatono un corridoio identico. Lo proseguirono e svoltarono ancora a destra una, due, tre volte.

«Questi corridoi sono tutti identici» sbuffò Andy.

Michael si immobilizzò sul posto costringendo la squadra a fermarsi. Aveva lo sguardo puntato verso un angolo in alto a destra.

«Forse perché è sempre lo stesso corridoio» disse sovrappensiero il riccio.

Si accorse che gli altri lo guardavano senza capire e perciò levò una mano a indicare uma crepa nell'angolo alto del corridoio.

«Quella crepa. È la quinta volta che la vedo. Stiamo girando a vuoto.»

Federico sbuffò e si passò una mano tra i capelli a spazzola, incerto su come proseguire.

«Andy, puoi usare quella bussola? Vedi se ti dà indicazioni su come arrivare al centro di questo cazzo di castello.»

Andy scosse la testa.

«Ci ho già provato, ma non è utile. Dà sempre la stessa indicazione di raggiungere la botola, penso che qui dentro non funzioni.»

Klaudia estrasse dalla tasca la punta della lancia che gli aveva dato Zeus e la rigirò tra le mani aspettando che la aiutasse in qualche modo.

«Forse dobbiamo entrare in qualche porta. Che ne dite, proviamo?» Domandò Federico al gruppo.

«Non vedo altra soluzione» disse Andy.

Furono tutti d'accordo e Federico si tolse lo scudo dalle spalle per infilarlo al braccio: meglio essere pronto, proprio non sapeva cosa li aspettasse. Il tatuato aprì la porta: nella stanza c'era un buio così fitto da non distinguersi i piedi, e sembrava che neanche la luce del corridoio penetrasse in quel posto. Anche gli altri semidei entrarono nella stanza e la porta si richiuse da sola sbattendo. Sobbalzarono.

«Fantastico» commentò con sarcasmo Kaludia.

Michael ebbe paura e si avvicinò a Federico per  abbracciarlo, ma quando toccò la sua pelle trovò qualcosa di squamoso. Urlò per lo spavento e dall'ombra al posto di Federico emerse un mostro mezzo rettile molto simile a Godzilla. Michael aveva il terrore dei mostri. Gli altri semidei lo sentirono urlare e Federico cercò di trovarlo a tentoni nel buio.

«Mich! Che cazzo succede?! Dove sei?»

«C'è un mostro!» Urlò piangendo e arretrò nel buio fino a toccare la parete della stanza con le spalle.

Il mostro avanzava lentamente.

«Ma dov'è questo mostro? Io non vedo niente!» Disse stranito Federico, anche Klaudia e Andy vedevano solo il buio totale.

All'improvviso anche Andy e Klaudia urlarono.

«C'è un clown!» Disse la biondina terrorizzata.

«No! Le piante carnivore no!» Piagnucolò Andy mentre davanti a lui si materializzava nel buio un'enorme pianta carnivora dalle fauci spalancate.

Federico sentiva solo lamenti di terrore e pianti da parte dei suoi compagni e non capiva cosa stesse succedendo, neanche riusciva a trovarli nel buio. Mostri, clown, piante carnivore, erano tutte cose della loro fantasia? E perché lui non le vedeva?

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