Il Giardino delle Esperidi (parte 1)

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I mesi di addestramento che separavano i semidei dal torneo delle Dodici Fatiche sembrarono volare, specialmente per Michael che aveva le giornate piene fino a notte fonda, quando finalmente terminava l'allenamento secondario con Federico. Questo si era mostrato come al solito molto severo, quasi intransigente, ma era proprio grazie a quella sua caratteristica se Michael era migliorato abbastanza.

«Adesso perlomeno non sei più una femminuccia. Non completamente» aveva commentato Federico prima di salutare il riccio, con l'intento di vedersi al torneo.

Michael passeggiava con Andy e Klaudia lungo il perimetro del Campo. Ciascuno dei tre era pensieroso, e il proprio pensiero era rivolto al torneo imminente.

«Klaudia, tu sei figlia di Atena, giusto?» Domandò Michael.

La biondina annuì incitandolo a proseguire.

«Allora avrai già una strategia per il torneo, immagino.»

La ragazza ridacchiò.

«Sì, ce l'ho. Ma non la rivelerò a nessuno, ovviamente. Ehi, ricorda che mia madre è nata dalla testa di Zeus, io credo di aver ereditato la sua intelligenza e astuzia.»

«E anche la sua modestia» borbottò Andy.

Klaudia gli lanciò un'occhiataccia.

«Voglio vedere cosa farai tu, Andy. Sfodererai la tua bellezza contro i mostri?»

«Guarda che io so anche combattere piuttosto bene.»

Klaudia alzò le sopracciglia e le spalle, poi vide Michael stranamente pensieroso e silenzioso.

«Che hai?» Gli domandò.

Il riccio sollevò la testa nella sua direzione ed alzò le spalle.

«Quell'alzatina di spalle con me non funziona.»

«Sono preoccupato» cedette alla fine. «Per il torneo.»

«Sei migliorato molto» intervenne Andreas.

«Sì ma non basta.»

«E cosa vorresti fare? Perché se ho imparato a conoscerti bene, quel faccino nasconde un'idea» ridacchiò Klaudia.

Michael sorrise.

«Chirone ha detto che Ade mi ha lasciato un bracciale che potrebbe aiutarmi a scoprire la mia abilità speciale. Mi sono rifiutato di indossarlo per principio, ma ora... Non so, forse potrebbe tornarmi utile per il torneo.»

Andreas si fermò e anche gli altri due fecero lo stesso.

«Secondo me dovresti mettere da parte il tuo orgoglio, Michael. In questo torneo si rischia la vita, fossi in te partirei quanto più preparato possibile.»

«Sono d'accordo» confermò la biondina.

Michael sospirò. Questa volta avrebbe dovuto davvero porre un freno alla sua testardaggine.

Chirone gli porse il bracciale metallico e il riccio lo indossò incerto. Si aspettava di sentirsi diverso dopo averlo messo al braccio, ma in realtà non cambiò proprio nulla.

«Non so come funzioni questo bracciale, precisamente. Tienilo sempre con te e vedi cosa succede.»

Grazie Chirone, il tuo consiglio mi sarà utile, pensò sarcasticamente Michael.

«Grazie per l'aiuto» concluse invece sforzando un sorriso.

Uscì dalla casetta e si diresse verso la sua camerata con lo sguardo pensieroso rivolto al terreno, finché non andò a sbattere contro qualcosa di grosso e morbido. La cosa in questione era Phil, e accanto a lui vi era Cory, suo inseparabile amico. Michael vide che mancava Federico, e questo non era di certo un buon segno, dato che era sempre il figlio di Ares a tenere a bada quei due. Sui loro volti il fastidio iniziale sparì per cedere il posto a dei sorrisi malvagi e non poco inquietanti.

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