Chapter sixteen. • Falling for you. •

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Canzoni per il capitolo:

Falling for you - The 1975.

* * *

«Porca puttana, Trevieri, questa me la paghi» brontola Jace, con una mano a coprirsi il naso e l'altra a reggersi contro il muro. Johnny lascia la presa nella quale mi teneva stretta, ed io mi avvicino a Jace con sguardo provocatorio. Tutto quello che ho provato in queste settimane, si sta riversando contro di lui. «Adesso almeno smetterai di rompermi, Jace. O, altrimenti, sarò io a romperti altro.» Lui mi guarda come se fossi impazzita a parlare così e, molto probabilmente, ha ragione a guardarmi male. Io, purtroppo, non so spiegarmi perché tutta questa rabbia si stia tramutando in violenza fisica proprio adesso. Ethan fa un passo avanti, sorpassa Jace e mi afferra la mano per controllare i graffi. Ho la nocca dell'anulare graffiata e rossa, lui ci passa sopra il pollice senza spostare lo sguardo da essa. L'intensità del dolore viene sostituita da quella che ho nello stomaco ora che lui è tanto vicino a me. Sembra sereno, tranquillo, come se ero fosse tutto apposto. «Fai a botte proprio come una femmina, tu, eh?» Le sue labbra si schiudono in modo che possa fuoriuscire una risata ironica, mentre col mento fa cenno ad un Jace furioso che continua a borbottare. Io ridacchio, portando gli occhi sulle nostre mani. «Insegnami a fare a botte come un uomo allora.» Ethan fa un mezzo sorriso, mentre continua a fissarmi con i suoi scuri ed accesi. Si abbassa verso di me, per sussurrare al mio orecchio. «Voglio entrare nella squadra di lacrosse, ma se tu me lo chiedessi, adesso, ridurrei quell'ammasso di merda a pezzettini minuscoli.» Scoppio a ridere per il suo tono duro, e gli do una leggera spinta contro la spalla. «Chiudi il becco, sei peggio di una femminuccia, tu.» Ethan solleva un sopracciglio, mentre continua a testarmi la mano e sorridermi gentilmente. È davvero bellissimo, non ne ho mai visti di ragazzi come lui. Non riesco a smettere di guardarlo, mi sento quasi una stupida mentre perdo lo sguardo nel suo. «Posso chiederti che cosa ci fai in questo posto?» Gli chiedo, e lui mi guarda con un sorriso appena accennato. «Avevo voglia di uscire e mi hanno parlato di questa strana casa in cui tutti sono i benvenuti. Cazzo, non credevo esistessero posti del genere qui.» Le mani di Ethan mi sfiorano, mentre io lo guardo con un sorriso quasi timido. Timido perché.. cazzo, non lo so perché. La timidezza non mi si addice affatto, mi sento solo più strana del solito quando sono con lui. «Tutti sono i benvenuti? Adesso non esageriamo, o qui entreranno davvero cagne e porci..» Jace spinge le spalle al muro, lanciandomi un'occhiata omicida, con una mano ancora contro il naso pulsante. Sono ancora con le mani in quelle di Ethan quando anche Rhett e Camryn tornano tra di noi. «Quando si parla di porci sei sempre presente, vero, Jace?» La mia amica scende elegantemente le scale, come se fosse una diva, prima di fare un giro su se stessa e saltate l'ultimo gradino. Corrugo la fronte, mentre mi faccio di lato e la scruto attentamente. «Parlando di cagne..» aggiunge Jace, con voce bassa. La folla si spopola alla svelta, quelle poche persone che erano presenti si dividono nelle varie stanze. Lo spettacolo è finito, ed io ho perso di vista il ragazzo che ha ripreso il pugno che ho dato a Jace. Che fine farà quel video? Rhett si avvicina a Johnny ed inizia a ridergli nell'orecchio, pizzicandolo in maniera fastidiosa. Johnny lo allontana per le spalle, indispettito. «Merda, fratello! Siamo qui da quindici minuti e sei già fatto?» lo accusa Johnny. Camryn ride, nascondendo il viso tra i capelli mentre continua a girare su se stessa come una trottola. Dentro me nasce l'improvvisa voglia di sentirmi come loro, di provare questa sensazione di stordimento. È come essere in una propria bolla, e volare sempre più in alto. Sto per avvicinarmi alla fiamma, e bruciarmi, a fare un passo verso di loro e chiedergli il nome di colui o colei che è riuscito a procurare loro l'erba; ma il mio polso viene bloccato in una presa gentile ma decisa. Io mi volto, e gli occhi caldi di Ethan mi scrutano. «Esci con me, Hazel?» «C-come?» «Uno di quei non appuntamenti. Ti va? Adesso, intendo.» Sono interdetta, ferma nei miei passi mentre le ginocchia mi tremano. I miei amici sono lì, curiosi, con le solite facce a rimproverarsi delle solite cose. Li guardo, ed ho un espressione quasi sollevata mentre indietreggio e mi volto verso Ethan, con un sorriso sornione che mi decora le labbra. «Merda, sì!» Lui ricambia il mio sorriso, caccia le chiavi della sua auto e mi invita a seguirlo all'esterno della Murder House. Una volta fuori, spengo il cervello e mi rilasso alla sensazione che l'aria fresca mi procura sul viso. Entro nella sua auto subito dopo di lui, abbasso velocemente il finestrino e chiudo gli occhi. «Stasera ho litigato con i miei genitori e con mia sorella» mi confessa, sfrecciando in strada mentre io ho ancora gli occhi chiusi. «Ti hanno fatto qualche domanda di troppo?» Anche se ho gli occhi chiusi, riesco a sentire la sensazione dei suoi occhi su di me. «In un certo senso sì.» Socchiudo le palpebre, mi sposto i capelli dietro le orecchie e lo guardo. Ethan picchietta le dita contro il manubrio, nervoso, prima di muoversi agitato sul sedile. «È solo che.. porca puttana, Hazel.. Io so di avere un problema, ma quando sono con loro, diventa tutto così dannatamente complicato. Continua a peggiorare, sempre. Ed io mi sento..» «..di troppo nella tua stessa casa, al posto sbagliato in ogni dannato posto» continuo io per lui. Conosco quella sensazione, la provo ogni singolo giorno. Ethan annuisce, deglutendo rumorosamente. «Non voglio tornare a casa e sentirmi sbagliato, di nuovo. Non lo sopporto, no.» Istintivamente porto una mano sul suo ginocchio, con conforto. «E allora non farlo...» Lui sbuffa una risata, guardandomi come se avessi appena proposto una pazzia. «E che faccio? Dormo sotto i ponti?» Scrollo le spalle, accennando un sorriso divertito. «Molte persone lo fanno, sai? Non è così male. Il giorno prima dormi sotto i ponti, e quello dopo elemosini fuori i supermercati.» Ethan ride, scuotendo la testa. «Potrei evitare tutto questo e dormire a casa tua, no? Non è così che si aiutano gli amici?» Io mi mordo forte il labbro inferiore. «Casa mia non è di certo meglio della tua, Ethan. Non sopravvivresti un solo giorno lì dentro.» Lui non mi guarda, si limita ad annuire e comprendere in silenzio. «Hai anche tu un disperato bisogno di evadere, Hazel. Te lo leggo negli occhi.» Abbasso nuovamente le palpebre, mentre mi affaccio al finestrino e lascio che il vento mi soffi sulla faccia. «Non sai quanta voglia ho di farlo, Ethan.» Lui aumenta la velocità, mentre mi accorgo che ha anche messo della musica. La riconosco. Falling for you, The 1975. È così rilassante, mi riscalda il cuore e mi viene voglia di non tornare mai indietro. «È la mia nuova playlist, ma se vuoi possiamo cambiare CD e..» Lo fermo, voltandomi verso di lui con un'espressione quasi sognante. «È perfetta così» sussurro, come a non voler disturbare quella canzone che sta riempendo gli spazi vuoti tra noi due. Ethan mi guarda per troppo tempo, soffermandosi sulle mie labbra, poi nei miei occhi e su ogni piccola cosa. Poi mi sorride, tornando a guardare la strada. «Ho una borsa frigo con qualche birra nel portabagagli, forse sono un po' calde ma.. ti va se le andiamo a bere da qualche parte?» Io annuisco vivamente, tornando a sedermi composta. «So anche dove» aggiungo, dandogli poi delle indicazioni che portano ad una strada che affaccia sulla spiaggia. Il guardrail si interrompe proprio lì, c'è un tracciato d'erba verde e poi la spiaggia. Ethan parcheggia proprio lì. «Quindi è così che funziona un non appuntamento?» Dico, mentre afferro al volo il telo che mi lancia. Sposto il peso da un piede all'altro, mentre aspetto che abbia cacciato fuori anche la borsa frigo con le birre. «Ce la stiamo cavando bene, no? Mi raccomando, non baciarmi e non essere troppo attratta da me, altrimenti finirai per rovinare tutto.» Scuoto la testa, ridendo, camminando all'indietro verso la spiaggia. «Ci tengo al mio record, quindi tieni le mani a posto, Hank!» Fa un sorriso con le labbra serrata, mostrando una fossetta, mentre lascia a terra la borsa frigo, nella sabbia fresca. «Io non ho nessun record da rispettare.» I suoi occhi si accendono, mentre fa un passo verso di me facendomi rabbrividire. Le onde si scontrano con gli scogli, ed è tutto così piacevole. Socchiudo le labbra, pronta a ribattere. «Non essere egoista, Ethan. Ci tengo davvero.» Lui mi guarda, senza ribattere, e si avvicina ulteriormente a me. Penso che stia per baciarmi, o per toccarmi, ma è così vicino che potrebbe fare qualsiasi cosa in questo momento. Trattengo il respiro come una classica ragazzina di fronte all'uomo dei suoi sogni, ma le sue parole mi fanno risvegliare. «Va bene» dice, sorridendo colpevole prima di staccarmi il telo dalle mani. Il cuore mi batte forte nelle orecchie, ma non lo do a vedere e lo aiuto a distendere il telo a terra. Io ed Ethan ci sediamo in automatico uno di fronte all'altro, mentre lui prende la prima birra e la apre grazie all'anello a fascia che porta al pollice. Non glielo avevo mai visto prima. «Sai il gioco "Hai mai.."?» Scuoto la testa, incrociando le gambe. Ethan continua. «Ti faccio una domanda, una qualsiasi, se hai fatto questa cosa, devi bere un sorso, altrimenti passi la bottiglia a me.» Sollevo un sopracciglio, annuendo lentamente. «Okay, andiamo. Inizio io» mi offro, spavalda, ed afferro la bottiglia dalla sua mano. Ethan mi guarda incuriosito, appoggia i gomiti sulle ginocchia e mi scruta attentamente. «Hai mai guardato un porno?» Sgrano gli occhi, prima di scoppiare a ridere e bere un lungo sorso. Poi lo guardo, scuotendo la testa. «Che colpo basso!» lui scrolla le spalle, afferrando la bottiglia e bevendo anche lui, segno che l'ha fatto. «C'è chi non li guarda perché li trova disgustosi, magari eri una di quelle ragazze schifiltose.» Faccio una smorfia, arricciando il naso. «Felice di informarti del contrario. Insomma.. suppongo che servino a stimolarti, no? Io li guardo, ad ogni modo.» Sento il petto infiammarsi e non aggiungo altro. «Adesso lo so» si limita a dire, tornando con la schiena dritta. «Ora tocca a te, Hazel, chiedimi quello che vuoi.» Lo guardo con aria di sfida, mordendomi il labbro inferiore prima di affrontarlo. «Sei mai stato beccato mentre eri a letto con una ragazza?» Ethan mi guarda attentamente, prima di bere un sorso della birra. «Hm.. era un ragazzo, fa lo stesso, vero?» Studio la sua espressione seria, ed indietreggio lievemente a disagio. «Oh, sì.. Io credo..» Ethan scoppia a ridere, scuotendo la testa. «Merda, Hazel! Vedessi la tua faccia!» Sento le mie guance andare a fuoco, mentre gli lascio un leggero schiaffo sul braccio. «Vaffanculo!» Ethan continua a ridere, e la sua risata è così vera e rilassata che mi fa sentire bene. Poco dopo si riprende, e mi passa la bottiglia, in cerca di una mia risposta. Scuoto la testa, negando. Lui annuisce, sorpreso, ed inizia il suo racconto. «Eravamo in macchina, in piena notte, in un parcheggio di un fast food ancora in costruzione. Proprio sul più bello vedo che sul suo viso eccitato c'è una luce accecante, sollevo lo sguardo e.. Eccolo lì, l'agente Posey che ci fissa sbalordito.» Socchiudo le labbra, incredula. «Atti osceni in luogo pubblico, eh?» Lui sorride, rubando un sorso di birra fuori gioco. «L'agente Posey è mio zio» confessa. «È stato ancora più imbarazzante dirlo ai miei, mio padre mi ha tolto l'auto per quasi un mese» sorride divertito nel ricordare l'avvertimento. Quando non parlo, Ethan si siede più vicino a me, abbassa il viso verso il mio e mi sfiora le labbra con l'apertura della bottiglia. «Hai provato a baciare qualcuno, che avrebbe potuto rifiutare quel bacio?» Noto che mentre mi porge quella domanda, i suoi occhi sono fermi sulle mie labbra. Respiro lentamente, mentre gli sfilo la bottiglia dalle mani e butto giù un lungo sorso, quasi a volerla finire, ma Ethan mi batte sul tempo e rapisce dalle mie grinfie gli ultimi sorsi. Lascia scivolare via la bottiglia vuota, e si sporge verso di me, fino ad obbligarmi a stendermi sotto il suo corpo. Ho paura che possa sentire quanto forte il mio cuore stia battendo in questo momento. «E poi il bacio lo ha rifiutato?» mormora, spostandomi attentamente i capelli dal viso. Io riesco a malapena a borbottare qualcosa. «Non lo so» ammetto, in un sussurro, deglutendo. Ethan mi bacia un angolo delle labbra ed istintivamente piego le gambe, rischiando di colpirgli un fianco, alche lui ridacchia della mia agitazione e torna a fissarmi negli occhi. «Scopriamolo.» E mi bacia, premendo con una certa presunzione le sue labbra contro le mie, facendo esplodere la bolla in cui mi ero riparata per fuggire alla tentazione magnetica che mi spingeva verso di lui.

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Il capitolo è più lungo del solito perché vi ho fatto aspettare decisamente troppo per questo aggiornamento! Spero possiate perdonarmi! Ah, cerco di aggiornare prima del 18, come regalo di compleanno da parte mia per voi c:

BLOWBACK | Dylan O'Brien |Where stories live. Discover now