Chapter eleven. •You should stay at home.•

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«Eri davvero in giro con quel tizio?» Johnny è di fronte a me, ha una sigaretta tra le labbra e fissa il mio profilo concentrato sulla città che ho dinanzi. Sono le tre del mattino, Ethan mi ha accompagnato a casa di Johnny pochi quarti d’ora fa. Questa sera penso di dormire qui, sul suo divano, non me la sento di tornare a casa di zia Sandy. Probabilmente ha già smaltito e, quasi sicuramente, non è nemmeno in casa. Fatto sta che mi è quasi impossibile restare da sola adesso, ho il cuore che batte troppo forte e stando da sola lo sentirei nelle orecchie tutto il tempo. Johnny scuote la testa quando non gli rispondo, mi passa la sigaretta e mi lascia fare qualche tiro più lungo. «Non fraintendere, ma quel tipo accanto a te non c’entra un cazzo. Siete completamente diversi.» Premo le labbra contro il filtro, concentrando i miei occhi verdi su un piccolo locale alla fine dello stradone. Ho addosso solo la maglia di Ethan e gli slip. Non è la prima volta che sono mezza nuda di fronte a Johnny, e non me ne vergogno nemmeno. Ho una certa padronanza col mio copro, quando sto con i miei amici riesco a non vergognarmene. Anche perché insieme ne abbiamo passate di tutti i colori, ci siamo ritrovati anche a fare il bagno nudi, ubriachi, nella piscina della scuola in piena notte. È mancato poco che ci beccassero. Ho le gambe incrociate e mi sono leggermente sporta lungo la ringhiera. «Non abbiamo fatto nulla, eravamo in giro e siamo passati anche da Vin’s.» Johnny si riprende la sigaretta e consuma l’ultimo tiro. «Qualcuno ha dato un pugno a Jace, da Vin’s.» «Lo so, è stato Ethan.» Riesco a malapena a trattenere una risata, e, troppo curiosa della sua espressione, mi volto a guardarlo. «Jace mi stava infastidendo ed Ethan gli ha dato il benservito. L’unica pecca è che Ethan vuole entrare nella squadra di lacrosse, e con Jace come capitano sarà un’impresa dura.» Johnny mi guarda, si acciglia e poi sospira. «Ha dato un pugno a Jace e vuole entrare in squadra? È decisamente fuori di testa! Ricordi che successe a Rhett? Subito dopo lo scherzo della foto.» Come posso dimenticarlo? Jace ammazzò di botte Rhett, ed anche lui se lui si difese bene, venne cacciato dalla squadra di lacrosse. Potevano cacciare Jace, se non fosse per il suo talento innato e la sua presenza fondamentale in squadra. «Sono cazzi suoi, no?» Provo a mostrarmi indifferente, ma in realtà mi dispiacerei parecchio se non entrasse in squadra a causa mia. «Ho una brutta notizia, in ogni modo. Si tratta del video.» Sollevo una mano, mugolando. «Non posso sopportare altro per oggi, lasciami dormire.» «Devi sapere che sta succedendo con quella merda, Haz.» Lo ignoro ed entro in casa, lanciandomi sul divano ed abbracciando un cuscino. «Posso saperlo anche domani.» Johnny sbuffa e si siede sulla poltrona scura, mi guarda mentre cerco di prendere sonno, coccolata tra il calore del divano e la morbidezza dei cuscini.
La mattina seguente io e Johnny andiamo a lezione insieme e arriviamo stranamente in orario. Ci siamo fermati per una colazione veloce nel bar dietro la scuola, qualche croissant ed un caffè. Lo ringrazio mentalmente per non aver riaperto il discorso del video o di Ethan per tutto il tragitto. Sto addentando la mia colazione, affamata, quando il mio cellulare appoggiato sul bancone di marmo inizia a squillare freneticamente, attirando l’attenzione. Johnny, incuriosito, dà una veloce occhiata, sorseggiando il suo caffè. «Dovresti risponde, Haz, è tua madre.» Rischio di soffocarmi col morso di brioche quando glielo sento dire. Gli rubo la tazza dalle mani e butto giù un goccio di caffè, dato che il mio è finito. Provo a schiarirmi la voce, prima di afferrare il telefono  e rispondere: «Pronto, mamma?» «Hazel.» Il suo tono è severo sin da subito. Lei non mi chiama quasi mai, a meno che non debba mostrarsi una vera madre e fingere di essere interessata alla vita della sua figlia adottiva. Prima che tutto finisse, io ero come una principessa per mia madre, passava tutto il suo tempo con me. Non comprendo il suo modo di stravolgermi la vita che, a dirla tutta, mi ha ferita sin da piccola. Non mi aspettavo il suo menefreghismo, la rabbia nei miei confronti come se la colpa del tradimento di Roberto fosse causa mia. «Hazel Trevieri, che cosa ti dice la testa?» Inizia, ed io capisco a cosa vuole andare a parare. Abbasso le palpebre, Johnny nota il mio silenzio e si volta, affrettandosi a pagare la colazione. «Ti sei resa ridicola davanti a tutta la città, hai la minima idea di come funzionino le cose online? Un video del genere diventa virale in men che non si dica! In cosa ti sei trasformata, figlia ingrata. Mi vergogno di te, Hazel!» Sta alzando la voce, mentre io cammino a testa bassa fuori dal caffè seguita da uno dei miei migliori amici. «Devo davvero stare ad ascoltare i tuoi rimproveri? Ingrata, io? Per cosa non ti avrei ringraziato, mamma? Per avermi lasciata a marcire da quella tossica di tua sorella, hm?» Serro un pugno lungo il fianco, camminando a passo svelto verso la scuola, girando l’angolo insieme a Johnny che prova a tenermi il passo. «Non chiamare così Sandy! Ascolti almeno quello che esce dalla tua lurida bocca, Hazel? Zia Sandy ti tiene un tetto sulla testa ed un piatto in tavola!» Scoppio in una risata isterica, notando la scuola in vicinanza. «Oh, grazie mille mamma! Grazie per avermi lasciata da tua sorella, perché ero di troppo nella tua vita! Sai cosa?» serro la mascella, fermandomi nel bel mezzo del marciapiede prima dell’ingresso. «Rinfacciami i miei sbagli quando avrai fatto di meglio nella vita» e riattacco, senza aspettare che risponda. Decido anche di spegnere il telefono, in modo che non possa richiamarmi. Porto le mani tra i capelli, rossi e mossi, spostandomeli dalla fronte. Johnny mi circonda le spalle con un braccio. «Stai bene?» Sospiro, insicura sulla risposta da dargli. «Non credo, Jo’.» Lui si limita ad annuire, facendomi strada verso il cortile popolato. «Ti ho detto che quel video sta spopolando velocemente. Lo hanno fatto un bordello di ragazze, certo, ma tu sei svenuta e poi quello ci ha messo del suo iniziando una rissa. Purtroppo sai com’è la gente, gli basta poco per iniziare a parlare alla cazzo» mi consola, ma sospirando quando nota che non do cenno di assenso. «Hazel!» Sollevo lo sguardo, vedendo Hanna corrermi incontro e poi, fuggendo dalla presa di Johnny, vederla cingermi i fianchi in un abbraccio. Ricambio, goffamente, non riuscendo a ricambiare il suo sorriso. «Ethan mi ha detto che ieri non potevi raggiungerci, ma non è un problema, in fondo abbiamo organizzato tutto all’ultimo secondo.» Annuisco, spostandomi i capelli dietro le orecchie. «Hazel?» Hanna mi richiama, corrugando le sopracciglia quando mi nota tanto distratta. «Hai una faccia peggiore di quella di Ethan, stamattina.» Il suo commento mi confonde. «Che faccia ha Ethan stamattina?» domando. Poco dopo Cole si avvicina a noi, portando una mano sulla spalla di Hanna. «Hanna» la richiama, avvertendola. Lei alza gli occhi al cielo, sbuffando. «Non ho detto nulla, Cole.» Guardo entrambi, confusa sempre più. «Ethan non sta bene? Dov’è?» Sono un po’ agitata, improvvisamente il suo pensiero sovrasta il mio, quello di mia madre e delle mie ansie. Non so perché, ma dopo ieri sera, vedo Ethan sono una luce che mi incuriosisce. «È già in classe» mi confida Cole, con un pizzico di risentimento nella voce. «Lascialo stare, si è svegliato male.» Hanna guarda Cole parlare, è evidente che Ethan non si è semplicemente svegliato male. «Si è svegliato così male che oggi non sarebbe dovuto venire a scuola, ma si sa, mio fratello è cocciuto come un mulo.» Johnny mi richiama quando mi vede avviarmi all’interno dell’edificio senza avvertire. La campanella ancora non è suonata, i corridoi sono a malapena occupati ed io corro nei miei stretti jeans più di quanto mi sia permesso. Mi fermo davanti la classe di matematica e fisica, sapendo che abbiamo questa prima lezione in comune. Entro, col fiatone, trovandolo lì. Ethan è di spalle, in piedi, con le mani contro il muro e le spalle che salgono e scendono seguendo lo stesso ritmo del suo respiro. «Ethan..» Gli cammino incontro, deglutendo. «Hazel» respira affannosamente, a voce bassa. «Hazel, vattene.»         

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Pian piano ci avviciniamo al vero segreto di questo libro eheh c:
Spero vi piaccia! x
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BLOWBACK | Dylan O'Brien |Where stories live. Discover now